15.0 La Regina Grifondoro.

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La luce della sua bacchetta illuminava Hermione di una luce sinistra e solitaria, ma la cosa non la preoccupava affatto. Nella Biblioteca deserta, l'unico rumore era lo strusciare della carta ruvida quando la ragazza girava le pagine, accompagnato dal suo respiro leggero che però non aveva la forza necessaria per spezzare il silenzio.
Le labbra di Hermione si muovevano impercettibilmente, pronunciando le parole più importanti di ciò che leggeva.

«Rabarbaro... Rabarbaro» sussurrò soprappensiero. Distolse lo sguardo dal libro che aveva in mano e ne avvicinò subito un altro che teneva poco distante. Sfogliò velocemente le pagine e trovò il capitolo che cercava.
«Rabarbaro...» sfiorò con l'indice la parola scritta su entrambi i volumi, poi ne prese un altro ancora.

«I nomadi asiatici la usavano durante i turni di guardia la notte...»
«Le streghe francesi prima del Medioevo...»
«Nicholas Flamel...»

Andava avanti così da due giorni, e non si era nemmeno resa conto di che ora si fosse fatta prima che l'orologio facesse due rintocchi acuti e due gravi. Ogni sera veniva in Bibioteca, allarmata dal costante diminuire del contenuto della boccetta, e Madama Pince aveva ormai rinunciato a cacciarla già da mesi: la McGranitt le permetteva di restare lì quanto voleva. Era uno dei vantaggi dell'essere Hermione Granger... Aveva trovato pozioni per restare svegli, per tenere gli occhi aperti senza fatica e addirittura per programmare l'ora di sveglia al mattino, ma nessuna dava gli effetti della pozione di Madama Chips. Era disperata.
Se c'era una cosa positiva di quel nuovo problema, ad ogni modo, era che le portava via del tempo che prima usava per pensare a Malfoy... Inoltre, restando sveglia fino a così tardi, quando tornava in dormitorio era talmente esausta che crollava sul letto e gli incubi non la svegliavano fino alle quattro di mattina: e Malfoy non era mai nella Foresta Proibita a quell'ora. Il problema d'incontrare il furetto sembrava quindi risolto, ma Hermione si era sorpresa nel rendersi conto di come i giorni passassero lentamente.
Durante tutto il casino che aveva combinato con Malfoy, accadevano talmente tante cose insieme, il suo cervello pensava così tanto che i giorni scorrevano velocemente. Si era accorta da poco, infatti, che stava per arrivare Natale... La sua festa preferita, e i due mesi che la precedevano erano volati sembrando anni.
Eppure da quella notte di due giorni prima, le giornate avevano ricominciato ad essere di ventiquattro ore e, lo poteva giurare, lei quelle ventiquattro ore le sentiva tutte, secondo per secondo. Era come se ogni giorno non fosse che l'aspettarne un altro, e un altro ancora e un altro ancora. Era stanca, e la consapevolezza di poter aggiustare le cose non bastava a spronarla a farlo. Avrebbe dovuto stare vicina a Ron, avrebbe dovuto essere felice della fine di tutta quella confusione, ma semplicemente non riusciva a trovare la voglia di farlo. Il fatto che fosse giusto non le bastava più, come motivazione, e si sentiva una persona orribile.
Era fortunata, era davvero fortunata. Aveva delle persone accanto che l'amavano, che ci sarebbero state e che non l'avrebbero mai umiliata o fatta sentire in confusione. Non l'avrebbero fatta sentire in colpa per ogni pensiero, non sarebbero state sbagliate. Eppure il suo cervello malato non sentiva che fosse abbastanza.
Si strofinò gli occhi: stava davvero cominciando a crollare dal sonno. Appoggiò il capo sulla superficie ruvida delle pagine, odorando l'odore di libri che tanto amava. Il profumo della carta piena di sapere la cullò e tranquillizzò, e chiuse gli occhi. Lo fece solo per un attimo, ma il bruciore si placò.

Un rumore improvviso la fece svegliare di scatto, ed Hermione tirò su la testa da dove l'aveva lasciata addormentarsi. Il cuore cominciò a battere più velocemente, ed il sonno sembrò svanire mentre l'adrenalina entrava in circolo. Sussurrò un'incantesimo Lumos e si alzò per capire da dove venisse il rumore.
Sembrava che qualcuno stesse correndo al buio qualche corsia accanto alla sua, perché stava urtando questo mondo e quell'altro. Si appiattì contro uno scaffale e sbirciò sporgendosi verso la fonte del rumore: i suoi sensi erano in allerta. Sentì i tonfi avvicinarsi sempre più, finché non fu in grado di distinguere anche i passi. All'improvviso qualcuno di alto le mise una mano sulla faccia e la premette contro lo scaffale. Hermione di dimenò, riuscendo a dare un calcio all'inguine al suo aggressore.
Questo gemette ed imprecò, piegandosi ma senza lasciarla.

Midnight || DramioneTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang