capitolo dodici

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BENJAMIN

"Non capisco perché mi devi tenere il muso" sbottò Marc, portandosi alle labbra la sigaretta e coprendo poi con la mano libera l'accendino; Benjamin lo fissò, storcendo la bocca quando l'odore acre del fumo si levò nell'aria: "Ti ho fatto un favore" decretò Marc, appoggiandosi alla balaustra di metallo e soffiando fuori il fumo.

"Prego?"

Benjamin scosse il capo, appoggiandosi al muro, vicino alla porta di sicurezza e fissando l'amico: al di là dei vetri poteva sentire il caos che c'era nel corridoio, assieme alle voci dei professori che cercavano di riportare un po' di ordine nella confusione che si creava a ogni cambio di ora.

Marc tirò dalla sigaretta, facendo brillare appena la punta accesa e poi soffiò di nuovo il fumo verso l'alto: "La rossa. Ti piace, si vede" dichiarò, ghignando con la sigaretta tenuta in precario equilibrio fra le labbra: "Non c'è bisogno che mi ringrazi" aggiunse, allungando una verso di lui e prendendogli una guancia, tirandola solo come una nonna avrebbe potuto fare: "Sei così carino, ma anche tanto imbranato."

"Piantala" sbottò Benjamin, allontanando la mano dell'amico e appoggiandosi al muro: il volto infilato all'interno del giubbotto: non era imbranato, non più di tanto almeno.

Olivia era stata solo difficile da avvicinare, per colpa di quello stupido videogioco.

Solo da poco aveva degli scambi civili con lei e non voleva perdere il vantaggio ottenuto, preferiva andare piano, piuttosto che vederla scappare e perdere ogni speranza - se mai ne avesse avuta una - con lei.

"Secondo te è fattibile?"

La domanda di Marc lo portò via dai suoi pensieri, facendolo sospirare: Marc era il suo migliore amico, era la persona a cui avrebbe coperto le spalle sempre, ma la sua mente era una partita continua fissa a ping-pong.

I suoi pensieri saettavano da una parte all'altra ed era difficile, alle volte, stargli dietro.

Osservò lo schermo del cellulare, riconoscendo lo stile unico di Minecraft e guardando poi il volto di Marc: "Perché vuoi costruire un castello su Minecraft?" gli chiese, osservando la costruzione fatta di cubetti e complimentandosi con chiunque l'avesse fatto.

Le poche volte in cui aveva giocato al famoso titolo di cubetti, era riuscito a fare una pseudo-casa, eppure c'era gente che creava costruzioni simili...

"Mia sorella" commentò Marc, voltando di nuovo il cellulare verso di lui, togliendosi la sigaretta dalla bocca e spegnendola nell'apposito contenitore che la scuola aveva posizionato qua e là, nei punti in cui era certa i professori e gli studenti più grandi andavano a fumare: "Mi sta mandando immagini su immagini. Ora si è messa in testa di costruire questo..." continuò, storcendo la bocca e mostrandogli un altro castello, più semplice rispetto all'altro che gli aveva mostrato: "Sto rimpiangendo il villaggio di cottage, fidati."

Benjamin annuì, ricordando qualcosa di simile che aveva fatto dannare l'amico: "Sei un bravo fratello maggiore" commentò, aprendo la porta e infilandosi nel corridoio, sospirando al calore che c'era all'interno, aprendo subito il giubbotto e sorridendo a un paio di ragazze che lo avevano salutato.

"Se non pensa al casino che abbiamo in casa..." Marc non finì la frase, gli occhi sempre rivolti al cellulare e scuotendo poi il capo, infilandosi il telefono in tasca: "Beh, in quel caso sono disposto a costruire anche due castelli."

"Non dirglielo o ti prende in parola" commentò Benjamin, dandogli una pacca sulla spalla: conosceva il casino che aveva in casa adesso l'amico, più o meno lo stesso che c'era stato nella sua qualche anno prima.

Litigi, urla, pianti.

Se chiudeva gli occhi poteva sentire di nuovo le voci dei genitori che urlavano l'uno contro l'altro, le lacrime che rigavano il volto di sua madre, la figura china di suo padre sul divano e lo sguardo mesto che gli rivolgeva, quando lui gli chiedeva come stava.

"Come l'hai conosciuta?"

La domanda di Marc lo fece sorridere, di nuovo la sua testa aveva giocato a ping-pong con i suoi pensieri: "Tua sorella?" gli domandò, vedendolo aggrottare le sopracciglia e passarsi una mano sulla testa rasata.

"No, la rossa."

Benjamin sospirò, infilandosi nell'aula dove avrebbero seguito storia e si lasciò cadere nel primo posto libero, mentre Marc occupava quello accanto a lui: "Ah, quando sono andato a comprare Spider-Man 2, ho preso l'unica copia che c'era" si fermò, ridacchiando e grattandosi la punta del naso: "Secondo Olivia gliel'ho rubata."

"Bello" commentò Marc, non aggiungendo altro e cominciando a togliersi il giubbotto, tirando puoi fuori tutto quello che conteneva il suo zaino, alla ricerca del libro di storia e di un quaderno per prendere gli appunti.

Già. Bello, commentò dentro di sé Benjamin, prendendo il cellulare e mandando un messaggio a Olivia.


a/n: siamo a metà storia, ebbene sì! Sembra ieri che è cominciata, ma siamo già alla sua metà. Incredibile ma vero! 

Non mi dilungo oltre e passo subito ai discorsi di rito: mi scuso, come sempre, per gli eventuali errori lasciati.

Vi ringrazio tantissimo per ogni lettura, stellina e commento che mi lasciate!

E vi do appuntamento a domani per un nuovo capitolo!

Una storia di NataleWhere stories live. Discover now