3 ~Guai~

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Appena entrai nel bar un odore di alcol si infiltrò nelle mie narici, dandomi la nausea.
Sono solo le 17 e 20 e già sono tutti ubriachi.
Bah. Mi avvicinai al bancone e aspettai Nick.

Mi misi ad ascoltare la radio.
"We'll meet again,
don't know where,
don't know when
Bit I know we'll meet again some sunny day.
Keep smiling through just like you always do,
Till the blue skies drive the dark clouds far away."

Mi lasciai cullare dalla voce soave dello speaker, mi accorsi solo dopo che quella era la voce di Alastor.
E che voce.
Cercai di rimangiarmi le parole appena pensate, ma come potevo mentire, la sua voce era così melodiosa, angelica..

Mi resi conto di star sognando ad occhi aperti, tant'è che Nick dovette scuotermi per risvegliarmi dal mio stato di trans, poi lo vidi sedersi accanto a me. <Ciao bambolina, vedo che sei cambiata nel tempo> disse la figura difronte a me.

<La prossima volta che mi chiami bambolina o con i soliti tuoi nomignoli del cazzo e ti giuro che la tua testa finirà nella mia collezione> <avanti tesoro, non scaldarti troppo, sono venuto qui solo per parlarti> mi rispose.

<Ah si? Sentiamo, cosa vorrà mai il grande Nick, sesso? Droga? Beh se è questo che cerchi, puoi star sicuro che da me non avrai nulla>misi subito in chiaro. Conoscevo quel bastardo, era solo un morto di figa e non faceva altro che bere e drogarsi.

<Oh bambolina, ormai mi conosci, ma questa volta non ho bisogno di nessuno di questi. Ho bisogno solo di una cosa> disse, diventando serio di colpo. <Ti darò cinquanta mila dollari, se tu mi farai questo favore>.

<Prima parlami di questo "favore" che ti devo, poi deciderò se aiutarti o no> <sono sicuro al cento per cento che accetterai, si tratta di un omicidio> disse, a quel punto mi si illuminano gli occhi. <Continua> gli ordinai,

<Un mio collega, Michael, mi ha fatto un torto, ripulendomi di ogni mio bene e rubandomi la moglie. Voglio che gli frantumi il cranio, poi, quando riavrò in possesso i miei soldi e mia moglie, ti darò la rispettiva somma di denaro>.

Richiesta molto allettante, ma chi ti dice che ti darà i soldi che ti ha promesso? Conosci Nick, è solo uno stronzo manipolatore, sarebbe da stupidi accettare la sua propos-
<Ci sto> risposi, interrompendo del tutto la mia coscienza che continua a blaterare.

<Questo è l'indirizzo, uccidi quel figlio di puttana e i soldi saranno tuoi> disse, per poi darmi un bigliettino con rispettiva via e numero civico della casa di Michael.

***

Rientrai in casa ma non vidi nessuno.
Alastor sarà ancora nel suo studio.
Vidi l'orario ed erano le 18 e 30. Accesi la radio e la stessa canzone ascoltata al bar risuonò tra le quattro mura del salotto. Mi sembra di averla già sentita questa canzone.

Non ci feci caso e andai in cucina, intenta a cucinare la cena per Alastor.
E tu, Malía? Non te la prepari la cena?
No, non ho fame.
Brava bimba, hai capito finalmente.

Lasciai perdere la mia coscienza e iniziare a preparare.
Quando finì erano ormai le 19 e 15, segno che il proprietario di casa sarebbe tornato da poco. Infatti, dopo qualche istante, sentì la porta aprirsi, rivelando dietro di essa la figura di Alastor.

Finì di apparecchiare e accolsi l'uomo con un sorriso, che ricambiò subito. <Mia cara, buonasera, vedo che ha preparato la cena> disse, ammirando il delizioso cibo che avevo cucinato apposta per lui.

<Si, signor Alastor, ho preparato la cena per voi, pensando che foste stanco dopo una giornata passata in studio> risposi io, soddisfatta. L'uomo si accomodò sulla sedia, ma fece una faccia confusa notando solo un piatto in tavola.

<Mi scusi, mia cara, e lei?>
Lei non mangia,signor Alastor. Lei deve dimagrire.
<Non ho fame, signor Alastor, ma se volete, vi faccio compagnia>,lui annuì, anche se la scusa utilizzata da me non lo convinse.

