03 - L'OSPEDALE (2/2)

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AMBER

Aspetto con smania la risposta alla mia domanda che col passare dei secondi sembra non arrivare più. Il suo atteggiamento alle mie parole mi rende confusa e nervosa allo stesso tempo perché non riesco a comprenderne il motivo.

<Lui è in viaggio> sputa come se questa frase gli fosse costata tutto l'oro del mondo.

Mi trovo sul punto di chiedergli dove e se fosse possibile andarlo a trovare ma un forte bussare alla porta spezza il nostro discorso. Speravo di vedere mia madre, avrà avuto qualche problema con l'azienda. Ma la persona che si staglia sulla porta non mi permette di rimuginare troppo: un poliziotto.

Perché un poliziotto ha bussato alla mia porta? Non so nemmeno come reagire visto che, ironia della sorte, ho scordato un paio di cose recentemente. E se avessi investito per sbaglio una vecchietta innocente mentre attraversava la strada? Aspettate un attimo, ma ho la patente? Oh no, e se fosse qui per quella volta in cui, in gita a 12 anni assieme a dei miei compagni, sostituii un dipinto di una galleria d'arte con un capolavoro nettamente migliore? È stata esilarante la faccia del nostro insegnante, se solo potessi vedere nuovamente la sua espressione sconcertata come fosse la prima volta.

Mentre nella mia testa si palesano tutti i possibili scenari di come possa aver devastato (oltre che la sanità mentale del mio professore) il mondo intero in 17 anni di vita, l'agente chiede cortesemente a mio fratello di uscire momentaneamente dalla stanza.

<Amber, ho un paio di domande da farti riguardo l'incidente>

Ok, adesso si che l'opzione dei quadri comincia ad essere allettante. Avrei preferito quella. Non sono ancora riuscita ad affrontare il fatto che il mio patrigno sia morto, anche se, per tutto quello che ha fatto, probabilmente non mancherà a nessuno se non a mia madre, Evelyn Stone.

Lo ha accolto nel suo cuore solo per soffocare il dolore di non poter avere più papà a fianco, quindi inizialmente lo avevo compreso. La situazione ha cominciato a diventare insostenibile quando, dopo aver compiuto 14 anni, il mio patrigno non faceva che litigare con mia madre per qualsiasi cosa e alle volte andava fuori controllo prendendosela con tutti.

<Sono insorte delle problematiche durante la ricostruzione dell'incidente> mi informa osservandomi con sguardo indagatore e prosegue: <Potrebbe non essere stato un caso che tuo padre abbia perso il controllo del veicolo. Tu sai qualcosa a riguardo?>

<Non era mio padre, ma il mio patrigno e non capisco dove vorrebbe arrivare a parare. Come penso già sappia, sono diventata Dory Stone da poco, quindi, anche se fossi stata a conoscenza di qualche informazione succulenta, probabilmente non me lo ricorderei> rispondo frustrata.

Sospira mentre con le dita si strizza gli occhi, cercando di mantenere la calma.

<Amber la situazione è più grave di quanto tu creda; la polizia ipotizza non si tratti di un incidente bensì di un omicidio, lo dimostra il fatto che la vettura è stata manomessa>

Mi sono fermata alla parola ''omicidio'' che ha cominciato a vorticare nella mia mente. Il mio volto deve essere sicuramente impallidito, così come gli occhi spalancati, rivelando un'inesprimibile senso di smarrimento e incredulità. Ogni movimento sembra essere rallentato, come se anche il mio corpo stesse lottando per assimilare la terribile verità che si sta dispiegando davanti a me.

<Aspetti, se si tratta di un omicidio perchè lei è qui a parlarne con me?> domando più a me stessa che al poliziotto, per poi realizzare che...
<Un attimo mi sta dicendo che credete io abbia architettato tutto?> chiedo sconcertata.

<Questo è assurdo, non sa cosa sta dicendo, io ero in quella macchina, potevo morire> aggiungo al contempo adirata e turbata.

<La polizia ha valutato la possibilità di suicidio> replica ponderato.

<Il mio? Spero lei stia scherzando, perché mai avrei voluto?> ribatto quasi al culmine.

<Questo dovresti dirmelo tu, sono venuto qui proprio per scoprirlo. Senti Amber, se ammetti di aver architettato tutto in modo da ottenere un guadagno economico, probabilmente riceverai il minimo della pena> controbatte osservandomi a braccia incrociate.

<Come fate a dire che io avrei potuto ricavarne qualcosa? Non ha senso, come ho detto poco fa: io ero lì> ribadisco.

<La polizia presume tu volessi porre fine alla tua vita e a quella del tuo patrigno a causa forse di qualche discordia. Così facendo avresti garantito alla tua famiglia un tornaconto e una vita agiata> asserisce.

<Io, non credo sia così> provo maldestramente a smentirlo.

<Tu non credi?> replica allibito l'agente.

<Come faccio a esserne certa? Ho scordato un paio di eventi della mia vita, a quanto pare anche la mia migliore amica che conosco dall'asilo! Per quanto ne so avrei potuto far evadere un ippopotamo dallo zoo qui a fianco e non ricordarlo> sostengo fermamente.

<Visto che non mi stai fornendo nessuna informazione a riguardo, il mio lavoro qui è inutile. Ma la polizia continuerà a indagare e se dovesse trovare qualsiasi cosa che possa comportare la tua colpevolezza, sarai in guai grossi> dichiara zittendomi.

SPAZIO AUTRICE:

Ei, stelle cadenti ☄️, grazie per essere arrivate fin qui. Ci troviamo alla fine di questo tortuoso capitolo!

Che dite? Secondo voi dove si trova realmente l'altro fratello di Amber?

E poi è stata Amber a causare l'incidente ma non lo ricorda o è stato qualcun altro? Ma SOPRATTUTTO perché?!

Vi lascio ai vostri film mentali.

Cercherò di pubblicare nel weekend 🙃

A presto, con un nuovo capitolo✨❤️.

Missing Piece - Il pezzo mancanteTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang