capitolo quattordici

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BENJAMIN

"Non guardarlo così male, posso assicurarti che è un bravo ragazzo" dichiarò Benjamin, afferrando la protezione della pista e stringendola con forza, mentre cercava di mantenere una posizione eretta e, se possibile, dignitosa: "Magari fuma un po' troppo, ma è a posto."

Un tipo a posto con idee del cazzo, aggiunse dentro di sé. Ma perché quell'idiota di Marc era voluto andare lì?

Inspirò, sentendo la voce della madre che lo rimproverava per quel'unica parolaccia detta nella sua mente: sua madre ci teneva all'educazione e al linguaggio educato, le parolacce non dovevano giungere alle sue orecchie.

Il fatto che lei stessa, poi, non rispettava sempre la sua stessa regola, permetteva a Benjamin di lasciarsi andare ogni tanto, nei suoi pensieri.

"No. è che..." Olivia scosse il capo, indicando l'amica che stava dividendo con Marc uno di quegli affari utili ai bambini per pattinare ma che, nella realtà effettiva, erano monopolizzati dagli adulti: "Marie. Si è lasciata da poco" aggiunse Olivia, mentre Benjamin vedeva l'amica di lei ridacchiare a qualcosa che le aveva detto Marc.

Amica che si era lasciata da poco...

Sì, ricordava qualcosa del genere.

"Oh. L'amica con la crisi isterica" disse rivolto a Olivia, vedendola annuire con la testa: "Beh, magari Marc può aiutarla" aggiunse Benjamin dopo un po': la noncuranza e la leggerezza di Marc, magari, potevano veramente essere un balsamo per lei.

Fissò Marc, grande e grosso con la pelle scura e lo sguardo tranquillo, mentre al suo fianco Marie appariva piccola con i lunghi ricci neri che le cadevano sulla schiena: non erano male assieme, dopotutto.

Fece un passo, stringendo i denti e aggrappandosi maggiormente alla barriera, sentendo la mano di Olivia posarsi sul suo petto e aiutarlo a rimanere in piedi: accidenti a quella stupida idea di Marc!

"Sei pessimo, lo sai?" Olivia ridacchiò, aiutandolo a tenersi eretto e guardandolo di sotto in su: profumava di fiori e i capelli rossi erano sfuggiti dai bordi del berretto bianco che indossava e che rendeva più chiari i suoi grandi occhi azzurri.

Era carina. Incredibilmente carina e vicinissima a lui.

"Ehi, è già tanto se riesco a fare qualche passo, non mi sembra che a Parigi ci sia il ghiaccio perenne" bofonchiò, maledicendo i pattini che indossava: se avesse avuto le sue scarpe da ginnastica ai piedi, sarebbe stato più sicuro di sé e avrebbe potuto...

Cosa avresti potuto fare, Benjamin? Si domandò, osservando il volto di Olivia rivolto verso di lui, le labbra rosee dischiuse e leggermente secche.

Come aveva fatto a caderci così? La conosceva da una manciata di giorni, eppure si era ritrovato completamente andato per lei. Conquistato dal suo modo di rammentargli ogni volta il torto subito, completamente incatenato da quei grandi occhioni azzurri che lo fissavano sempre, sostenendo il suo sguardo...

Forse l'amore era così, forse semplicemente accadeva come era successo a lui.

"Non è difficile" decretò Olivia, ignara di ciò che gli riempiva la mente e continuando il suo discorso: "Perché siamo venuti a pattinare se non sapete farlo?"

"Chiedilo a Marc" bofonchiò Benjamin, indicando l'amico e appoggiandosi maggiormente alla barriera e sentendo Olivia seguirlo nei movimenti, quasi come se temesse di lasciarlo andare: "L'idea è stata sua."

"Vero."

Benjamin la fissò, osservò il profilo di lei rivolto verso i loro amici e ne seguì lo sguardo, fissando Marie che stava provando a pattinare senza l'aiuto di quell'aggeggio ma subito agguantandolo per non cadere: "Quindi lei si è lasciata da poco" mormorò Benjamin, passandosi la lingua sulle labbra e chiedendosi se poteva chiederlo. Sì, poteva e doveva: "E tu?"

Una storia di NataleNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