01 - L'INIZIO DI UN DISASTRO

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AMBER

Fisso il suolo seduta su questo marciapiede da quella che sembra essere un'eternità; nella mia mente si ripete ciò che è accaduto poco fa e non so dire se sia davvero capitato o se sia solo stata un'allucinazione, un incubo, però le immagini sono così nitide...

Rivivo quell'attimo per l'ennesima volta e la sensazione di avere una voragine scavata nello stomaco si intensifica, aumenta il battito già elevato e ricomincia a mancare il fiato mentre nelle mie orecchie i suoni arrivano ovattati e incomprensibili. Attorno a me vedo luci sfocate. Forse sono... blu.

Provo a spostare lo sguardo dal suolo ma subito dopo averlo fatto provo un dolore improvviso e insostenibile alle tempie. Sono costretta così ad abbassare la testa e serrare con forza gli occhi per dei secondi infiniti. Successivamente ci riprovo e comincio a mettere a fuoco l'ambiente che mi circonda.

La prima cosa che noto è una coperta adagiata sul mio corpo che però non attenua i brividi da cui sono scossa. I suoni cominciano ad essere più nitidi e sento una voce profonda insinuarsi nel mio petto.

Credo che qualcuno mi stia parlando, cercando di farmi tornare in me. Sposto lo sguardo per vedere da dove provenga e mi accorgo che si tratta di un ragazzo che con una mano mi accarezza delicatamente la schiena mentre mi osserva preoccupato smettendo di parlarmi.

Non appena si accorge che sono tornata in me mi avvolge in un abbraccio inaspettato che mi porta a provare un dolore atroce alla spalla sinistra.

Dopo qualche secondo si sposta lievemente e mi permette così di osservare meglio il suo volto, cerco di capire chi sia ma facendo ciò non faccio altro se non aumentare il senso di nausea che mi attanaglia.

I suoi occhi calamitano subito i miei e mi perdo nel celeste cristallino che li caratterizza. Cavolo, perché mi sembrano così famigliari. Il mio sguardo viaggia poi sulle lentiggini che creano una miriade di costellazioni sul suo viso e poi sui capelli lisci e castani disordinati.

Mi guarda, probabilmente aspettando che in me scatti una qualche reazione nei suoi confronti, ma nulla. Non accade nulla dentro di me. Sento solo vuoto. Quando comprende che non ho la benché minima idea di chi egli sia, in lui sale la preoccupazione. Prende le mie braccia e le avvolge con le sue mani tremanti.

<Ei, sono io..> sussurra.

Provo a rispondere alle sue parole ma non ricordandolo inizio a rifletterci, sforzandomi nell'intento di far svanire ogni briciola di terrore che scorre nel sangue di entrambi. Mi sento come se sapessi di avere questa risposta sulla lingua, sento di conoscerlo, come se ci fosse un filo che ci avvolge e ci tiene uniti.

A porre fine a questo momento è però un soccorritore che, scendendo in fretta dall'ambulanza, ci raggiunge mentre osserva con professionalità le mie condizioni. Si è subito avvicinato, ha cominciato a controllarmi freneticamente e allo stesso tempo mi ha rivolto una serie di domande.

<Ricordi come ti chiami?> è stata la prima cosa che mi ha chiesto e a cui purtroppo non ho saputo rispondere se non con un sospiro strozzato. Fu in quell'esatto istante che mi cadde il mondo addosso.

Lo sguardo del ragazzo divenne improvvisamente più attento e rigido di quanto era già ma proseguì con l'interrogatorio e mi chiese:
<Invece sapresti dirmi se provi da qualche parte dolore?> e fu in quel momento che mi scoprì dalla coperta e la ferita sulla spalla gli divenne visibile.

Saltò subito sull'attenti e gli si spalancarono gli occhi. Ha così chiamato un altro soccorritore che si è apprestato a venire. Si sono scambiati una serie di sguardi e mi hanno domandato se fossi in grado di camminare fino all'ambulanza poco distante. Annuì e, con l'aiuto del ragazzo che era stato accanto a me fino ad ora su questo freddo marciapiede, ci siamo diretti lì.

Sentivo i soccorritori parlare tra loro mentre passavamo dinanzi ai resti della macchina con tranquillità. La scrutai e il senso di colpa mi pervase finché non mi soffermai troppo a lungo sul posto del guidatore, tanto da intravedere del sangue sul sedile.

Non ricordo cosa sia accaduto prima dell'impatto, né perché abbia questa sensazione di colpa addosso ma, non appena mi fermo, dei flashback mi pervadono la mente. Sono molto confusi e sconnessi. Vedo un uomo alla guida (che potrebbe avere circa 45 anni) sbraitarmi contro, una forte luce seguita dal rumore assordante di un clacson fino a quando il suono dei freni mi perfora lo stomaco.

Improvvisamente comincio ad avere le vertigini e a respirare con fatica. Quando i due soccorritori non ricevono risposta ad una loro domanda tutti si girano preoccupati e si accorgono che sto per cadere rovinosamente a terra. A impedire ciò, è una mano che mi afferra saldamente prima che l'oscurità mi avvolga.

SPAZIO AUTRICE:

Ei, popolo di Wattpad, benvenuto in una storia che ha l'obiettivo di farti piangere l'acqua del battesimo.

A parte gli scherzi, volevo provare a condividere con voi l'inizio di una mia idea💡.

Vorrei chiedervi un piccolo favore: nel caso vi piaccia, votate così che possa capire se proseguire e pubblicare altri capitoli 😆.

Ci vediamo presto con altri aggiornamenti.
Ciao, stelle cadenti! ☄️❤️

Missing Piece - Il pezzo mancanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora