7 - My Immortal

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I miei genitori mi comprarono il primo pesciolino per insegnarmi cosa volesse dire amare e prendersi cura di una creatura del signore. Seicentoquaranta pesci dopo, l'unica cosa che ho imparato è che tutto quello che ami morirà.
- Chuck Palahniuk

My Immortal - Evanescence

Il profumo della primavera riempie le mie narici. Apro gli occhi ancora pigri, e noto che la finestra di camera mia è aperta. Io e Nour ci siamo addormentate nello stesso letto, ancora con i vestiti della festa addosso e i brillantini sparsi ovunque sul mio copriletto.

Mi stiracchio, scuotendo poi la spalla di Nour. Mugola qualcosa, ma non capisco.
Così scuoto ancora un po' la spalla ed apre un occhio.
«Che c'è?» lagna.
«È domenica» le faccio presente.
Nour è solita andare a messa, mentre io vado al cimitero da mia sorella, e sto con lei, le racconto la mia giornata, le porto dei fiori freschi, e sto lì, immaginandola davanti a me, con le sue lunghe gambe incrociate sotto al sedere, che mi ascolta, accarezzandomi i capelli.

Dovrei tornare a casa, ma non voglio. Non me la sento. Oggi più che mai, il senso di malinconia che sento nei suoi confronti è molto forte, e non potrei reggere mamma che continua a paragonarmi a lei, o meglio che mi confonde con lei. Oggi non lo sopporterei.

Prendo il telefono dal comodino di legno adiacente al letto, e lo sblocco sbadigliando. Ci sono vari messaggi non letti.

X: Mi ha fatto piacere che siate venute ieri sera. Salutami Nour.
Conclude il messaggio con la faccina che fa l'occhiolino.

Sospiro ridacchiando. 'Anche a me ha fatto piacere andare alla festa' penso. O forse no. In realtà ho pensieri contrastanti. Ieri sera non ho avuto modo di metabolizzare. So che quella festa è una festa super esclusiva, una festa alla quale non partecipano tutti. Xander mi ha sempre detto che non sono le solite feste universitarie, ma non avevo mai capito fino in fondo. In più non pensavo che Khai avesse il coraggio di farsi vedere così. Insomma, sono la sua studentessa, e lui ha fatto ciò che ha fatto guardandomi negli occhi. Mi ha toccata. Eravamo a pochi millimetri di distanza e potevo sentirlo, lui su di me. Il problema è che, ora che ne ho avuto un piccolissimo assaggio, non so se potrò farne a meno.
Arriccio il naso. Scorro tra le chat. Un'altro messaggio non letto.

Mamma: Oggi vieni a casa? Io e papà ti aspettiamo, vogliamo sapere come procede l'università, la squadra di Cheerleading, se hai un ragazzo... Non sappiamo più molto di te... Torna a casa.

A quel messaggio le spalle mi si incurvano, facendomi chiudere in una pallina. Come faccio? Insomma, loro sono i miei genitori. Mi amano. Non posso abbandonarli così. Ma chi glielo spiega che da quando non c'è più Kathy, l'aria in casa è insostenibile? Chi vuole dirgli che preferisco fare picnic al cimitero sulla sua lapide piuttosto che sentirmi trattata come lei?
Mi sento come se fossi un'errore. Lei era la figlia perfetta, ma ora non c'è più, e così ripiegano sul rimpiazzo.
Non andrò a casa. Lo so già, era già deciso, ma rispondo dandole comunque un po' di speranza per edulcorare la cosa.

C: Ciao mamma, magari la prossima volta. Ho molti esami per i quali prepararmi in vista del tirocinio.
Concludo il messaggio con un cuoricino rosa, e chiudo finalmente la chat.

«Tutto okay?» mi chiede Nour, che nel frattempo si è svegliata e ha notato il mio umore piuttosto grigio.

«Sì» mento sospirando.

«Cameron, se hai bisogno io ci sono, ma oggi è domenica, perciò ti lascio il tuo spazio» mi sorride, dandomi un abbraccio caldo. Ricambio la gentilezza con un sorriso, ma è spento. Chiunque capirebbe che qualcosa non va, e quando è così, colo Kathy può ridarmi un po' di gioia, anche se a quasi due metri sotto terra, lontano da me.

THE ANGELS - un amore proibitoWhere stories live. Discover now