Sam

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Drell: "Dobbiamo andarcene, portando con noi Haray. Sennò non vivrà mai, andremo a casa mia, nella terra druida, Sam ci saprà aiutare".
Ylsul: "Terra druida? Quindi dobbiamo lasciare casa?".
Drell: "Per il bene di Haray si" La ragazzi si accigliò, le faceva paura lasciare il posto in cui aveva vissuto fino ad ora, ma voleva assicurarsi della guarigione del fratello, se fosse morto, non se lo sarebbe mai perdonato.
Ylsul: "Ci sto, quando partiamo?"
Drell: "A breve, ma dobbiamo capire come andarci, io non so volare e Haray è incosciente" Disse l'elfo rivolgendo uno sguardo sconcertato verso il suo amato, sperando che gli desse qualche consiglio, anche se impossibile.
Ylsul: "Non preoccuparti, so come fare. Noi alati, per le grandi guerre abbiamo dei mezzi, sono armati e corazzati, e guarda caso la sottoscritta è un pilota provetto".
Drell: "Ok, andiamo subito? E se si portiamo Haray, o lo prendiamo dopo?"
Ylsul: "Meglio portarlo subito, però dobbiamo passare inosservati, e sai con il principe, mezzo morto, in braccio la vedo dura". Drell non rispose, si limitò soltanto a fare un sorrisetto, poi allungò la mano sinistra (quella con il trasfure di magia) al corpo del ragazzo. I piccoli quadrati sul guanto, in pelle, su illuminarono, poi sul palmo dell'elfo si creò una sostanza gassosa, con sfumatura che andavano dal verde al viola. Il fumo cominciò ad espandersi sul corpo del principe, facendolo, pian piano, scomparire.
Ylsul: "È scomparso?!" Disse la principessa allarmandosi.
Drell: "No, tranquilla. L'ho solo fatto diventare invisibile, così possiamo trasportarlo passando inosservati".
Ylsul: "Ok, allora prendigli i piedi, poi mettiamoci qualcosa sopra, così sembra che stiamo trasportando degli oggetti e non il niente" Disse per poi prendere Haray dalla parte superiore del corpo.
L'elfo prese un telo e coprì il corpo dell'alato. Poi andarono nel porto del regno, Ylsul condusse i due ragazzi ad un veicolo, una specie di barca, non era troppo grande, all'incirca quindici/venti metri, a prua c'era una sorta di tettoia, in un materiale simile a della squame. Era dotata di un solo albero, la parte superiore di sembrava intagliata a mano. Ad esso era attaccata una vela, simile ad un ala, aveva qualche toppa ma era bella lo stesso. Ai lati della chiglia invece, c'erano delle vele messe in orizzontale, sempre simili a delle ali, con la funzione di stabilizzare il volo. A poppa c'erano degli incalanatori di energia, dove l'alato di turno, usava la sua potenza di fuoco per alimentare i motori. I colori della chiglia, non erano molto accesi, andavano dal giallo ocra al terra cotta.

Ylsul mi fece salire sulla barca, posammo Haray sotto la specie di tettoia, io restai con lui, gli accarezzavo i capelli, togliendoli dal viso. La principessa, invece, si diresse verso i comandi, cominciando a dargli potenza.
La partenza fu turbolenza, tutto tremava, a stento riuscii a reggermi in piedi, poi dopo qualche minuto, tutto tornò più tranquillo. Uscii da sotto la veranda, notai con gioia che intorno a noi c'erano nuvole lilla e piccoli stormi di uccelli, il nostro viaggio aveva finalmente avuto inizio. Valammo per molto, facevamo parecchie pause, visto che Ylsul doveva alimentare da sola il veicolo. Dopo due giorni arrivammo a destinazione. Per il rumore del motore, gli abitanti del quartiere uscirono di fretta dalle loro porte, Sam e mia madre compresi. Appena mi videro, corsero subito verso di me abbracciandomi.
Sam era molto cambiato, aveva tagliato i capelli, lasciando più visibili le corna, decorate con anelli e catenine. Sul viso erano presenti dei segni verdi, nella cultura druida, rappresentavano la forza e la giovinezza. Nei suoi abiti, erano presenti tanti lacci e cinte, a cui erano attaccate tante boccette, riempiti di varie sostanze velenose e non.
Drell: "Ciao anche a voi, ma meglio se lasciamo i festeggiamenti a dopo, ci serve aiuto, il mio "amico" haray, è ferito e dobbiamo curarlo, solo che a casa sua non possiamo, per complicanze  che non sto qua a raccontare" Dissi una volta essermi liberato dalla loro stretta.
Sam: "Uhm ok, ma io e la signora Petronilla, non siamo curatori, un altro po' non so mettere neanche una benda, perché non lo portate all'ospedale del villaggio?".
Drell: "Sam, è un alato, sai che qua vengono visti male, anche per paura, non lo curerebbero mai, serve qualcuno di fidato, che sappia qualcosa di medicina".
Sam: "Beh, potremmo chiedere a Noah, ma non so, in questo periodo è molto impegnato"
Ylsul: "Per favore, mio fratello è in pericolo di vita, se può fare qualcosa chiamalo subito. Sennò potrei fare anche qualche pazzia".
Sam: "Ok, ok, voi cominciate a portarlo dentro, io vado a chiamare Noah" Disse prima di saltare in avanti, e cambiare forma, diventando un rapido felino rosso e sfrecciare via. Io ed Ylsul, invece, trasportammo Haray in casa mia, posandolo sul mio letto. Sam tornò in poco tempo, accompagnato da un ragazzo dai capelli neri, con una ciocca bianca. Gli occhi azzurri e piccole corna ricurve sopra le orecchie. Vestiva abiti neri, anche lui pieno di boccette attaccante a svariate cinture. Si avvicinò al principe e cominciò a visitarlo, toccava con leggerezza ogni taglio o scottatura, spalmandoci sopra unguenti di colori diversi, i tagli, ancora aperti, li coprì con una garza per poi dedicarsi esclusivamente all'infezioni.
L'intervento durò svariate ore. Le ore più lunghe e strazianti della mia, Noah era molto incerto sulla positività dell'esito, tutti eravamo preoccupati. Ylsul quasi non riusciva a reggersi in piedi, io non riuscivo a smettere di tremare, la paura si poteva palpare nell'aria. Tutto era teso, come un filo di una ragnatela.
Quando il moro finì l'estenuante compito, sul suo viso, si era disegnata un'espressione gioiosa e sollevata.
Noah: "Ragazzi, l'intervento dovrebbe essere andato bene, l'alato si sveglierà fra uno o due giorni, devo dire che è un ragazzo molto forte. Quelle infezioni erano dovute a velini potenti, molto potenti, che per una persona normale sarebbero stati letali. Però comunque, tenetelo d'occhio, non vorrei dover intervenire di nuovo".
Ylsul non riuscì a trattenere le lacrime, e si buttò nelle braccia di Noah, mormorando, fra un singhiozzo e l'altro, un flebile "grazie". Anche io non riuscii a trattenermi, scoppiando anche io in un pianto di gioia fra le braccia di mia madre. Quando tutti ci fummo calmati, fu proprio lei a parlare per prima:
Petronilla: "Allora ragazzi, sarete stanchi, dopo questa folle avventura, che ne dite di andarvi a riposare? Ylsul, se vuoi puoi andare a schiacciare un pisolino in camera mia, è la stanza più tranquilla della casa, io nel mentre preparerò la cena per tutti quanti" Concluse facendoci un sorriso gentile, per poi accompagnare la principessa nella camera. Io decisi di rimanere con Haray, non volevo lasciarlo ancora solo, dopo tutto quello che era successo volevo solo lanciarmi fra le sue braccia, baciarlo e abbracciarlo, non sentivo la sua voce da troppo tempo, mi mancava davvero tanto. Sperando che si svegliasse prima del dovuto, mi addormentai sulla piccola poltroncina, accanto al letto, dove ero seduto.
Passò la notte, ed il mattino seguente, quando mi svegliai, trovai quegli occhi,
color ambra, aperti, che mi scrutavano. I miei vergognoli, cominciarono a pizzicare, mi portai una mano alla bocca incredulo, era veramente sveglio, o era solo un sogno?
Haray: "Che fai piangi? Non sei felice di vedermi? Un abbraccio non me lo dai?" Disse, facendo un piccolo ghigno con la bocca. Non parlai, mi buttai solo fra le sue braccia, stringerlo forte a me, lui mi allontanò di pochi centimetri il viso, per poi far congiungere le sue labbra alle mie, in un bacio dolce e pieno di sentimenti, troppo complessi da esporre a parole, almeno in quel momento.
Ci baciammo per tempo indeterminato, nessuno dei due voleva di più, solo quel dolce contatto che tanto ci era mancato, ma finalmente aveva riconquistato, e tutte le paure che avevo avuto, magicamente, scomparirono nel nulla, lasciando spazio solo all'amore che provavo per Haray.

-Hoshi no maho-Where stories live. Discover now