Giulia non è riuscita a dormire a causa dell'acidità che le ha fatto compagnia tutta la notte.
Ha passato la maggior parte del tempo in bagno a rinfrescare il viso che spesso tentava ad inumidirsi per quel fastidio.
Quando finalmente è riuscita ad addormentarsi, la sveglia le ricorda che ha un lavoro.
Peccato che non l'abbia sentita suonare, ma la voce di Alberto sì, difatti ha aperto gli occhi si scatto, ansiosa.
<Stai bene?> , dice subito e si alza frettolosamente
Alberto sorride.
<Buongiorno... Sto bene e tu dovresti calmarti> , le fa notare con sorriso , e Giulia è già vicina a lui
I loro letti hanno una distanza minima, ma non appena Giulia si sveglia, passa in automatico in quello di lui.
<Scusa... Mi faccio prendere dall'ansia lo sai>,si mette nelle sue braccia
Alberto sorride.
<E ogni volta ti ribadisco che non serve! > , le risponde
Lei annuisce.
La sveglia torna a suonare.
<Questo è il motivo per cui ti ho chiamata! Stava suonando da tempo e non riuscivi a sentirla> , ride appena <Colpa del sonno> , sorride e si alza nuovamente per poterla spegnere
Passa una mano nei capelli e sospira.
<Ti ho sentita andare in bagno un paio di volte stanotte , cosa ti è successo?> , chiede lui e intanto Giulia è già pronta ad aiutarlo non appena lo vede alla prese con lo scendere dal letto <Ho avuto acidità per tutta la notte. Mi sono alzata molto spesso ma non pensavo di averti disturbato amore. Mi dispiace> , dice e intanto gli ha avvicinato le ciabatte <Disturbare di cosa? Viviamo nella stessa casa! Non è improbabile che possa sentirti> <Ho cercato di fare meno rumore possibile perché so che hai bisogno di riposare bene la notte e...> <Giulia! La smetti per favore? Stai mettendo giù un discorso che a me non interessa! Puoi alzarti anche trecento volte durante la notte, a me non importa!> , risponde subito
Lei annuisce con mezzo sorriso.
<Mi preparo da solo comunque. Non preoccuparti> , aggiunge e si alza
Lei lo segue con lo sguardo.
<Sei davvero felice per il bambino?> , gli chiede poi, così su due piedi <Ora perché questa domanda? È normale che lo sia. In fondo lo abbiamo voluto insieme... Anche se ho creduto poco a questa possibilità e invece... > , prende a camminare molto lentamente, per non correre alla stampella <Non dico questo. Insomma, lo vedo che sei felice ma nello stesso tempo sei anche spaventato. È questo che mi trasmetti> <Sì! Forse hai ragione>
Intanto non lo perde mai di vista.
<Cos'è che ti spaventa? Dimmi> , continua lei <La mia situazione. Insomma, non ho la completa autonomia di me stesso e questo comporta a starmi dietro ancora. Non so chi sarà più bambino! Se io o nostro figlio>
Giulia sospira.
<Mi auguro che non ricomincerai con questo! Era peggio la tua situazione quando abbiamo deciso di provarci! Puoi dire a gran voce di aver fatto progressi notevoli!>
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