7 ~Ti odio!~

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<Versamene un altro po'> dissi, allungando il bicchiere, ormai vuoto, al barista. Ero seduta al bancone, al mio fianco c'era Alastor, dopo l'ultima volta non mi lasciava più uscire da sola.
Non glie ne frega nulla di te, ti usa solo perché sei brava negli omicidi.

Coscienza del cazzo! Decisi di non ascoltarla, ero troppo presa a fissare il mio bicchiere di Rum che ascoltare quello che stava dicendo l'uomo seduto accanto a me. <Mia cara, mi stai ascoltando?> chiesee, prendendomi alla sprovvista.

<Ma certo, caro Alastor, stavamo parlando di..> di? Di che cosa stavamo parlando? <Del mio lavoro alla radio, Malìa, ecco di cosa ti stavo parlando> concluse la mia frase, lasciata in sospeso.

<Giusto, il tuo magnifico lavoro alla radio> lui scosse la testa disperato, poi sorrise divertito dal mio modo di fare distratto. <Sai, mia cara, forse è meglio se torniamo a casa> disse Alastor. Io annuì, si stava facendo tardi e molta gente poco raccomandabile si aggirava in città.

Sei seria, Malìa? Tu, assassina, che ha ucciso più di ottanta persone, parli di gente pericolosa? Questa si che fa ridere.
Sta zitta per una volta!

Ci avviammo verso casa nostra, ormai erano passati tre mesi dal primo incontro con Alastor. Con lui stavo bene, mi sentivo al sicuro, ma sapevo che tra di noi non ci sarebbe mai stato nulla.

Dei sentimenti crescevano pian piano dentro di me, ma se volevo stare tranquilla in sua compagnia, dovevo reprimerli. Mi sarei fatta del male, e lo sapevo, ma lui ormai era diventato come una droga per me. Non riuscivo a vivere senza il mio partner al mio fianco.

Entrammo dentro l'abitazione e ognuno si diresse nelle proprie stanze. Mi tolsi il vestito celeste e lo riposi in un angolino della stanza. Mi soffermai per qualche istante a guardare lo specchio.
Sei orribile, Malìa. Alastor non ricambierebbe mai i tuoi sentimenti, sei troppo grassa per i suoi gusti.

Basta! Sta zitta!
Non sto facendo nulla di male, bimba mia, ti sto solo aiutando.
Sentì delle calde lacrime passare lungo la guancia, le asciugai immediatamente quando vidi passare il proprietario di casa per il corridoio.

Si soffermò sulla porta, gli mostrai il mio solito sorriso e mi misi a sistemare i miei ricci ribelli. Ero poco credibile, infatti l'uomo si avvicinò a me, asciugandomi le lacrime che erano scappate senza che io me ne accorgessi.

Non disse nulla, mi abbracciò soltanto. Rimasi stupita da quel gesto, ma ricambiai, circondai il suo collo con le mie braccia, lui mise le mani sulla mia vita, tenendomi stretta a sè.

Con Alastor avevo un bel legame, avevamo scoperto di aver molte cose in comune, apparte l'omicidio.

Rimanemmo in quella posizione per una decina di minuti, poi ci staccammo. Mostrai il mio solito sorriso, poi gli voltai le spalle, andando in salone. Presi il mio zaino e il cappotto, dovevo isolarmi e pensare.

<Mia cara, penso sia un tantino rischioso uscire a quest'ora> disse l'uomo. Io non lo ascoltai, né gli risposi, solamente aprì la porta ed uscì di casa, non curandomi delle parole del proprietario di casa.

Accelerai il passo quando sentì Alastor uscire, <Cazzo!> sentì dire. Ormai ero abbastanza lontana per farmi vedere, ma non troppo per non sentirlo. Vidi l'uomo rientrare, per poi tornare al di fuori con la giacca sulle spalle.

Lo vidi avvicinarsi al campo, cercai di andarmene da lì senza farmi notare, ma il mio piede pestò un rametto, facendo rumore. Il mio partner si girò verso di me, iniziando a correre nella mia direzione, cercando di raggiungermi.

My Dear // Alastor x ReaderWhere stories live. Discover now