6.0 Lo so e basta.

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Spazio autrice:
Salve!
Come vanno le vacanze? Volevo ringraziarvi e basta, scusarmi per il ritardo e augurarvi buona lettura.
Quindi, buona lettura!

***

L'aria era pesante, la notte scura dava un'atmosfera sospesa nel tempo, ed Hermione cercava il coraggio di lasciare quel gufo andare. Era nella sua stanza, la civetta bruna attendeva che aprisse la finestra per recapitare il messaggio da lei scritto.
Camille non era ancora rientrata, ma l'avrebbe fatto da un momento all'altro... Sarebbe dovuta andare in Guferia per la sua battaglia interna d'intenzioni.
Era almeno mezz'ora che faceva un dibattito interiore per decidere se mandare o meno quel messaggio a Malfoy. Più o meno a cena, le era venuta quella brillante idea. Solo che, una volta salita in stanza subito dopo aver mangiato, non aveva avuto il coraggio di inviare le "istruzioni".
Voleva farlo. Voleva incontrare Malfoy un'ultima volta per chiarire le cose, poi quella fissazione sarebbe passata in un batter d'occhio. Ripensò a quei giorni... Lui non l'aveva più guardata come aveva fatto quelle notti. Persino quando litigavano, il suo sguardo era stato diverso da quello che le aveva riservato dopo. Aggrottò la fronte, rendendosi conto di voler ancora sentire il ghiaccio di quelle iridi nelle sue, voleva ancora quelle sensazioni che non avrebbe dovuto provare per un semplice scambio di sguardi.

La civetta picchiava con il becco sul vetro della finestra chiusa, producendo un suono al limite del sopportabile, ed aveva un'aria scocciata. Sicuramente si stava chiedendo perché mai la ragazza l'avesse chiamata ma non volesse che uscisse per recapitare la lettera. Proprio mentre si stava avvicinando alla finestra, la porta della sua stanza si aprì.
Camille entrò in tutto il suo splendore, con il capelli biondi che le ricadevano morbidi sulle spalle e gli occhi celesti che la puntarono subito.

«Ciao, Camille» le disse Hermione.

«Hermione, ti devo dire una cosa» le rispose lei.

«Certo, dimmi.»

«La McGranitt ti vuole nel suo ufficio» disse Camille senza batter ciglio.

«Cosa? E perché?» Hermione si voltò immediatamente verso la ragazza che, intanto, si era andata a sedere sul suo letto. Se c'era una cosa che allo stesso tempo invidiava e che la sconcertava di Camille, era la sua schiettezza.

«Speravo che questo me lo dicessi tu. Hai fatto qualcosa?» le chiese.

«No, lo sai che non é quello di sicuro.»

«Probabilmente é per il fatto che esci spesso di notte. Non può essere sempre passato inosservato, non credi?»

Hermione non fece in tempo a rispondere che sentì di nuovo un picchiettare sul vetro. Le tornò in mente Malfoy e la lettera. Si girò, e restò sorpresa guardando un gufo nero che aspettava pazientemente che aprisse la finestra, da fuori. Nel becco aveva una lettera.
Andò ad aprire il vetro, ma non fece in tempo a far entrare il gufo nero che la civetta con il suo messaggio per Malfoy si inoltrò nella notte, sicuramente diretta dal biondo serpeverde.

«Merda!» corse alla finestra ma era troppo tardi. Non c'era traccia del messaggero. Non doveva andare a recapitare quel messaggio... Non doveva... O doveva? Non sapeva se il fatto che non avesse avuto scelta fosse un bene o un male.
In quel momento, l'orologio di Hogwarts fece i suoi rintocchi. Erano le nove.

«Tutto bene?» le chiese Camille.

Hermione staccò la testa dal muro, dove l'aveva premuta prima, e spostò lo sguardo sul gufo nero, che aspettava pazientemente sul suo baule. Senza rispondere alla compagna di stanza che la guardava stranita, raggiunse il volatile e si sedette anche lei sul baule.
Gli prese la lettera dal becco e gli accarezzò distrattamente la testa, cercando di aprire la busta con una mano sola. Non riuscendoci, lo fece con due.
Una volta aperto il foglio, riconobbe subito l'inchiostro verde con cui scriveva la McGranitt. Lesse la lettera velocemente, cambiando espressione ad ogni parola. Arrivata alla fine, era bianca come un cencio.

Midnight || DramioneWhere stories live. Discover now