Capitolo 2

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                          Katherine

Ecco un'altra grande novità che non vedevo l'ora arrivasse: il primo giorno di scuola...
OK no scherzavo, odio il primo giorno di scuola specie se ad essere quella nuova sono proprio io, tutti quegli sguardi curiosi per la nuova arrivata, il gossip che circola per riuscire a trarre più informazioni possibili sulla "ragazza nuova."
Non mi è mai piaciuto essere quella nuova, odio non conoscere nessuno, nonostante non fossi mai stata un tipo popolare nella mia vecchia scuola, ero comunque abituata a vedere le stesse facce ogni giorno, qui invece dovrò ricominciare tutto da capo.

"Allora, elettrizzata per oggi?" Come farei senza il costante entusiasmo di mia zia?..

"Da morire" le rispondo

"Non è così terribile, andrà alla grande vedrai, tu sei una ragazza deliziosa, e vedrai se ne accorgeranno anche tutti gli altri"
Si, avrei davvero tante cose da dire, ma l'unica cosa che faccio è sorridere in modo impercettibile e accondiscendente.
Arriviamo davanti la nuova scuola all'incirca in venti minuti con l'auto, e una volta lì davanti scendo dall'auto dirigendomi verso l'imponente edificio che ho davanti prima che a mia zia venga in mente di seguirmi o peggio di gridarmi dietro un "buona fortuna"

Col suo lavoro è probabile si ritroverà spesso a partire, poiché partecipa a diversi corsi di aggiornamento o a varie trasferte che grazie comunque al trasferimento, saranno sempre vicino casa. Zia lavora nelle pubbliche relazioni da anni ormai, e quando ha scelto di prendermi con sé ha dovuto rinunciare a tante cose, ma non avrei mai permesso che rinunciasse ad una opportunità come quella che le è capitata, eh si, venire a New York non sarà stata la più entusiasmante delle novità, ma saperla felice dopo tutto ciò che ha fatto per me è la cosa che più conta. E in fondo una scuola vale l'altra, dovrò trascorrervi  solo l'ultimo anno, che sarà mai.
Una volta dentro la scuola mi ritrovo in un immenso e lungo corridoio circondata da file di armadietti, mi sento un pò spaesata in effetti, vedo gente correre neanche dovesse prendere la metro, e mi ricordo anche di avere un appuntamento col preside alle otto e trenta in punto quindi sono anche in anticipo, l'unica pecca è capire da che parte andare, oltre ad armadietti infiniti, ci sono diverse rampe di scale tra la mia sinistra, la destra e di fronte a me, mi guardo intorno confusa quando sento la testa martellarmi così forte da farmi cadere a terra, mi sento ancora più spaesata di prima e solo dopo mi rendo conto di aver sbattuto contro un armadietto, un armadietto aperto con una forza un pò eccessiva. Nel cercare di risollevarmi vedo una mano allungarsi verso di me, una ragazza dai capelli castano scuro e gli occhi marroni e luminosi mi sorride  dispiaciuta.

"Accidenti, stai bene?" Mi chiede preoccupata mentre afferro la sua mano tirandomi su

"Beh no, non direi, ho appena battuto la testa, qualche stronzo ha aperto il suo armadietto senza premurarsi di chi avesse attorno" rispondo piccata..buon primo giorno Katherine!

La ragazza mi sorride comprensiva voltandosi poi verso la mia sinistra

"Kyle accidenti, la prossima volta stai più attento" la sento rimproverare la persona accanto a me che non mi ero nemmeno accorta fosse presente

Solo all'ora mi volto verso la mia sinistra, e noto un ragazzo alto, vestito di nero ad eccezione della t-shirt bianca sotto la giacca, coi capelli scuri e uno sguardo che passa da adirato ad un ghigno quasi divertito mentre richiude il suo armadietto. Fottuto stronzo!

"Beh scusa tanto, non l'avevo mica vista, e poi la sua faccia è ancora carina quindi direi non è successo nulla di grave" lo stronzo, si così lo chiamerò, si volta e fa per andarsene quando la parte meno razionale e più aggressiva di me, prende il sopravvento

"Che razza di stronzo! Stai più attento la prossima volta se non vuoi che la tua di faccia diventi "meno carina" sottolineo indispettita

Noto uno sguardo di sorpresa sul suo volto, quasi divertito dalla mia reazione, cioè ti diverti pure!
La ragazza accanto a me resta a bocca aperta e oserei dire quasi terrorizzata, mentre lo stronzo davanti a me resta fermo a fissarmi con i suoi occhi scuri come la notte, il sopraccio leggermente sollevato, assottiglia lo sguardo e tiene il labbro inferiore tra i denti, non guardare...non guardare.
Sembra divertito dalla mia uscita di scena, non si smuove fino a che non se ne esce con un:

Never without youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora