4 ~Strega~

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Avviso!! Vi consiglio di leggere il capitolo con sottofondo "Old doll", penso si adatti molto a questo. Vabbè, vi lascio leggere, buona lettura!

Fu quando Alastor tornò a casa che mi svegliai, avevo i capelli arruffati e la. voce impastata dal sonno. Questa volta non sognai più quelle immagini che mi facevano visita ogni notte, ma si trattava di una casa, molto antica, sarà stata dell'800.

"Era tutta rovinata, il colore rosa si era levato e lasciava la scena al bianco originale dell'abitazione. Quando entrai vidi una donna, era vestita di nero e portava i capelli in una coda alta, lasciando scoperto il collo.

Non riuscì a scorgere il suo viso, era come sfocato, censurato alla mia vista. Nom appena sentì i miei passi si girò, mi guardò spaventa, poi iniziò a correre verso le scale. Poco dopo scese un signore, era alto e vestito elegante, nemmeno in lui riuscivo a vedere il volto.

Si avvicinò a me e mi studiò, poi si voltò e andò in salotto con la moglie. Decisi di seguirli e mi ritrovai davanti due bambini che giocavano felici in mezzo alla stanza. Era come se non notassero la mia presenza.

Suonarono al campanello, così l'uomo si alzò ed andò ad aprire la porta, dietro di essa comparì un uomo alto e snello. Non sentì cosa disse, ma riuscì a vedere che prese una pistola, la puntò sul cuore del proprietario e sparò.

Il. rumore riecheggiò nella stanza, facendo urlare i due bimbi che fino a qualche istante fa giocavano spensierati. Il sangue schizzò sui muri e sul mio volto, ma non mi fece senso, ormai ero abituata al liquido appiccicoso che si attaccava al mio viso.

Mi girai verso la donna e la vidi a mezz'aria. Una strega. Pensai, la moglie del deceduto si scagliò contro l'assassino, ma non riuscì a raggiungerlo che quest'ultimo gli sprese una spalla con il proiettile.

La donna cadde per terra, gemendo dal dolore. Venne legata e portata su un'auto, tutto sotto gli occhi dei due bambini. Essi si voltarono verso di me, poi tornarono a guardare il padre a terra, immerso in una pozza di sangue.

Ci fu un attimo di buio, poi tornai a vedere, ma non ero più nella casa, mi trovavo in una piazza piena di uomini e donne che urlavano, impazienti. Davanti a me c'era un palco in legno e un cappio. Un impiccagione.

Tutti urlavano "strega", sulla struttura salì una signora, quella signora.
Era stata denunciata per stregoneria e ora si ritrovava a dire addio al mondo per via di una corda. <La donna qui presente, Emily Hopper, è stata segnalata per uso di magia e tentato omicidio. Per questo verra impiccata e rimarrà lì finché il suo collo non si romperà in due> "che delicato" pensai.

Il capo della donna oltrepassò la corda dopo essere salita sulla scaletta. Ci furono 2 secondi di attesa in cui lei pregò, poi l'esecutore abbassò la leva, sospendendo Emily in aria.

Vidi i bambini affianco al palco che piangevano, poi buio. Iniziai a vedere tutto sfocato, i volti si cancellarono, le figure diventarono cupe, non c'era più anima viva, solo io."

Sentì la mia guancia umida, ci passai una mano e notai di star piangendo, avevo ripensato al sogno. Che significato avrebbe potuto avere? Non riuscivo a capirlo.

Quando mi ricordai che a casa non ero sola mi asciugai di fretta le lacrime, ma ormai era troppo tardi, Alastor le aveva già notate. <Mia cara, mai esternare i propri sentimenti, essi possono essere crudeli, faranno capire ai propri nemici il tuo punto debole>.

Mi aspettai una frase del genere da Alastor, ma rimasi comunque sorpresa. Si mise accanto a me e asciugò le lacrime dal mio volto, poi mi rivolse il suo solito sorriso a 32 denti.

<Ricorda, mia cara, non si è mai del tutto vestiti senza un sorriso> disse, poi si alzò e andò nella sua stanza. Alla fine non mi trovavo tanto male con lui, da quando ci siamo conosciuti non abbiamo più provato ad ucciderci, cosa alquanto strana.

Vidi l'orario ed era tardi, dovevo escogitare un piano per ammazzare quel Michael, cosicché Nick mi dia i soldi e...
<CAZZO SI> urlai, alzandomi in piedi. Alastor corse in salotto preoccupato, poi fece una faccia confusa quando mi vide saltare da una parte all'altra del salone.

<Mia cara, si sente bene?> <quindi se io uccido Michael e quello stronzo mi darà i soldi...> continuai a borbottare, per poi lanciare un altro urlo di gioia.

<Signor Alastor, ho un piano> dissi. Glie lo avrei detto, ormai eravamo partner, doveva per forza saperlo. L'uomo si mise sul divano accanto a me, aspettando che io gli parlassi.

<Nick ieri mi ha voluto parlare al bar, mi ha proposto un accordo. Io avrei dovuto uccidere un suo ex collega che gli ha fottuto tutti i sold-> <Il linguaggio, mia cara> mi impose Alastor, interrompendomi, poi tornai a parlare.

<Lo ha lasciato al verde, quindi quello stron..> feci per dire, poi mi corressi dopo aver visto lo sguardo fulminante sul volto dell'uomo accanto a me.

<Quindi quell'idiota è venuto da me affinché io lo ammazzassi, mi avrebbe dato cinquanta mila dollari> <E tu hai accettato? Sarebbe da sciocchi stringere un patto con quell'uomo>.

<È qui che vi sbagliate, signor Alastor. Lo sto facendo per me, appena Nick mi darà i soldi gli punterò un coltello al collo e gli squarcerò la gola>. A quelle parole, gli occhi del mio compagno si illuminarono.

<Domani dovremmo solo andare in questa via a quest'ora e uccidere Michael, Nick ci darà i soldi e poi sarà lì che inizierà il vero divertimento>. gli spiegai, mentre un ghigno compiaciuto si fece spazio sul mio volto.

<Ci sto, mia cara. A patto che mi lascerai fare in piccolissimi pezzi il corpo di quello stronzo, ovviamente dopo che tu lo abbia ucciso> <Signor Alastor, il linguaggio> lo presi in giro, poi ci mettemmo a ridere.

Anche se lo conoscevo da due settimane, mi trovavo bene con lui. Non era il solito uomo che ti giudicava al primo sbaglio che facevi, lui ti aiutava a migliorare. Era strano, perché con Alastor non c'era nessun legame, solo omicidi, nulla di più.

Decisi di non pensarci e di concentrarmi più sulla mia doppia missione, non dovrebbe essere tanto difficile, no? Però avevo questa sensazione che negativa che mi abbandonava, non riuscivo a capire il perché. Sarebbe andato tutto bene, vero?

Alastor, vedendo il mio cambiamento d'umore mi chiese se stessi bene, gli risposi di si, poi ci accorgemmo di non aver mangiato.
Lui, non ha mangiato. Tu non avresti mangiato comunque Malìa.

La mia coscienza aveva ragione, non potevo cedere nella tentazione del cibo. <Vado a preparare per tutti e due> specificò Alastor. <Oh no, signor Alastor. Vi ringrazio ma io passo, non ho fame>. L'uomo però non era d'accordo.

<Nono mia cara, troppe volte ha usato questa scusa con me, oggi mangeremo insieme. Deve nutrirsi, altrimenti finirà male, potreste sentirvi male durante l'omicidio di domani, o in qualsiasi altro omicidio> aveva ragione.

Potrebbe avere ragione, ma non è una scusa valida per mangiare, Malìa. Sei orribile, devi dimagrire.
Decisi di ascoltare Alastor, sta volta, anche se sapevo già della notte che trascorrerò in bagno per vomitare.

Devo ammettere che mangiare non mi fece tanto male, anzi, mi sentivo meglio e molto più carica delle altre volte. Però non riuscì a non pensare a quei chili che avevo appena preso ingerendo quel cibo.

Scrollai la testa per scacciare tutte quelle domande, poi sparecchiai e diedi la buonanotte al mio compagno. Mi rinchiusi in camera, davanti allo specchio continuavo a controllarmi la pancia, le gambe, il viso.. Non notai nulla cambiato.

Non sei ingrassata, strano. Ma quando ti dico che non devi mangiare, devi ubbidire.
Sei malata, Malìa, sei malata.
Non volevo più ascoltare le cazzate che diceva la mia coscienza, così mi misi la vestaglia e mi misi sotto le coperte, lasciandomi trasportare in un sonno tranquillo, o almeno si sperava.

My Dear // Alastor x ReaderWhere stories live. Discover now