Capitolo 15

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Evangeline

Silenzio.

Una fottutissima settimana di silenzi e parole non dette.

Era passata una settimana dal nostro litigio e di Ryder non c'era traccia.

Non lo avevo più visto ne a scuola ne alla U.H.

Era come se fosse scomparso.

Cosa mi aspettavo? Che mi cercasse e mi rivolgesse delle scuse?

Patetico Evangeline, davvero patetico.

Ammetto di essermi preoccupata.

Inizialmente non vedendolo, mi ero sentita in colpa per come lo avevo guardato e per come lo avevo accusato senza nemmeno lasciare che mi spiegasse come stavano realmente le cose.

Era stato solo un momento di debolezza.

Da quel momento in poi avrei guardato solo avanti, basta menzogne e basta segreti.

Nella mia vita ce n'erano fin troppi.

A partire da quelli dei miei genitori biologici fino a quelli adottivi e ora pure quelli di Ryder.

Qualche giorno dopo il nostro litigio ho deciso di intrufolarmi nella base sotterranea de il Boa.

Mossa stupida penserete.

Non proprio.

In realtà é da un po' di anni che lo conosco, tempo fa lui e Jeff erano grandissimi amici e soci in affari quindi spesso mi toccava passare qualche ora assieme a lui.

É sempre stato un tipo abbastanza silenzioso, non sorrideva mai, era un po' inquietante.

Adesso però non mi fa più paura, non ho nulla da perdere.

Quel pomeriggio dovevo uscire con Benjamin per accompagnarlo all'Eclipse perché aveva appuntamento con un ragazzo.

Olly non sarebbe venuta con noi perché aveva delle materie da recuperare.

La mia amica si era scusata per avermi risposto in modo brusco quando l'avevo chiamata la mattina presto da casa di Ryder e io l'avevo perdonata.

Il locale era aperto agli studenti durante il giorno perché la sera nel corso della settimana in molti preferivano riposare o dedicarsi allo studio.

Oramai era qualche giorno che stavo a casa di Benjamin e sua madre mi aveva prestato dei vestiti.

Non avevo nulla per andare in discoteca però, e per l'occasione la signora Lawson mi aveva portato un abito nero costosissimo abbastanza corto da lasciare scoperte gran parte delle mie gambe ma non troppo da farlo salire con un solo movimento.

Era riduttivo dire che lo adoravo.

Adoravo anche la madre di Benjamin, una donna amorevole sulla cinquantina.

Inizialmente mi ero opposta, non volevo rischiare di romperlo o rovinarlo visto la mia sbadataggine, ma poi i due mi avevano convinta.

<<Ragazza mia, i tempi in cui potevo indossare quel vestito sono finiti, ora tocca a te.>> Aveva detto passandomi quel pezzo di stoffa a dir poco stupendo.

Sapevano essere piuttosto persuasivi.

Durante il tragitto verso il locale avevo finto di aver dimenticato la borsa a casa quindi avevo chiesto a Ben-ben di prestarmi le chiavi dell'auto così da andarla a riprendere.

Non ho la patente ma il mio amico é abituato a vedermi guidare la sua auto visto che io sono sempre quella che alle feste non beve.

Tuttavia non ho mai una borsetta con me perché le trovo inutili ma Benjamin era talmente preso da questo nuovo ragazzo da non ricordarsi questo dettaglio.

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