CAPITOLO 27

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La visita a Silver non è servita a nulla così ho deciso di rivolgermi a chi non avrei mai pensato anche se va contro i miei ideali di giustizia. Mi trovo nell’ufficio di Monforte mi guardo intorno a disagio. Non credevo che sarei tornata qui, ma a quanto pare ho bisogno di lui. Sfioro la collana con il mezzo cuore e sospiro. Scoprirò la verità amore mio, non mi darò pace finché non saprò chi ti ha fatto questo.

 «Signora Truston» una voce mi richiama. Mi volto di scatto trovandomi faccia a faccia con lui.

 «Monforte» dico seria.

 «Stavolta cosa le serve?» chiede soddisfatto. È un uomo furbo.

 «Ho bisogno di risposte».

 «E pensa di trovarle da me?». Si siede sulla poltrona accanto alla mia, e mi osserva con attenzione. Giurerei che sembra sorpreso della mia visita.

 «Sa benissimo cos'è successo a mio marito. Ma nessuno sa dirmi per mano di chi».

 «Non mia sicuramente. Lei non si pone le domande giuste, dovrebbe guardarsi intorno attentamente e cercare di capire».

Perché ho l'impressione che quest'uomo sappia molto. Non mi piacciono i giri di parole, mi danno sui nervi.

 «Lei sa chi è stato, non è vero?» chiedo tenendo lo sguardo fisso su di lui.

 «Ho una mia teoria» ribatte. Picchietta l’indice sulla gamba e io seguo ogni suo movimento.

 «Mi dica la sua teoria».

Lui sorride beffardo.

 «Perché dovrei? Non faccio mai nulla senza ottenere qualcosa in cambio». Si acciglia e il suo sguardo diventa una presa mortale.

Non farti intimorire Elisa, devi essere forte e coraggiosa.

 «Le darò qualsiasi cosa  pur di sapere la verità».

Rimane stupito dalla mia risposta. Ci pensa, ragiona e poi dice: «Qualsiasi?»

Si sporge in avanti e io deglutisco. Mi sto mettendo in guai grossi.

 «Qualsiasi» ripeto decisa. Non tornerò indietro, voglio la verità ad ogni costo.

 «Prima di dirle cosa voglio, risponda ad una domanda. Chi potrebbe odiare tanto Erik Truston da ucciderlo?»

Vedo rosso. La rabbia aumenta.

 «Se avessi la risposta crede che l'avrei cercata?» rispondo con un'altra domanda.

 «È disposta a tutto solo per sapere chi ha ucciso suo marito. Perché continuare a cercare, ormai è morto, fine della storia. Lasci che l'Fbi faccia le proprie indagini».

Un uomo freddo e senza cuore, ecco cos'è. Non riesco a capacitarmi che lui e Erik erano amici. Mi sporgo verso di lui e la cosa lo sorprende ma nel suo sguardo noto anche quella punta di curiosità.

 «Lei ha mai amato signor Monforte?»

Sostiene il mio sguardo e si sporge verso di me. Troppo vicini, ma non ho intenzione di tirarmi indietro. Deve capire che non ho paura di lui.

 «Tante volte Elisa».

 «Se avesse amato veramente saprebbe che il nostro cuore è in grado di amare solo una persona. Quell’amore che ti invade diventando vitale. Quel sentimento che è in grado di far luce nell’oscurità della tua vita. Se avesse amato veramente lo saprebbe».

L'uomo rimane senza parole ad osservarmi. Nessuna parola, solo uno scambio di sguardi. Si gratta il mento, riflette.

 «Non so dirle chi ha ucciso suo marito. Ma so che c'è una persona molto vicino a voi che non è ciò che sembra».

Le sue parole arrivano come una doccia fredda. Erik sospettava di qualcuno, ma poi tutto si è fermato. Io non ci ho pensato più, perché per me è impossibile che uno dei miei amici possa essere il testimone. Lukas è escluso, si fidava ciecamente di lui, gli aveva raccontato del piano.

 «Mi dica il suo nome, la prego».

 «Lei è molto diversa dalla donna che è entrata nel mio ufficio la prima volta. Quella donna avrebbe spaccato il mondo, invece adesso è una donna rassegnata. Si sente persa vero? Non sa quale sia la strada giusta, la scelta giusta» fa una pausa. Si alza in piedi e gira intorno alla scrivania. «Lei mi ricorda suo marito quando l'ho conosciuto. Non sapeva cosa fare della sua vita, proprio come lei adesso, ma abbiamo visto tutti fin dov'è arrivato. Perciò tiri fuori tutta la sua forza e vada avanti, anche se lui non c'è più, vada avanti».

Colpita e affondata. Mi manca l’aria.  

Apre un cassetto, tira fuori un fascicolo e poi lo lascia scivolare sul piano della scrivania verso di me.

 «Questo fascicolo le dirà tutta la verità» dice.

Lo prendo in mano, apro e poi capisco. Relazioni dell’Fbi. Inizio a sfogliare e mi rendo conto che si tratta delle indagini che sono state fatte contro Erik. Pagine di conversazioni telefoniche, relazioni su spostamenti, foto. Qui c'è la sua vita. Sapevano proprio tutto. Monforte interviene sfogliando velocemente altri fogli per poi estrarne alcuni fogli pinzati insieme.

 «Dovrebbe guardare questi» mi consiglia.

Prendo i fogli e comincio a leggere. La stanza inizia a girare, mi manca l’ossigeno. No, no, no. É lui il testimone. Guardo Monforte sotto shock. Non posso crederci.

 «Grazie per il suo aiuto Monforte, ma ora devo andare».

Mi alzo, prendo la borsa e abbandono il fascicolo sulla scrivania. L’uomo si alza a sua volta, mi apre la porta e dice: «Non faccia sciocchezze».

Non rispondo, esco in fretta mentre la vista si offusca. La rabbia va aumentando e poi nasce un sentimento che non ho mai provato. La vendetta.

Stringo le mani sul volante con forza e urlo a squarciagola. Come ha potuto farci questo. Voleva che Erik finisse nei guai, voleva rovinarlo e non riesco a darmi una risposta sul perché.

Ha finto tutto il tempo di volerci bene. Mi è stato vicino sapendo ciò che ha fatto. Gran pezzo di merda, io lo ammazzo con le mie mani. Entro in casa furibonda, qualcosa attira la mia attenzione, una busta bianca sul pavimento. La prendo in mano e la osservo, nessun mittente, nessun destinatario. La apro e tiro fuori il cartoncino color avorio.

Un'unica frase in grado di distruggermi del tutto.

Il tempo si ferma, io smetto di respirare e rileggo tante, troppe volte quella frase. Tremo.

Dove il tempo si ferma, portando via le sofferenze.

Eccoci alla svolta.
Elisa sa chi è il testimone. In tanti avete scritto che secondo voi può essere Lukas o Jason. Sicuramente nel prossimo capitolo scoprirete chi è.

E poi quella frase...
Sarà Erik?❤

BELLO MA DANNATO PassioneWhere stories live. Discover now