Capitolo 10

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Ryder

Se non sbaglio oggi ho rischiato di avere un mancamento ben tre volte.

Magari ho contato male.

La prima volta é successo quando questa mattina Ethan si é svegliato piangendo perché aveva avuto un incubo.

Non avevo mai visto quel bambino piangere così tanto.

Pensavo avesse sognato una cosa banale, capita a tutti i bambini no?

Magari ha sognato qualche mostro oppure dei serpenti, a lui fanno schifo i serpenti, ho pensato.

Invece ha parlato di qualcosa che riguardava nostra madre.

In quell'esatto momento penso mi sia crollato il mondo addosso.

Mio fratello é infelice perché sua madre l'ha abbandonato e io mi sento inutile perché non potrò mai ricoprire il ruolo di una madre.

Tutta colpa di quella stronza.

Se fosse stata una buona madre, se non avesse bevuto ventiquattr'ore su ventiquattro, se non se ne fosse mai andata, forse, e dico forse, sarebbe stato tutto più facile.

Ma la vita é stronza si sa, ti mette davanti le sfide più difficili anche se non hai fatto nulla di male, anche se stai cercando di dare il meglio di te.

É solo colpa di mia madre e di nostro padre se ora Ethan sta male.

Ma nel mio piccolo so che é anche colpa mia perché non mi sto impegnando abbastanza.

Ethan non ha nemmeno cinque anni ed é senza genitori e con un fratello che fa un lavoro poco raccomandabile. Mi sento in colpa per questo. Vorrei mi prendesse come punto di riferimento, ma fino a quando non mi sistemerò in modo onesto preferisco non lo faccia.

Quando dico che mi é quasi venuto un mancamento sono serio.

Ero di ritorno dalla mia corsa mattutina, c'era un'alba splendida, starei ore a guardarla, colei che riesce a mettere a tacere i miei pensieri senza fare rumore, ma non potevo stare fuori a lungo, quindi sono rincasato e mentre facevo la doccia ho sentito un urlo.

Mi sono mosso talmente in fretta che non ho visto il muro é ho picchiato la testa bella forte, molto probabilmente ora avrò un livido sotto il mio ciuffo.

Cazzo che male.

Sono corso in camera di Ethan e l'ho preso in braccio cercando di rassicurarlo, aveva gli occhi spalancati e il fiatone.

Sarò sincero, faccio un po' schifo a trovare parole di conforto quando qualcuno sta male. Nonostante ciò lui mi ha abbracciato forte, per quanto le sue esili braccia glielo permettono, e mi ha chiesto di non andarmene. Poi si é addormentato di nuovo.

Ho deciso che l'avrei portato alla U.H. più tardi del solito per lasciarlo riposare in modo da riprendersi.

Se si sveglia con la luna storta é intrattabile, sarebbe capace di strillare contro chiunque, lo dico per esperienza, per quanto sembri un bambino tranquillo quando alza la voce lo sentono fino dall'altro capo della città.

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