14.0 Sensazioni.

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Spazio autrice:
Questo capitolo vi piaceraaaaà! 

***

Le faceva male la testa, e la mascella le tremava dalla rabbia. Blaise era davanti a lei che le urlava contro qualcosa, e la stava facendo sentire incredibilmente piccola e stupida e lo detestava. Ogni parola le conficcava un pugnale nel corpo, e si sentiva così arrabbiata, al limite di quanto potesse sopportare. Stringeva convulsamente la sua bacchetta in mano, undici pollici e tre quarti di legno di felce con nucleo di corda di drago. Le facevano male le dita per la forza con cui le chiudeva intorno a quel bastoncino così potente.

Stai zitto. Disse dentro di sé, ma avrebbe voluto urlarlo forte come le stava urlando lui.

«Sei una ragazzina!» le gridava Blaise.

Stai zitto.

«Usi la tua bellezza per circondarti di persone, ma la verità é che sei sola» continuò, ed un altro pugnale arrivò a sfiorarle il cuore.

Basta, stai zitto. Le tempie pulsavano, e le corde vocali le bruciavano come se avessero voluto uno sfogo. Le parole tentarono di arrampicarlesi sulle labbra, ma non ebbe ancora la forza di dirle.

«Sei riuscita ad allontanare persino Theo, gli hai spezzato il cuore e lui non se lo meritava!» Un'altra lama. Un altro grido.

Stai zitto...

«Non ti vorrà mai nessuno. Non sei nemmeno capace di ricambiare l'amore di qualcuno.»

Basta, basta... Basta.
Stai zitto.

«STAI ZITTO!» gridò Daphne, ed alzò la bacchetta in un gesto istintivo. Il volto di Blaise si pietrificò in un attimo, mentre il lampo verde scaturiva dalla sua bacchetta e lo colpiva in pieno petto.
Il ragazzo cadde davanti a lei, morto. E l'unica cosa che Daphne sentì, fu la meravigliosa bellezza del silenzio, privo delle loro urla.

Daphne si svegliò, urlando. No no no no. Si toccò le guance, stava piangendo. Sentiva un peso all'altezza del petto, ed era sconvolta dal l'incubo che aveva appena fatto.
Era solo un sogno. Era solo un sogno, tentò di convincersi. Moriva dal caldo, le lacrime bruciavano sulle sue gote e stava tremando. No. No. No.

«Daphne? Cosa succede?» Millicent si alzò sui gomiti, guardandola con gli occhi socchiusi dal sonno.
«Perché fai tutto questo baccano?» borbottò, e Daphne alzò gli occhi al cielo, consapevole di non poter essere vista.

«No, Millicent. Torna a dormire, va tutto bene» rispose e, nonostante chiunque avrebbe colto il suo tono distrutto, la sua compagna di stanza si ritirò le coperte fin sopra la testa, biascicando un "okay ma non svegliarmi ancora".

Dentro di sé sapeva benissimo che nulla di ciò che aveva sognato era reale eppure, anche quando il suo respiro sembrò esserlesi regolarizzato, non riusciva ad addormentarsi. Non ce la faccio. Doveva assicurarsi che fosse tutto nella sua testa.
Si alzò fulminea dal letto e, nella sua camicia da notte in seta e con i piedi ancora scalzi, corse fuori dalla sua stanza. Non seppe nemmeno cosa stesse facendo, mentre si dirigeva verso i dormitori maschili, ma sentiva solo un'affibbiante sensazione al petto che la implorava di correre. Davanti alla porta della camera di Liam, Theo e Blaise, prese un respiro profondo, tentando di convincersi che era ridicolo quello che stava facendo. Restò parecchi secondi lì ferma immobile, senza far alcun rumore. Stava quasi per voltarsi e tornare a letto, dandosi della ridicola ragazzina, quando il ricordo dell'incubo le ripiombò addosso, e le lacrime ricominciarono a scorrere. Merlino, non ce la faceva... Aveva bisogno di conforto, e sapeva che Theo l'avrebbe calmata di certo.

Midnight || DramioneWhere stories live. Discover now