capitolo quattro

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BENJAMIN


Rabbrividì, osservando la folla che accalcava il mercatino di Natale ai Tuileries e lasciò andare un sospiro: c'era una qualche possibilità di ritrovare il gruppo con cui era andato? No, decisamente no.

Avrebbe dovuto vagare fra le bancarelle che esclamavano Natale da ogni centimetro, semplicemente annoiandosi: non era un fan di quei posti e ci era andato solo perché la ragazza del suo migliore amico, li aveva costretti.

Si strinse nelle spalle, nascondendo la bocca nella sciarpa e osservandosi intorno: avrebbe fatto pagare a Marc, il suo migliore amico, tutto quello.

Sorrise, mentre i suoi occhi si calamitarono su una ragazzina snella che sgusciava fra la folla con una grossa macchina fotografica in mano, la stessa che le aveva visto anche il giorno prima.

Quante possibilità c'erano di ritrovare quel piccolo folletto dai capelli rossi per due giorni di fila? Beh, quasi tre, in verità. In pratica era da quando dicembre era cominciato che non faceva altro che incontrarla...

Sua madre avrebbe scherzato, citando qualche film o libro romantico sul Natale.

A lui faceva solo sorridere quella ragazza che saltellava fra la folla, immortalando prima un commerciante, poi una famigliola felice.

Sembrava che niente sfuggisse al suo obiettivo, almeno quello che catturava il suo interesse.

Si avvicinò a lei, seguendo qualche pensiero di cui non voleva analizzare la provenienza o il significato, cambiando subito la sentenza sopra la testa di Marc: no, l'avrebbe ringraziato, alla fine.

Le tamburellò sulla spalla, vedendola sobbalzare appena e voltarsi: lo sguardo celeste si allargò appena, mentre la sua bocca si piegava in un broncio e poteva quasi vedere le nuvole di tempesta e i fulmini che incominciarono a crearsi attorno a lei: "Ciao" la salutò, mentre lei stringeva a sé la macchina fotografica.

L'aveva fatto anche il giorno prima...

"Ma non hai una vita? Un posto dove rinchiuderti?" bofonchiò con quella sua voce dalle tonalità vibranti e che gli ricordavano i campanelli che aveva sentito in una delle bancarelle che aveva visitato.

"Felice anche io di vederti, tigresse" le disse, affondando le mani nelle tasche e sorridendole: in effetti, più che un folletto le ricordava un cucciolo di tigre che ruggiva, pensando di essere pericoloso quando, in verità, era la cosa più carina del mondo.

E sì, trovava quella ragazza carina.

E sì, le piaceva anche.

E sì, non aveva problemi ad ammetterlo con se stesso: non era il protagonista di uno dei libri della madre, dove voleva nascondere i suoi sentimenti o non se ne accorgeva.

La piccola rossa dagli occhi celesti gli piaceva e, se non avessero iniziato con il piede sbagliato, poteva anche essere reciproca la cosa.

"Olivia, mi chiamo Olivia" gli disse lei, tirandolo via dai suoi pensieri e fissandolo, spostando il peso da un piede all'altro.

"Benjamin" si presentò a sua volta lui, posandosi una mano sul petto.

"Bene, ora te ne puoi anche andare" Olivia accompagnò le sue parole con un gesto della mano, voltandosi e nel girarsi bofonchiò un'unica parola: "Ladro."

Ah, sembrava non le fosse ancora passata...

"Ancora? Penso che ormai dovremmo superare questa cosa" le disse Benjamin, affiancandola e cercando di adeguare il suo passo a quello di lei, anche se non era un problema effettivo: Olivia era più bassa di lui, ma camminava spedita fra la gente: "Inoltre non ti stai perdendo niente" aggiunse, vedendola fermarsi e stoppandosi a sua volta.

Le aveva mentito? Sì, assolutamente.

"Davvero?"

"Un gioco incredibile!" le disse, sorridendo e decidendo di essere sincero con lei: bastava girare un attimo su un social qualsiasi per vedere le recensioni. Su siti come Metacritic aveva raggiunto senza problemi voti come 9.1: "Che stai facendo?" le domandò, vedendola muovere le labbra senza proferire alcuna parola.

"Conto fino a dieci, prima che ti spacchi questa in viso" Olivia quasi ringhiò quelle parole, una cosa che non pensava umanamente possibile, alzando appena la macchina fotografica: "Mi gioco tutti i compleanni e i regali di Natale se i miei lo scoprono"

"Sembra costosa" mormorò Benjamin, osservando l'apparecchio che lei teneva in mano: non gli pareva una macchina fotografica da persona normale, una di quelle da gita di famiglia, tipo quella che era nascosta in qualche cassetto a casa sua.

Quella di Olivia era grossa, nera e sembrava pesante, con un obiettivo altrettanto grosso e lungo.

"Lo è."

Benjamin sorrise a quella risposta stringata, infilandosi nuovamente le mani nelle tasche e dondolandosi sui talloni, guardandola negli occhi: "Sai che cosa non è costoso? Qualcosa di caldo da offrirmi" si fermò, umettandosi il labbro inferiore e osservando lo sguardo di Olivia ridursi a una fessura, mentre sentiva un sorrisetto comparirgli sulle labbra: "Ieri non l'hai fatto, quindi..."

Il giorno prima, per quanto lei lo avesse accompagnato da Starbucks si era rifiuta di pagare per lui, adducendo che non aveva soldi con sé, e aveva anche evitato di ordinare qualsiasi cosa per sé, bofonchiando poi di nuovo qualcosa sul gioco che lui le aveva rubato, prima di andarsene inviperita quando Benjamin aveva provato a far valere le sue ragioni.

"Non ho soldi" dichiarò con decisione Olivia, alzando il mento e fissandolo negli occhi, quasi come se lo stesse sfidando a dire il contrario.

"Sto iniziando a pensare che questa sia una scusa" mormorò Benjamin, facendo un lungo e lento sospiro, prima di scuotere la testa: quale persona sana di mente andava in giro senza nemmeno un euro? Sicuramente stava mentendo.

Olivia gli sorrise, scrollando delicatamente le spalle e ridacchiando: "Credi quel che ti pare, ladro" gli disse, facendo un passo indietro e infilandosi in un gruppo di persone dai tratti asiatici.

La vide oltre il gruppetto, continuando a marciare spedita fra le persone, perdendola quando s'infilò dietro un signore dall'aspetto nerboruto e con il figlioletto sulle spalle.

Quel piccolo elfo...

Benjamin sorrise, infilando nuovamente parte nel viso nella sciarpa: gli era sfuggito ancora.


a/n: non so da voi, ma da me è arrivato il freddo e nell'aria c'è quel profumo di neve...

Comunque eccomi di nuovo qui, nuovo giorno. Nuovo capitolo. Nuove maledizioni verso me stessa per avuto quest'idea: penso che a Natale avrò scomodato ogni pantheon esistente e creato anche qualcuno, giusto per avere nuove divinità da maledire.

Intanto, come sempre mi scuso per gli errori  che ho lasciato, tempi stretti e via dicendo.

Vi ringrazio tantissimo poi per i commenti, i voti e le letture ai capitoli precedenti!

Grazie tantissimo!

Una storia di NataleTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang