Capitolo 14

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Ryder

Sono passati due giorni dallo scontro avvenuto con Evangeline.

Due giorni di inferno.

Due giorni in cui sono uscito di casa solamente per accompagnare Ethan alla U.H. e non sono nemmeno riuscito a incontrarla.

Due giorni in cui Igor mi ha sovrastato di lavoro, decine di ricerche e cartelle piene di incarichi sulla mia scrivania impedendomi di correre da lei per chiarire.

Non so dove sia, la sua casa é distrutta il suo telefono pure, non posso nemmeno rintracciarla.

Il tempo è diventato una sospensione dolorosa dopo le parole che mi ha gettato contro in preda alla rabbia.

Il suo sguardo era vuoto, deluso e in lei montava una rabbia disumana che ha trattenuto evitando di colpirmi con qualsiasi cosa le capitasse sotto mano.

Quella mattina era iniziata nel miglior modo possibile eppure nel giro di pochissime ore tutto era cambiato

Come prima cosa mi sono svegliato al suo fianco.

Evidentemente dovevo essermi addormentato poco dopo che il suo respiro si era fatto pesante.

Eravamo entrambi schiacciati verso un unico lato del letto scaldandoci a vicenda con il nostro calore corporeo e il mio braccio tatuato avvolgeva la sua esile vita.

Avrei voluto restare lì con lei tra le mie braccia ma le avevo promesso che una volta addormentata me ne sarei andato.

Sono stato qualche altro minuto abbracciato a lei.

Quando il suo fondoschiena incollato al mio centro si è mosso però ho capito che era il momento di andare a dormire sul divano.

Così ho fatto.

Alle cinque di mattina come di routine mi sono svegliato accorgendomi però di non aver preso l'occorrente per andare a correre prima di uscire dalla stanza.

Una volta arrivato sullo stipite della porta mi sono perso a guardarla mentre dormiva.

Era così piccola nel mio letto.

I suoi occhi da cerbiatta erano chiusi e il suo volto era rilassato.

I lunghi capelli castani erano sparsi sul cuscino e lei era rannicchiata mentre sonnecchiava con la bocca leggermente aperta.

L'ho fissata per una decina di minuti, lo ammetto, non sono riuscito ad evitarlo.

Però poi lei si è svegliata e mi ha trovato a fissala, ho approfittato del suo momentaneo stordimento per prendere ciò che serviva.

Continuava a farmi domande così per farla smettere ho iniziato a spogliarmi dinanzi a lei.

Ha funzionato.

Cinque secondi dopo però ci trovavamo uno a respirare l'aria dell'altro.

Ma per la seconda volta quel bacio ci è sfuggito.

Cazzo ero talmente frustato e allo stesso tempo eccitato che me ne sono andato di lì velocemente e ho iniziato a correre.

Cinque chilometri di aria fresca e fatica ad offuscarmi la mente da tutti i pensieri.

Con l'alba alle spalle, poi, sono rincasato.

Pensavo di trovarla sul divano in salotto dopo aver visto che aveva preparato l'occorrente per la colazione, tuttavia non era lì.

Ho guardato verso il corridoio e la prima cosa che ho notato era la porta della stanza di Ethan socchiusa.

L'ho trovata a osservare i miei disegni affissi alle pareti di quella stanza che io stesso avevo dipinto.

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