02 - UNA BRUTTA NOTIZIA

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JACK

<Dovete farmi entrare!> esclamo per la millesima volta da quando mi trovo in questo reparto. Nessuna risposta se non una donna seduta qualche poltrona più in là che mi lancia occhiate infastidite e il personale sconcertato indeciso se intervenire ancora. Decido di sedermi dopo aver passato i trenta minuti precedenti a percorrere su e giù il tratto davanti la porta di Amber con i nervi a mille. Non riesco a guardare un secondo in più la scritta sul muro che mi ricorda continuamente dove mi trovi. Caccio un sospiro profondo mentre mi porto le mani alla fronte in un gesto di esasperazione.

Tutto è uguale, i corridoi sono identici in tutto l’ospedale e, ogni volta che alzo il volto, mi scontro con il celeste spento delle pareti, consumato negli anni. Di punto in bianco sopraggiunge il medico che si rivolge a me come se fosse stanco di essere pagato per affrontare la stessa situazione quasi ogni giorno.

<Mi dispiace ragazzo, non credo tu la possa vedere al momento. Le stanno somministrando diversi medicinali, non so se tu possa sopportare le sue condizioni> dice avvertendomi.

<Non importa, sono disposto a tutto. Se lei si dovesse svegliare senza nessuno affianco non me lo perdonerei mai. Le ho fatto una promessa>

Mi scruta negli occhi cercando di capire se stia dicendo la verità. Socchiude leggermente le palpebre mentre riflette.

<Sei proprio testardo. Mi ricordi una persona che alla tua stessa età era spiccicata a te. Quando aveva un obiettivo da raggiungere nulla l’avrebbe scalfito fino a quando non l’avrebbe ottenuta>

<Senza offesa, ma non capisco come questo possa aiutarmi adesso>

<Ti aiuta… perché si tratta di me> mi disse alzando un’estremità della bocca per lanciarmi un sorriso complice.

Si avvicina alla maniglia che abbassa, non prima di aver controllato che nessuno ci stesse osservando, e mi lascia entrare. È in quell'istante, quando la vedo, che realizzo che avrei potuto perderla per sempre.

Mi avvicino al letto cercando di fare il meno rumore possibile. Con la mano sfioro le lenzuola mentre osservo il suo corpo fragile e debole inerme che, pieno di lividi, è disteso quasi senza vita.

I capelli mossi sono sparsi sul cuscino e incorniciano il suo volto pallido che non risplende più come prima. I suoi occhi sono celati dalle sue palpebre chiuse e una garza le copre un taglio sulla fronte. È difficile vederla così, non poter sentire la sua risata mi prosciuga e non posso nemmeno consolarmi nel verde incontaminato delle sue iridi.

Afferro una poltrona vicino la finestra e la trascino al suo letto. Mi siedo e afferro la sua mano. Starò sveglio fino a quando si sveglierà, mi impunto. La fisso aspettando pazientemente che i suoi occhi si schiudano e che mi dica che quello di poco fa è stato solo uno scherzo di pessimo gusto, che è tutto passato e si ricorda di me.

Passano un minuto…quattro…dieci…venti…

Rivolgo un’occhiata all’orologio, segna 00:40.

È esattamente uguale. Tutto è dannatamente identico all'altra volta.
A partire dall'odore di disinfettante fino ad arrivare alle occhiate compassionevoli delle infermiere. Solo che stavolta lei non è al mio fianco, non mi tiene forte la mano o dorme con me sulla stessa poltrona. No, questa volta io sono da solo e l'unica cosa che mi accompagna è la paura di perdere anche lei.

Gli occhi divengono appannati e mi sforzo a tenerli aperti ancora un po’ sbattendoli ripetutamente. Li chiudo solo per qualche secondo, penso. Il sonno però mi inganna e finisco nelle sue grinfie.

AMBER

Apro con fatica gli occhi e la prima cosa che noto è una fascia che avvolge la mia spalla. Sposto lo sguardo che si imbatte sul viso sfocato di un ragazzo. Dorme sul mio letto, con la testa poggiata vicino le mie gambe e la bocca socchiusa, su una sedia che non sembra essere molto comoda.

Mi fermo e lo scruto senza emettere ancora nessun suono e, non appena metto a fuoco il suo viso, mi accorgo che è...oddio, è <JACK! >

Spalanca di colpo gli occhi e incredulo mi abbraccia prestando attenzione al braccio.

Poi improvvisamente si rialza e sorpreso mi osserva:

<Aspetta un attimo tu hai detto il mio nome, ricordi chi sono?>

<Si> sussurro debolmente.

Si fionda subito fuori la stanza gridando il nome di quello che presumo sia il mio medico. Ciò che succede dopo, può essere riassunto da mio fratello che discute in corridoio col dottore mentre quest'ultimo distrugge ogni sua speranza.

Cerco di origliare il loro discorso con l'infermiera che da quando è entrata ha addosso uno sguardo di compassione che mi fa venire l'orticaria. Vorrei solo gridare al mondo "STO BENE", così magari tutti la  smetterebbero di guardarmi sempre con pietà, condannandomi alla tristezza di non essere capita.

Controlla le mie condizioni e io intanto affino l'udito allungando il collo al massimo delle mie capacità elastiche. Intravedo dall'uscio della porta il dottore, che lei ha detto chiamarsi Jefferson, dice che la spalla guarirà e rimarrà solo una cicatrice e lo stesso vale per i tagli sul viso e la distorsione del polso.

Dice che senza cintura ed airbag adesso non me la caverei con così poco da ciò che lui ha definito "un punto di vista fisico". Infatti poi prosegue con tono più serio:

<Vedi Jack, tua sorella si è ricordata chi sei però non le è tornata del tutto la memoria. Le analisi mostrano che il trauma cranico ha provocato un'amnesia dissociativa, un tipo di amnesia causata talvolta anche da traumi cranici che porta a dimenticare informazioni personali. È una condizione che in alcuni casi richiede tempo e, con tanta pazienza, potrebbe tornare ad essere esattamente quella di una volta>

L'ultima cosa che sento prima che gli analgesici che mi hanno somministrato mi facciano cadere in un sonno profondo, è Jack che urla "<COSA SIGNIFICA POTREBBE?!>"

SPAZIO AUTRICE:

Ei, stelle cadentiii☄️

Chi altro ha avuto la stessa reazione di Jack a parte me???🙋🏼‍♀️

Scusatemi per il capitolo corto ma ci tenevo a tutti i costi a scrivere un piccolo punto di vista sulla situazione da parte di Jack oltre che di Amber.

In compenso cercherò di fare il prossimo più lungo.

Al prossimo capitolo✨❤️

Missing Piece - Il pezzo mancanteWhere stories live. Discover now