11 ~Lucifero~

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Non appena misi un piede nell'hotel sentì urla da tutte le parti, chi poteva essere se non Charlie? <MIO PADRE VERRÀ QUI! MIO PADRE VERRÀ QUI!> disse, in preda all'agitazione.

Mi avvicinai ad Angel, che guardava la ragazza disperato. <Che succede?> gli chiesi, <Lucifero, il padre di Charlie, verrà qui> rispose. Mi congelai sul posto, il Diavolo in persona stava venendo qui? Sei nella merda, Malìa.

Ero fregata, non avevo vie di fuga, se solo gli altri sapessero dell'accordo.. Sta zitta! Loro non dovevano sapere, altrimenti mi avrebbero cacciato.

Mi ripresi quando vidi il mio amico sventolarmi una mano davanti il viso. <Ci sei?> <Si, stavo solo pensando> dissi, poi mi girai e tornai in camera mia, posando tutta la roba recuperata qualche momento prima.

<We'll, meet again, don't know where, don't know when..> mi misi a canticchiare, mi fermai subito, realizzando del cosa stessi cantando. <Bit I know we'll meet again some sunny day. Keep smiling through just like you always do, till the blue skies drive the dark clouds far away> sentì alle mie spalle.

Mi girai, e lo vidi. Alastor si trovava davanti a me in tutta la sua altezza, dovetti alzare la testa per guardarlo negli occhi. <Che cosa vuoi> chiesi subito, <Calma, mia cara, ho udito questa splendida canzone e non sono riuscito a trattenermi> disse, con il suo solito sorriso a 32 denti.

<Quando dovrebbe arrivare Lucifero?> chiesi, senza trattenermi. <Dovrebbe arrivare tra circa una mezz'oretta, come mai ti interessa?> rispose, avvicinando il suo viso al mio. Lo guardai un attimo negli occhi, poi mi scansai di colpo, lasciando che dei tentacoli lo bloccassero al muro.

<Senti, brutto bast-> <Linguaggio, mia cara> disse, interrompendomi. Sospirai, spazientita, poi continuai, <Brutto mongoloide, ringrazia che non ti ho ucciso nel sonno. La prossima volta fa' un'altra mossa sbagliata e non ti ritrovi più gli occhi> replicai, con fare minaccioso.

Lui non si smosse di un millimetro, si mise a ridere. <Oh, scusami mia cara, ma sai, non riesco a prendere seriamente una nana infuriata> rispose, continuando a prendermi in giro. Gli diedi una ginocchiata sui testicoli, l'uomo si accasciò a terra, dolorante.

Uscì dalla mia stanza soddisfatta, fino a quando non mi ritrovai rinchiusa tra il muro e il busto di Alastor. Mi scrutava dall'alto al basso, con sguardo omicida. Per un momento ebbi paura, poi mi ricomposi, non puoi avere paura di lui, Malìa.

<Non osare mai più> disse solamente, mi fece venire i brividi, ma riuscì a tenere lo sguardo alto, mentre i nostri occhi si incrociavano. Sentimmo dei rumori di sotto, lui si distrasse un attimo, così approfittai per spingerlo all'indietro e teletrasportarmi al piano inferiore.

<Papà!> esclamò Charlie, contenta di vedere il padre. Lui si prese qualche secondo per studiare l'hotel, poi diede uno sguardo a tutti noi, non ti ha riconosciuta. Impossibile, come poteva non riconoscermi? Dopo aver girato per l'abitazione, puntò gli occhi su di me.

<Malìa! Quanto tempo!> disse lui, avanzando verso di me a braccia aperte. Mi congelai, non riuscì a muovermi, tutti mi guardavano con sguardo confuso, soprattutto lui.

<Allora, quando vorrai mettere in att-> <Emh, non mi sembra il luogo adatto per discuterne, Lucifero> dissi, interrompendolo, prima che disse tutto quanto davanti agli altri. <Loro non sanno?> mi chiese, sussurrando, negai.

Fece un sospiro rumoroso, poi si girò verso la figlia, <Charlie, tesoro, io e Malìa avremmo da parlare. Torno tra poco> disse, poi mi prese per il braccio e ci teletrasportammo sul tetto.

<Bene, adesso siamo soli, contenta?> chiese, per poi guardarmi. Annuì, poi lui continuò a parlare, <Allora, quando vorrai farlo?> <Il prima possibile, ho aspettato per troppi anni, ora ne ho l'occasione, non posso sprecarla> dissi, convinta della mia decisione.

Flashback; 1933, New Orleans

Mi accasciai a terra, con ancora il pugnale nello stomaco. Alastor iniziò a correre nella direzione della nostra vecchia casa, ti ha lasciata sola senza nemmeno seppellirti.

Era solo uno stronzo, mi ha usata solamente per i suoi scopi, facendomi credere di importargli qualcosa. Te lo avevo detto, bimba mia, quell'uomo è tutt'altro che buono.

Per la prima volta ero d'accordo con la mia coscienza. Per un po' riuscì a respirare, poi, di nuovo, iniziò a mancarmi il fiato. Il tuo tempo sta per scadere, Malìa. Tutto per colpa di quello stronzo!

<Quanto è vero Dio, voglio che bruci tra le fiamme dell'inferno, e se dovessi incontrarlo, voglio avere Lucifero accanto, così da fargliela pagare!> dissi, prima di esalare il mio ultimo respiro.

Fine Flashback

Esatto, avevo stretto un patto con il Diavolo, divertente vero? <Papà, dobbiamo finire di parlare!> esclamò Charlie, interrompendoci. Il padre annuì per poi voltarmi le spalle e seguire la figlia. Decisi di teletrasportarmi, in un secondo mi ritrovai in salotto, con tutti i componenti dell'hotel seduti sui vari divani.

<Allora, papà, ti abbiamo invitato qui per proporti una cosa> disse la bionda, facendo una pausa, poi riprese <Una festa! I demoni verranno qui e ci conosceranno, magari cambieranno idea per-> Lucifero la bloccò con un segno della mano.

<Tesoro, non penso sia una buona idea, sai come sono fatti i demoni, sono crudeli, insensibili. Non verrebbero mai qui per redimersi> replicò, senza esitazione. Vidi lo sguardo eccitato di Charlie spegnersi lentamente, <Papà, io vorrei tentare. Ci tengo a questo progetto, e vorrei a tutti i costi che riuscisse, quindi perché non rischiare?>.

Lo sguardo di Lucifero si fece pensieroso, poi sospirò, <va bene, ci sarò anche io per questo tuo "ballo"> la bionda iniziò a saltellare per tutta la stanza come una molla. Un ballo, eh? Potremmo divertirci, facendo una cosa unica. No, ci sarebbe stata gente che non aveva fatto nulla, dovevo uccidere solo Alastor.

Non mi sembra, però, che tutte le persone che hai ucciso in vita ti abbiano fatto qualcosa. La mia coscienza aveva ragione, ma decisi di ignorarla. Angel si voltò verso di me, con un ghigno compiaciuto. Capì subito, <No, Angel, non verrò con te a comprare un vestito> misi subito in chiaro, ma lui non ne volle sapere nulla.

<Nono, signorina, tu verrai con me, hai anche tu bisogno di un vestito> <E invece ce l'ho già> dissi, cercando di salvarmi da quella che sarebbe stata una giornata tremenda. Se fossi uscita con Angel in cerca di un abito si sarebbe fatta notte.

Aprì un portale per camera mia, presi il vestito ancora sul letto e glie lo feci vedere. Lui sembrò accettarlo, sospirai, credendo di essermi salvata, <Non importa, verrai comunque con me, ho bisogno di un tuo parere>.

A quel punto volevo sbattere la testa al muro, chi me lo aveva fatto fare! Alastor mi guardava, ancora arrabbiato per il calcio di prima. Cercai di reprimere la rabbia, ero arrabbiata con lui ma soprattutto ero delusa, Decisi che non l'avrei ucciso, non adesso..

Angoletto Autrice
Ciao lettori! Ho pubblicato un po' tardi il capitolo, ma anche oggi ho avuto da fare, mi sono messa a litigare con un progetto! Spero che il capitolo vi piaccia, anche se è un po' scritto con i piedi, vi auguro buona lettura!

My Dear // Alastor x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora