20."Le lettere."

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Pov's Charlotte:



Ed eccoci qui.
Maria ci ha chiesto di scrivere una lettera che racconta la nostra storia.

Così decido di scrivere una lettera e mettere tutta la mia vita in sintesi.

Prendo una penna e un foglio, e mi siedo nel bancone in cucina.
Siamo tutti sparsi per la casetta.

Giovanni e Kumo sono nel tavolo messi distanti.

Ogni tanto lui mi guarda e mi lancia un sorriso.

<<Ragazzi, vi racconterò la mia storia...
Sarò più sintetica possibile, anche se so che non sarà così.
Da piccola, sono sempre stata per tutti i miei compagni di scuola "Charlie la grassona"
Avrei voluto inoltre ballare Latino americano, sin da bambina, ma quando andai le altre bambine mi prendevano in giro. Così non andai più.
Non avevo amici, neanche a scuola, tutti mi deridevano e mi escludevano da tutto.
Così, me ne stavo sempre sola, fino a quando non incontrai una bambina, che veniva esclusa venendo chiamata "sfigata", lei si chiama Giulia.
E ancora oggi è la mia migliore amica, solo che ad oggi studia in un altra città.
A 12 anni con Giulia, passeggiavamo per la città, e passano davanti al parco dove c'erano ragazzi della nostra età più o meno, che giocavano a calcio.
Entrammo, e ne notai subito uno.
Un ragazzino, alto più o meno 1,50 con i capelli scuri e gli occhi belli.>>

Mi mordo la penna e guardo Giovanni che è concentrato a scrivere.

<<Quel ragazzino, era il più bello che io avessi mai visto.
Così ogni giorno con Giulia andavamo al parco per vedere se c'erano anche loro e andavamo a vedere loro che giocavano a calcio.
Ma quando un giorno lui mi baciò, lo fece per una scommessa.
Anche il ragazzo che mi piaceva mi aveva derisa.
Così mi rifugiai a casa mia e uscivo solo per andare a scuola.
Poi dopo 3 settimane, mia madre mi disse che avremmo dovuto trasclocare a Bari, che papà era stato promosso e trasferito in un altra azienda.
Per me fu una bella notizia, potevo iniziare da capo.
E così feci, iniziai a dimagrire e mi sono iscritta a scuola di danze latino americane.
Ero diventata come volevo, magra, un po' più alta, mi tinsi i capelli più biondi e ho iniziato a curarmi di me stessa
Dai vestiti, alle unghie, ai capelli, al viso...
I ragazzi iniziarono a notarmi, ma nel frattempo che conobbi a uno, mio padre fu licenziato e portato davanti a un tribunale per accusa di molestie alla sua giovane segretaria.
Fu arrestato, e poi messo agli arresti domiciliari.
Inutile dire che perse il lavoro.
Lavorava solo mamma, e nonostante fosse una dottoressa, mi disse che non potevo andare più a danza per he doveva mantenere me, mia sorella, la casa, e la sua auto.
Mio padre nel frattempo diventò sempre più violento.
Soprattutto con me. Iniziò prima verbalmente e poi con le mani.
Io per non mollare la danza, mi trovai un lavoro, pur essendo una diciassettenne, e la mattina al posto di andare a scuola, andavo a fare le pulizie da una signora, che poi diventarono sei signore, una al giorno e mi facevo un po' di soldi così da mantenere la mensilità della scuola di ballo, e i costi dei concorsi.
Mamma non si accorse di nulla, e io nel frattempo, perdevo l'ultimo anno di liceo, perdendo anche la possibilità di diplomarmi.>>

Mi fermo e vedo Giovanni continuare a scrivere.
Poi alza lo sguardo e mi guarda dolce strizzandomi l'occhio.

Io sorrido e poi torno a scrivere.
<<Sono venuta qui ad amici, e adesso lontano da casa sono felice.
Felice... Ma insicura.
Nonostante abbia perso peso e mi curo di più di me stessa.
Non ho sicurezza, penso sempre di essere in difetto, vivo misurando il cibo per paura di ingrassare di nuovo, che le persone mi emargino di nuovo, e che io resto di nuovo sola.
Anche quando ballo, molte volte mi sento spesso poco sensuale e bella.
Ma poi ci sono in sala con me Raimondo, Francesca e Umberto che mi fanno credere di più in me stessa.
E poi qui ho degli amici stupendi, un professore a cui voglio bene, Maria che c'è sempre per tutti e... Lui.
Giovanni.
Si lo stesso ragazzino che mi derise rubandomi il mio primo bacio.
All'inizio ero arrabbiata con lui, tanto da volermi vendicare, ma piu lo conoscevo e piu mi piaceva.
È stato così dolce e gentile che è stato impossibile non riprendermi una cotta per lui.
Lui, che mi sta vicino e ha promesso di proteggermi da mio padre, quando altri ragazzi in passato sono fuggiti, da me a causa sua.
Lui no, lui non se ne andrà, me lo sento.
E adesso la stessa bambina "cicciottella" di una volta sta con il suo primo piccolo amore.
Credo che fosse destino, io feci il casting d'estate e lui venne chiamato a ottobre e io a dicembre.
Ci siamo ritrovati per puro caso e da quel giorno ho capito delle cose...
Che a quei tempi, non sapevo cosa significasse "amare" ma ad oggi lo so, e la parola amore, ad oggi per me, porta solo il suo nome. Quello di Giovanni.>>

••Amici 23•• Giovanni Tesse •• Destiny ••Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora