CAPITOLO 28

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Solo una persona pronunciava quelle parole, Erik. Mi do un pizzicotto per vedere se è realtà o semplice frutto della fantasia. Sono sveglia, è reale ciò che succede. Continuo a guardare quelle parole incredula. Il cuore batte forte, sta impazzendo.  

Esco di corsa correndo verso la macchina, mi muovo velocemente perché i minuti sembrano eterni. Lui è vivo e il mio cuore vuole che vada alla spiaggia, la nostra spiaggia. Lui è vivo e mi sta aspettando, ne sono sicura. L’impossibile è possibile. Nulla è come sembra, la mente si offusca, scrollo le spalle e respiro profondamente prima di mettere in moto la macchina. Corri da lui, ti sta aspettando. Non puoi sbagliarti, solo tu e lui conoscevate quella frase. Il mio io mi urla, mi dice di sbrigarmi prima che lui se ne vada di nuovo.

Cerco di stare attenta mentre guido ma i dubbi mi schiacciano, le fitte al petto aumentano, il dolore è insopportabile. Mi arrabbio con me stessa perché  non riesco più a distinguere il vero dal falso. Guido, occhi sulla strada, mente lontana, cuore da lui.

Arrivata alla spiaggia prendo un respiro profondo e scendo dalla macchina vagando con lo sguardo. E poi vedo qualcosa, qualcuno, un uomo di spalle in riva. Non riesco a mettere a fuoco. Corro e urlo.

 «Erik».

La figura si volta verso di me e io mi blocco sul posto con il cuore in gola.

 «Ciao Elisa».

Lui, brutto bastardo. Corro inferocita verso di lui, lo spingo forte, gli metto le mani al collo ma lui mi blocca. Afferra i miei polsi e cerca di tenermi ferma, ma io non mi arrendo, lo voglio morto.

 «Sei un bastardo, hai rovinato la vita del tuo migliore amico».

Uso il mio corpo e spingo con forza verso di lui. Lui ride, non si scompone e la rabbia aumenta ancora di più. Vedo rosso. Spingo, calcio, cerco di liberare le mani ma lui è più forte e non si fa niente.

 «Ora basta» tuona. Mi spinge e mette distanza tra noi. Non ho intenzione di arrendermi. O io o lui. Pagherà per quello che ha fatto.

Mi avvicino nuovamente ma lui tira fuori una pistola e la punta verso di me e io mi fermo di colpo. Paralizzata guardo l’arma e poi lui.

 «Speravi fosse lui, vero?» chiede divertito.

Mi sono illusa, ho sognato l’impossibile. Il dolore al petto aumenta, respiro a fatica. Non riesco a fermare le lacrime che scendono sul mio viso.

 «Ah Elisa Elisa, mi deludi. Sei intelligente, ma quando pensi a lui perdi il lume della ragione» commenta avanzando verso di me.

Indietreggio.

 «Cosa diamine vuoi ancora Jason?» urlo.

 «Sei stata molto cattiva. Non dovevi andare da Monforte».  

A quelle parole corro verso la macchina e rischio il tutto per tutto. Se vuole sparare lo farà. Tento di aprire la portiera ma vengo afferrata per il braccio.

 «Non si scappa nel bel mezzo di una discussione» ringhia stritolandomi il braccio. Urlo dal dolore.

 «Vuoi uccidermi? Fai pure, sono già morta da mesi» dico riprendendo fiato. «Ma prima voglio sapere come facevi a sapere della frase».

Lui ride in modo malato. È pazzo e io non me ne sono mai accorta.

Sì avvicina con la pistola puntata verso di me. Non è per niente Jason che ho conosciuto in questi anni. Quello che vedo ora è un uomo cattivo e senza cuore.

 «Ho passato metà della mia vita ad osservare la sua vita. L'ho visto mentre si prendeva una donna che non meritava, mentre costruiva un’azienda che non meritava. Tutto quello che ha avuto lui, dovevo averlo io» dice carico di collera.

 «Non potrai mai avere ciò che aveva lui perché tu non sei lui» ribatto con disprezzo, incurante della pistola puntata verso di me.

 «Zitta» dice in tono minaccioso, si massaggia le tempie mantenendo lo sguardo fisso su di me.

 «Non dovevi entrare nella sua vita, sarebbe stato tutto più facile senza di te. Gli hai mandato in palla il cervello con tutti i tuoi sani principi e lui è diventato un pappamolla».

Il problema sono io, ho rovinato i suoi piani crudeli.

Silenzio. Nessuno dei due parla. Io non so che fare, come comportarmi. Sospiro facendo un piccolo passo indietro, cosa che a lui non sfugge.

 «Eh no, devi stare ferma Elisa. Non ho ancora deciso cosa fare, dipende tutto da come ti comporti» ringhia scuotendo la pistola.

 «Farò tutto quello che vuoi ma dimmi come sapevi quella frase».

 «Fammi capire, stai rischiando la vita e l'unica domanda che ti viene è questa?» Ride. Scuote la pistola e inclina la testa. Il suo sguardo muta, ora è assente, come se stesse ricordando qualcosa.

 «Ogni parola che usciva dalla bocca di Erik Truston è impressa nella mia mente perché io ascoltavo, seguivo, osservavo».  

Oh mio Dio. Lui spiava Erik. Ha ucciso Erik e ora ucciderà me.

 «Perché Jason?»

 «La risposta è molto semplice, vediamo se ci arrivi». Non ho voglia di giocare a indovinello, voglio le risposte. Morirò ma prima voglio sapere tutto. Perché tradire il suo migliore amico? Perché volere ciò che ha lui? Perché testimoniare il falso quando in realtà non…Sgrano gli occhi incredula. No, non può essere.

 «Soldi» dico sconcertata. Tutto per i soldi. Ma non capisco come sarebbe arrivato ai soldi di Erik, lui non è un parente, non ha nessun legame con gli affari di Erik.

 «Tanti soldi» precisa soddisfatto.

 «Come pensi di ottenere i soldi di Erik?»

Scuote la testa, ride ancora e io vorrei ucciderlo nel vero senso della parola. Se morirò sarò il tuo incubo peggiore stronzo.

 «Mentre il mio amico si lasciava fottere il cervello da te, io ricevevo una proposta a cui non potevo rinunciare».

 «Da chi?» chiedo prontamente.

Lui ci pensa, sta decidendo se dirmelo. Se mi dirà chi è vuol dire che ha deciso di uccidermi.

 «Stefan Grant».

Il mondo gira, la testa diventa pesante, le gambe mi tremano. Ancora lui, sempre lui.

 «Hai sparato tu a Grant» esclamo puntandogli il dito contro. Lui sorride e annuisce. «Hai pugnalato alle spalle il tuo migliore amico per i soldi».

 «Gli amici vanno e vengono» ribatte freddo.

Faccio alcuni passi avanti, lui mantiene la pistola puntata verso di me e io decido che è arrivato il momento di dire basta per sempre.

 «Finirai all’inferno e ti auguro di soffrire in modo doloroso e lento per l’eternità. Ora uccidimi perché, se non lo fai tu, io ucciderò te». Lo guardo negli occhi e per un istante vedo lo stupore che lo attraversa.

Sparerà ne sono sicura. Il cuore continua a battere troppo velocemente. Secondi che sembrano eterni. Non ho paura perché la morte mi porterà da lui. Non mi importa di rinunciare alla mia vita, la mia esistenza senza di lui non ha senso.

Il tempo si ferma e il caos si scatena. Chiudo gli occhi e sento lo sparo. Trattengo il respiro e prego che finisca il prima possibile.

Qualcuno urla il mio nome ma io non apro gli occhi.

 «Elisaaa» urla una voce in lontananza. L'unica voce che mi è mancata ora la sento. Sto arrivando Erik, ora staremo insieme per sempre.

Abbiamo un nome...Jason😵
La vero domanda è...Erik è vivo?
Fatemi sapere cosa ne pensate😘

BELLO MA DANNATO PassioneWhere stories live. Discover now