16 ~Verità~

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La prima cosa che vidi non appena mi svegliai fu Alastor abbracciato a me.
No aspetta, ALASTOR ABBRACCIATO A ME?

Non capivo se stessi delirando oppure no, provai ad alzarmi senza disturbarlo, ma lui mi strinse con forza contro il suo petto. Cercai di teletrasportarmi, ma ero ancora senza energie per farlo.

Sbuffai, capendo di dover rimanere lì affinchè il cervo non si sarebbe svegliato. Odiava essere disturbato durante il sonno, posso confermarlo. Una volta cercai di farlo alzare alle otto del mattino, visto che sarebbe dovuto andare in studio.

Purtroppo non mi aveva avvertita di questi suoi 'spasmi', quella stessa mattina mi beccai uno schiaffo in faccia per colpa sua e, sinceramente, non ci avrei tenuto rivivere la stessa scena.

Nel mentre aspettai che Alastor si svegliasse, le mie palpebre iniziarono a chiudersi, riportandomi nel mondo dei sogni.

***

Io ed Alastor ci svegliammo di soprassalto, Angel urlava e saltava goioso in mezzo al salotto. <SI PUÒ SAPERE CHE CAZZO TI URLI!> sbottai io, infastidita per via del rumore. <SIETE CARINISSIMI!> notai dopo in che posizione ci trovammo io e il cervo.

<Angel..> <Sì, Malìa?> chiese, aspettando la risposta. <BRUTTO BASTARDO SE TI PRENDO TI STROZZO> urlai, alzandomi dal divano e iniziandolo a seguire. Lui iniziò a correre per tutto il salone, finchè non lo presi e lo sbattei a terra.

Iniziai a fargli il solletico, Angel iniziò a ridere come un matto, mentre tutti ci guardavano come se fossimo dei bambini di cinque anni. Lo lasciai andare solo dopo averlo 'torturato' fino allo sfinimento.

<Io non capisco ancora di che problemi soffrite> ammise Husk, ancora sconvolto dalla piccola scena di me e il ragno. Mi alzai dal pavimento e, ignorando tutti gli altri, salì in camera.

Mi lavai e mi misi un vestito bianco e nero, quel vestito. Quello che mi regalò Alastor quando entrai per la prima volta in casa sua. Mi si formò un vuoto nel petto ricordando quel momento, e se avesse ragione? E se io l'avessi trattato di merda solo perché avevo frainteso?

Forse avrei dovuto lasciare che mi spiegasse la vicenda, i miei pensieri si interruppero per via della porta che si spalancò. Parli del diavolo e spuntano le corna.

Alastor si trovava davanti a me con il suo solito sorriso forzato. <Che vuoi Alastor> chiesi, infastidita al fatto che non avesse bussato prima di entrare. <Mia cara, ieri ti ho visto rientrare malconcia e dolorante. Posso sapere chi è la causa di questo?>

Merda, lui non doveva sapere del patto con Val, altrimenti sarei finita nei guai. <Non credo siano cazzi tuoi, Al> sputai acida. E menomale che volevi farti spiegare tutto da lui eh.

Ci avevo ripensato, non volevo nessuna spiegazione da lui. Piccola bugiarda, muori dalla voglia di sapere la verità.
Questa coscienza del cazzo! Sta zitta una buona volta!

<Vedo che hai portato con te il vestito> disse, squadrandomi dalla testa ai piedi. Quell'abito era il mio punto debole, forse la cosa a cui tenevo di più, ma solo perché me lo aveva regalato lui.

Non ti importa nulla di lui, non è vero? Eppure era questa la frase che ti sei ripetuta per più di settant'anni. Non riuscivo a odiarlo, anche se nel profondo provo un'immensa delusione nei suoi confronti.

My Dear // Alastor x ReaderWhere stories live. Discover now