17 - Way Down We Go

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TW: linguaggio esplicito; scene esplicite; descrizioni dettagliate di scene che potrebbero risultare macabre

Dei mali della vita ci si consola con la morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazione.

- Arthur Schopenhauer

Way Down We Go - KALEO


Zaire non mi riporta a casa, ma decide di portarmi nel suo appartamento visto che è più vicino. Nour e Josh ci seguono a ruota ma so già che pregheranno per noi nel salotto questa sera.

Una volta arrivati alla porta d'ingresso, non si da nemmeno il tempo di aprirla anche per i ragazzi, mi trascina con la mano verso la sua camera da letto, senza darmi modo di capire come sia l'arredamento, né dove io mi trovi. Per quanto ne so potrebbe anche essere un bunker.

Josh urla un «Grazie eh!» mentre Nour ridacchia vicino a lui, o almeno è quello che immagino udendo la sua voce scossa.

La camera di Zaire è bellissima, molto semplice e stile industriale. Il mobilio è di metallo argenteo, penso acciaio. La parete di destra è costituita da un'enorme vetrata, facendo sembrare la sua camera un grosso acquario, con l'unica differenza che siamo noi ad avere il privilegio di osservare le luci della città ed i riflessi sull'acqua del porto di Boston.

«Wow» sussurro completamente a bocca aperta.

«Una delle poche fortune della mia vita, ma questa sera, la vista mozzafiato è un'altra» si avvicina cingendomi la vita da dietro.

Mi mordo la guancia per non scoppiare a ridere «Molto sottile» mi limito a commentare.

«Una donna come te merita di ricevere complimenti» sorride sul mio orecchio.

Il suo calore si diffonde fino al mio collo, le sue mani scorrono sui miei fianchi, e sento un formicolio irradiarsi dalle orecchie, fin dietro la schiena e ai lati delle cosce.

Ci sa fare, ma la mia testa corre subito da quel pezzo di merda e si aggrappa alle sensazioni che mi ha fatto provare contro gli armadietti dello spogliatoio, contro il muro, e tutte le volte in cui mi sono toccata pensando a lui.

Le sue mani si spostano sul mio fianco e abbassano la cerniera con le sue labbra che leccano e succhiano la pelle sotto al mio orecchio.

L'abito cade a terra, e rimango solo con le mutandine e il reggiseno. Lo sguardo mi cade in basso e subito mi assale il panico. Nel club le luci erano stroboscopiche, e con l'effetto dell'alcol sapevo che nessuno si sarebbe accorto delle mie ferite.

Ma qui è diverso. Zaire potrebbe vederle e potrei risultargli ripugnante.

'Oh Cameron, tanto lo sai, nessuno si è mai accorto di quanto sei rotta quando sprofonda in te' le voci demoniache riprendono.

'Oh mio Dio datemi un po' di tregua, ve ne prego!' il tocco di Zaire non lo sopporto in questo momento, e vorrei solo sfogarmi per non avere pensieri a mente.

Mi giro di scatto, prendendolo alla sprovvista. Le mie mani attirano il suo volto al mio, e lo bacio con foga, quasi rabbia. Quando ci stacchiamo lui ha un ghigno perverso stampato in faccia.

Le mie mani scivolano verso la patta dei suoi pantaloni, slaccio la cintura che produce un clangore metallico. Mi occupo poi dei pantaloni mentre lui si sfila la maglietta, impaziente.

In questo momento mi sembra un ragazzino in preda al testosterone. Per ricacciare indietro questa immagine cerco di concentrarmi su altro, sul suo corpo sensazionale e sul fatto che tra poco andrò in estasi e non mi importerà più di niente per almeno cinque minuti.

THE ANGELS - un amore proibitoWhere stories live. Discover now