CAPITOLO 23

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Il grande giorno è arrivato, tra poche ore scopriremo finalmente chi è il testimone. Oggi la mia giornata è stata sommersa di lavoro, credo che uscirò di qui molto tardi. Sono passati due mesi in cui siamo stati molto in tensione.

 «Secondo te può andare?» mi chiede Lukas.

Lo guardo confusa, non so di cosa parla.

 «Elisa, ma che ti prende? Sembri su un’altro pianeta».

 «Scusa, hai ragione. Dicevi?»

Lui mi scruta, sospira.

 «É per l'appuntamento di stasera, non è vero?» chiede.

Come fa lui a saperlo? Oh mio dio. Il panico mi invade, mentre cerco di mantenere la calma. Non è possibile, è lui il testimone. Studio la sua espressione innocente e i dubbi mi assalgono. Forse parla di qualcos’altro e io sono paranoica.

 «Erik te ne ha parlato?» chiedo vaga.

 «Sì, mi ha detto del vostro piano» confessa a bassa voce. Non ci posso credere, gli ha parlato del nostro piano. Che senso ha? Lui poteva essere un possibile sospetto. Lo guardo e non so cosa dire.

 «Non sai che colpo al cuore mi hai dato, come puoi credere che sia io. Avanti sono suo fratello».

 «Guarda che l'idea è stata di tuo fratello. Io volevo solo aiutarlo» cerco di giustificarmi.

 «Questa me la lego al dito Elisa». Un altro che mi chiama per nome quando è arrabbiato con me, è proprio un vizio di famiglia.

 «Non volevo ferirti, è solo che non so più di chi posso fidarmi».

Silenzio. Abbassa lo sguardo sui documenti e continua a lavorare. Mi dispiace, non volevo ferirlo.

 «Secondo te chi è?» chiedo.

Alza lo sguardo e con una smorfia scrive qualcosa su un foglio e poi si volta verso di me.

Leggo “TOM” e lo guardo di sbieco.

 «Tom è qui da poco, non conosceva Erik prima. Certo che come investigatore fai pena».

 «E sentiamo Sherlock, secondo te chi è?» chiede. Sto per rispondere ma il telefono dell'ufficio inizia a squillare.

 «Sì Sharon» rispondo mentre Lukas sventola il foglio.  

 «Elisa c'è qui l'agente Silver» comunica.

 «Gli dica che Erik non è qui».

 «Vuole vedere lei».

Strano. Cosa vorrà da me? Ci penso qualche secondo e poi dico: «Lo faccia passare».

 «L'agente del Fbi è qui e vuole vedermi» dico. Lukas mi guarda, solleva le spalle.

 «T’immagini, adesso arrestano anche te» commenta.

 «Non è divertente» dico dandogli un colpo sul braccio. Ci mettiamo seduti composti e decido di mandare un messaggio veloce a Erik per avvisare dell’arrivo di Silver.

Silver è qui per vedermi. Volevo solo avvisarti, ci sentiamo dopo. Ti amo.

Rimetto il telefono sulla scrivania e in quel momento entra l'agente Silver senza bussare.

 «Mrs Truston» dice pacato. L’espressione dell’uomo non è molto rassicurante. Postura rigida, viso pallido. L’ultima volta che l’ho incontrato di sfuggita sembrava molto sicuro di sé ora invece sembra a disagio.

 «Signor Silver. A cosa devo la sua visita?» chiedo senza perdere tempo.

Lukas si porta accanto a me, e l’uomo mi fissa negli occhi. Sospira. Non è un buon segno.

 «Si tratta di suo marito» dice. Prende un respiro profondo mentre io rimango ferma immobile in attesa che prosegua. Sento il battito del mio cuore, batte troppo forte. «la macchina di suo marito è stata trovata in fiamme sulla statale in direzione Franklin».

Sotto i piedi si apre una voragine, rischio di precipitare. Non riesco a respirare, mi manca l’aria.

 «Lui dov'è?» chiedo deglutendo.

La mano di Lukas si appoggia sulla mia spalla mentre l’uomo avanza ancora. Guarda Lukas e poi riporta la sua attenzione verso di me.

 «Suo marito era all'interno dell'auto».

Il mio cuore si sbriciola in mille pezzi, una stretta mortale allo stomaco va aumentando lasciandomi senza respiro.

 «Lui dov’è?» chiedo ancora. Voglio svegliarmi non mi piace l’incubo che sto avendo. Qualcuno mi svegli prima che soffochi.

 «Mi dispiace ma suo marito è morto».

Il mio corpo si pietrifica. Nessun movimento, nessun respiro, nessun battito. Morto. Morto. Lui è morto.

Sento la voce di Lukas, quella di Silver ma io non ascolto, non capisco cosa si dicono. Le orecchie continuano a fischiare, il fuoco brucia intorno a me, sento la testa pesante. Chiudo gli occhi e continuo a ripetere che sto dormendo. Non credo a ciò che dice quell'uomo e lo dimostrerò. Il mio corpo parte senza il bisogno che lo comandi. Afferro il telefono sotto lo sguardo perplesso dei due uomini e compongo il suo numero. Rispondi, voglio sentire la tua voce e dirti che scherzo crudele mi hanno fatto proprio ora.  

Segreteria telefonica.

Non prende. Riprovo.

Segreteria telefonica.

Riprovo.

Segreteria telefonica.

Continuo a premere freneticamente i tasti, ma la situazione non cambia, c’è sempre la segreteria.

 «Elisa cerca di stare calma» sussurra Lukas strofinando le mani sulle mie spalle. Io continuo a riprovare, insisto anche se parte sempre la segreteria. Riprovo, perdo il conto di quante volte riprovo e non riesco a fermarmi.

 «Dov'è?» urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Mi brucia la gola, il petto, mi tremano le mani. Vago con lo sguardo e quando incrocio gli occhi lucidi di Lukas crollo. Le mie certezze svaniscono, il mio mondo si distrugge per sempre.  Indietreggio e scuoto la testa sconvolta. «Non è vero, vi siete sbagliati» continuo a ripetere diverse volte. Mi lascio andare sul pavimento e piango in silenzio perché non so fare altro. Lukas si avvicina, mi stringe forte e mi sussurra di stare tranquilla che non sono sola, ma io in realtà sono sola. Lui non c’è più, mi ha abbandonato. Urlo sul petto di Lukas e lui mi stringe ancora, ma le uniche braccia che vorrei intorno a me non posso più averle perché lui non c’è più.

Le lacrime sono assicurate. Preparate i fazzoletti ragazze 😭😭😭😭

BELLO MA DANNATO PassioneWhere stories live. Discover now