Rimanemmo a tavola per circa una mezz'oretta, parlando e scherzando di cose varie, poi sparecchiammo e ognuno andò nella propria stanza. Misi la mia solita vestaglia e mi misi a dormire.

***

Urla
Spari
Sangue
Alastor
Cacciatori
Polizia
Casa
Me
In loop, ormai queste immagini rimanevano impresse nella mia mente. Sentivo continuamente un canzone, quella canzone.
We'll meet again,
don't know where,
don't know when.
Bit I know we'll meet again some sunny day.
Keep smiling through just like you always do,
Till the blue skies drive the dark clouds far away.

La canzone che cantava Alastor in radio.

***

<CAZZO> dissi, mentre mi risvegliai di colpo. Sudavo freddo e il cuore batteva a mille. Ormai quelle scene facevano perte di me, venivano a trovarmi ogni notte.
Non è solo un sogno.. È un avvertimento.
Guardai l'orario e vidi che erano le 3 e 30 di notte, cercai di riprendere sonno, ma appena chiudevo gli occhi, quelle immagini tornavano.

Rassegnata, mi alzai e andai in cucina per bere un bicchiere d'acqua. "Sperando che Alastor non abbia sentito il mio urlo" pensai, non vidi nessuno uscire dalla camera accanto alla mia, quindi supposi stesse ancora dormendo.

Presi dallo zaino il bigliettino datomi da Nick e lo lessi. "Via ***, numero civico 164A, ore 4 in punto, 12/04. Non tardare"
Domani mattina.
Forse avrei dovuto dirlo ad Alastor, in fondo è il mio partner.
Non dirlo, Nick lo ha chiesto a te, non a lui.

Infatti, perché lo aveva chiesto a me?
Perché sei l'unica che non gli riderebbe in faccia e con sete di sangue.
Beh non aveva tutti i torti, ormai uccidere la gente era diventato il mio passatempo preferito.

Si erano fatte le 6 e 30 del mattino, così decisi di preparare la colazione ad Alastor, che si sarebbe svegliato poco dopo. Gli misi in tavola uova e spremuta d'arancia, mentre lui usciva dalla sua stanza ancora addormentato.

<Buongiorno, mia cara. La ringrazio per la colazione> mi disse, poi si sedette, pronto a divorare il cibo che gli avevo preparato.

***

Solo a pensare dell'omicidio che avrei dovuto compiere il giorno dopo mi fece venire voglia di uccidere qualcuno, così presi la giacca e lo zaino pieno di armi. Notai dietro di me il proprietario di casa con le chiavi in mano e il borsone in spalla.

<Bene, mia cara, chi andiamo a uccidere?> chiese, con il suo solito sorriso a 32 denti. <Non so, avrei voglia di bruciare un bambino> <e così sia>. Decidemmo di andare nel parco più vicino, così da non fare troppa strada e non affaticarci troppo.

Prendemmo di mira un ragazzino che si trovava da solo sullo scivolo, avrà avuto più o meno 3 anni. Ci avvicinammo a lui e, con la solita scusa delle caramelle, riuscimmo a far venire il bambino con noi.

Raggiungemmo un vicolo, Alastor prese dalla borsa un panno umido da legargli intorno alla bocca, cosicché stesse in silenzio. Poi prendemmo tutto il materiale per accedere un fuoco e, quando questo iniziò ad avampare, prendemmo il bambino in braccio.

Io lo presi dalle braccia e il mio partner dai piedi, contammo fino a tre e poi lo buttammo tra le fiamme. Si sentivano solo urla di dolore, soffocate dal panno che gli impediva di parlare.

Alla vista di tutta quella sofferenze mi venne da sorridere, e così anche ad Alastor.
Il nostro primo omicidio insieme.
Tornammo a casa soddisfatti, mi feci una doccia e mi vestì comoda, poi mi misi sul divano e iniziai a pensare ad un piano per completare la mia missione.

Erano ore che stavo cercando di organizzare qualcosa per uccidere quel Michael, ma tutto ciò che riuscì a ottenere erano stanchezza e sonno, così mi promisi che ci avrei pensato la sera. Mi sdraiai sul divano e chiusi gli occhi, finché non mi addormentai.

My Dear // Alastor x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora