capitolo uno

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OLIVIA

Le figure degli Spider-man di Peter Parker e Miles Morales sembrava quasi che le sorridessero da dietro le maschere, mentre le loro figure erano state immortalate sullo sfondo della copertina rossa.

Finalmente l'aveva trovata.

Finalmente poteva prendere quella che sembrava essere l'unica copia disponibile del gioco dell'eroe Marvel in tutta Parigi.

Allungò una mano, stringendo appena gli occhi al pensiero dei soldi che avrebbe dovuto spendere, ammettendo però con se stessa che suo fratello Laurent se lo meritava: se non era stata costretta a seguire i genitori, dall'altra parte della Francia era solo per merito del fratello maturo, responsabile e, più importante di tutto, maggiorenne.

Maggiorenne e indipendente.

Sì, poteva fare quel sacrificio per suo fratello.

Finalmente lei, Olivia Martin, poteva ripagare il debito che aveva con suo fratello che si era sacrificato ospitandola e mantenendola.

Sorrise, stringendo le dita attorno all'agognato premio che le era costato il giro di tutti gli FNAC che conosceva e avvertendo qualcosa di morbido e caldo sotto i suoi polpastrelli.

Strano, non ricordava di quella consistenza le custodie dei giochi PlayStation.

Riaprì per bene gli occhi, osservando il dito che aveva afferrato al posto della copia di Spider-Man e poi risalì lungo il braccio, coperto da un giaccone marrone, costringendosi poi a piegare indietro la testa per vedere il volto del possessore della mano che stava tenendo fra le sue dita.

Era alto, maledettamente alto.

Nonché fosse difficile superarla in altezza, con il suo metro e sessanta scarso, ma c'era un limite a quanto una persona poteva essere alto e quel ragazzo lo superava.

Le sorrise, alzando appena le sopracciglia e Olivia si accorse di tenere ancora stretto il dito di lui: lo lasciò subito, quasi come se si fosse bruciata al contatto della sua pelle, e rimase a fissarlo.

Era carino, maledettamente carino.

Uno di quelli che ti fa sognare, avrebbe decretato la sua migliore amica, con i capelli castani scompigliati, quasi come se si fosse tolto da poco il berretto, lo sguardo chiaro rivolto verso di lei e il sorriso che gli piegava le labbra, creando due fossette ai lati ella bocca.

A lei piacevano le fossette.

Rimase in silenzio, fissandolo, poi spostò lo sguardo sul dito che ancora teneva stretto, lasciandolo andare subito, quasi come se si fosse scottata e sistemandosi poi le ciocche corte dei capelli: quasi sicuramente erano una nuvola rossa che le circondava il volto e le guance erano arrossate per via del caldo all'interno del negozio, in netto contrasto con il freddo esterno.

Sicuramente stava anche sudando leggermente.

Lo guardò mentre la mano di lui prendeva la copia di Spider-Man 2 e continuò a fissarlo, mentre il ragazzo faceva un passo indietro, facendole un cenno del capo e poi girando completamente su se stesso e immergendosi fra la folla che, come se fosse scattato un timer, aveva invaso il negozio.

Il primo di dicembre era giunto, quindi la caccia dello shopping natalizio era cominciata.

Olivia si rese conto di essere rimasta imbambolata per tutto il tempo, forse aveva tenuto anche la bocca aperta: si riscosse, scuotendo appena la testa e raggiungendo in pochi passi il ragazzo, afferrandolo per la manica del giubbotto: "Ehi! Aspetta!" esclamò Olivia, strattonandolo e indicando la confezione del videogioco che lui teneva stretto: "Quello è mio!"

"No" le mormorò il ragazzo, inclinando appena la testa e guardandola con la confusione in volto.

"Sì, l'ho visto prima io!"

Il sorriso piegò nuovamente le labbra del ragazzo, facendo nuovamente comparire le due fossette: "E io l'ho preso, era ancora sullo scaffale" disse con tranquillità, tenendo al petto la confezione di Spider-Man.

"Ma è mio" Olivia pigolò quelle tre parole: lo aveva cercato per tutti gli FNAC e i negozi di videogiochi, tutti sembravano aver esaurite le copie disponibili e online...

Beh, il fatto che lei ancora non avesse una carta con cui acquistare online era il motivo per cui non aveva usato fin da subito quella via: tutta colpa dei suoi genitori che la reputavano troppo piccola e immatura per possedere un rettangolo di plastica che le permettesse di acquistare quello che voleva con pochi tap-tap delle dita sullo schermo del suo cellulare.

"Se era tuo, doveva essere fra le tue mani" commentò il ragazzo, tenendo la custodia fra l'indice e il pollice, facendola ondeggiare lievemente quasi come a gongolarsi della sua usurpazione di videogioco: "Invece, eccolo qua."

"Lo stavo prendendo" borbottò quasi fra sè Olivia, ma il sorriso più smagliante che accentuò le labbra del suo aguzzino e ladro di videogiochi, le fece capire che l'aveva sentita.

"Ma l'ho preso prima io."

"Non è vero"

"Sbaglio o hai preso la mia mano?" le domandò il ragazzo, mostrandole la mano libera e il dito che lei aveva tenuto per un po'; poi, quasi come se per lui quel discorso fosse finito, fece un nuovo passo indietro e si voltò, dandole nuovamente la schiena e provando di nuovo a immergersi nella folla.

Olivia lo afferrò di nuovo, strattonandolo con più forza e rimediando un'occhiataccia da parte di lui: "Non provare ad andare a pagarlo" gli intimò, tirandolo appena verso di lui e ascoltando il sospiro esasperato che era uscito dalle sue labbra.

"Penso proprio che invece lo farò" le disse il ragazzo, posando una mano sulla sua e costringendola a lasciarlo andare; Olivia aprì la bocca, pronta a ribattere ma il tipo le sorrise e saltellò all'indietro: "Au revoir, ma tigresse" le disse, sgusciando poi fra una signora carica di buste e un bambino che veniva tirato dalla madre.

Non poteva sfuggirle.

Olivia provò a inseguirlo nuovamente, ma lo perse dopo pochi passi, completamente inghiottito dalla folla che aveva assaltato le Galeries Lafayette quel giorno: era sparito e con il videogioco che avrebbe dovuto appartenere a lei.


a/n: buon primo di dicembre! E ben arrivati in questa mia nuova storia! Non avete idea di quanto è strano, per me, pubblicare e postare quasi subito. Non ci sono abituata, per niente.

Come non sono abituata all'ansia del 'OH MIO DIO! DEVO SCRIVERE IL CAPITOLO NUOVO!'. 

Ma esattamente come facevo tempo addietro? Vabbè, tolto il mio nonsense di sempre, vi do il benvenuto in questa nuova storia, ambientata come da tradizione echocidiana a Parigi.

Io scrivo paromance, sappiatelo. Che è l'insieme di paris+romance.

Che altro dire? Spero che Olivia e Benjamin si facciano un posticino nel vostro cuore e vi do appuntamento a domani con il nuovo capitolo!


Una storia di NataleWhere stories live. Discover now