litigio

5 2 0
                                    

Stavo volando senza meta.
Si stava facendo tardi ed io ero ancora fuori. Non volevo tornare, non ora che ero un fascio di nervi, potevo fare di nuovo un errore, e a quel punto addio a tutto. Mi avvicinai ad un ruscello e sfiorai l'acqua con la punta della ala, nel riflesso vidi il me di sedici anni fa, un bambino spaventato e arrabbiato, con tutto e tutti, con l'intero mondo.
Nella mia gola cominciava, sempre di più, a formarsi un nodo, invece i miei occhi cominciavano, pian piano, a pizzicare.
Mi avvicinai ad un boschetto e mi nascosi in un albero cavo.
La foresta, lentamente, si riempì dei miei singhiozzi. Il mio viso era rigato da copiose lacrime salate. Ritrasformai le mie ali in braccia e mi rannicchiai su me stesso, abbracciandomi da solo.
I capelli, ormai sciolti, coprivano il mio viso, rosso e gonfio, per il pianto. Ogni parte del mio corpo tremava come una foglia, avevo bisogno di conforto, conforto da una persona diversa da me stesso.
Erano oramai sedici anni che non parlavo seriamente con qualcuno, perché quella persona, con cui parlavo di tutto, oramai non c'era più, se ne era andata per sempre, abbandonandomi.

.....

-Sedici anni fa-

"Haray! Haray! Dove sei?!"
Le persone gridavano, ma il piccolo principe era paralizzato. Stava fermo, davanti a tanti corpi stesi a terra, inermi, morti. Le dita e i palmi delle sue mani erano bruciati, i suoi occhi lucidi e le sue squame più scure del solito. I piccoli canini che aveva in bocca erano aguzzi.
Le sue braccia inferiori trasformate in ali, lo stringevano. Lo abbracciavano. Lui stesso si abbracciava, mentre osservava con timore quello che era successo. La regina Nathme e il re Der andarono, correndo, a cercare i loro figli. Arrivarono nella sala del trono, dove trovarono loro figlio, Haray, con ai piedi suo fratello. Il sangue si espandeva sul pavimento. Il corpo era pieno di ustioni e di ferite, i capelli, sempre perfetti, stesi in disordi a terra.
Nethme: "Cosa hai fatto?!" Il piccolo principe non rispondeva, era pietrificato, sembrava fatto di marmo. I suoi occhi si fecero lucidi, e pian piano delle piccole lacrime cominciarono uscirono da essi.
I suoi genitori cominciarono ad urlargli contro, lui scappò, andò nelle sue stanze, fuggì dai suoi errori. Beh alla fine cosa poteva fare se non questo? Era l'unica cosa che sapeva fare in realtà. Scappare dai suoi errori o problemi. In poche parole un codardo.

.....

Ormai era arrivato il tramonto, e di Haray nemmeno l'ombra. Tutti al palazzo erano preoccupati, ma stranamente nessuno andava a cercarlo.
Tutti si chiedevano dove fosse, ma neanche il re aveva dato l'ordine di andarlo a cercare. Chiunque era in pensiero si, ma nessuno così tanto da voler capire dove fosse. Nemmeno Ylsul, sua sorella con cui aveva un rapporto fantastico, si stava preoccupando più di tanto. "Forse perché succedeva spesso?" pensai, ma comunque mi sentivo colpevole. Perché alla fine era colpa mia, che avevo ficcato il naso dove non dovevo.
Ylsul: "Drell! Ma è successo qualcosa tra te e Haray?"
Drell: "Al dire il vero si, per la mia curiosità eccessiva abbiamo litigato, o almeno credo"
Ylsul: "Cosa gli hai chiesto di preciso?"
Drell: "Cose sul suo passato, non penso né sia stato contento" Dissi con tono molto triste, ero veramente tanto dispiaciuto, mi vergognavo di quello che era accaduto. Volevo solo sistemare le cose, ma senza Haray era complicato, anzi, impossibile.
Ylsul: "Mh, capisco. Non gli è mai piaciuto parlare del suo passato"
Drell: "Ma esattamente cosa è successo? Perché anche vostro padre, quando aro appena arrivato, aveva accennato a qualcosa successa molto tempo fa"
Ylsul: "Tante cose, ma non devo essere io a parlartene, perché non mi riguardano personalmente, riguardano solo lui"
Drell: "Ah ok, ma secondo te quando tornerà?"
Ylsul: "Non ne ho idea, non se ne va spesso, ma quando succede può stare via per giorni interi, a volte anche settimane"
Drell: "G...giorni?" la mia voce era tremante, avevo paura del suo ritorno, avevo il timore che il nostro rapporto non sarebbe stato più lo stesso.
Ylsul: "Eh già, dai non preoccuparti, tanto lui sta bene, sta sempre bene. Ora andiamo in piazza, che tra un po' suonano la campana"
Drell: "Arrivo, sistemo due cosine e sono da te in un batter di ciglia"
Ylsul: "Ok, a dopo" Disse per poi spiccare il volo e scomparire dalla mia vista. Mi avvicinai alla piccola scrivania nella stanza di Haray, sopra c'erano dei fogli sparpagliati, disegni. Li presi in mano e li guardai, rappresentavano quasi tutti un ragazzo simile a lui, analizzandoli meglio, mi accorsi che lo avevo già visto. Era l'eroe nella sala degli alati. "ma chi sei..?" sussurrai fra me e me. I miei pensieri furono interrotti dal suono della campana della cena. Presi l'ascensore e arrivai ai tavoli, mangiai e poi tornai sopra, mi addormentai quasi subito, cercando di dimenticare quegli schizzi, anche se difficile.
Il mattino seguente fui svegliato da uno sbatter d'ali. Aprii gli occhi e mi ritrovai Haray davanti. Non aveva un bell'aspetto, aveva i capelli sciolti e scompigliati, gli occhi rossi e molto gonfi e sotto ad essi erano presenti due occhiaie molto, ma molto, scure.
Drell: "Haray..."
Haray: "Per te sono "Principe Haray" capito?" Disse con tono stizzito.
Drell: "Principe Haray... Cosa le è successo? Non è in forma brillante"
Haray: "Sono affari tuoi?"
Drell: "No, ma volevo solo saper-"
Haray: "Volevi solo sapere?! Vuoi sempre solo sapere. Sapere cose che non ti riguardano per niente. Forse ho sbagliato a trattarti così bene, ti sei montato la testa di essere qualcuno per me, spoiler, sei solo un servo. Sei solo un dipendente della mia famiglia, nient'altro, e sarà così per sempre" I miei occhi stavano cominciando a pizzicare, faceva male sentirsi dire certe cose, sapere di non essere niente per qualcuno se non un servo.
Haray: "Ora non metterti a piangere, è l'ultima cosa che voglio vedere. Resterai qui, non voglio qualcun'altro sulla coscienza"
Drell: "Qualcun'altro? Chi è l'altro? Quello dei disegni?"
Haray: "Disegni? quali dise- Aspetta, hai fregato fra le mie cose?! Ma allora non hai capito proprio un cazzo, senti sparisci dalla mia vista, non ho voglia di picchiarti ora, anzi, va a stare da Voriarca per un po', per un bel po'"
Drell: "Ma princi-" Venni interrotto per la seconda volta da Haray.
Haray: "Ma nulla, tu hai fatto la cazzata, tu ne paghi le conseguenze" Disse, quasi urlando, indicandomi con le due braccia sinistre l'uscita. Non dissi più nulla, mi limitai ad uscire con la testa china e dirigermi verso l'abitazione del mio maestro.

-Hoshi no maho-Kde žijí příběhy. Začni objevovat