CAPITOLO 35

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Ha spazzato via quel velo di tristezza che incombeva su di me da lungo tempo, proprio come il vento fa con le nuvole riportando il sereno.                               

 «Piccola svegliati» la sua voce è come una dolce melodia. Pensa che stia dormendo, ma non è così. Sono sveglia già dall'alba ma come tutte le persone pigre e poco mattiniere sono rimasta nel letto con gli occhi chiusi e pensavo. A volte mi chiedo se sia normale essere ossessionata da Erik Truston? Lascia un piccolo bacio sul mio naso per poi soffiare sul viso. Ok, ha vinto. Non posso fare a meno di sorridere, è così tenero.

 «Ma buongiorno» esclama in tono scherzoso giocherellando con una ciocca dei miei capelli. Apro leggermente gli occhi e lo guardo, sono perdutamente innamorata di mio marito.

 «Buongiorno» mormoro coprendomi con il lenzuolo fino al naso. Non riesco a capire come sia possibile emozionarsi, mi imbarazzo nonostante siano passati anni.

Tira via il lenzuolo dal mio viso. «La mia bella è imbarazzata» commenta ridacchiando.

 «Non prendermi in giro» borbotto.

La sua espressione cambia, sembra offeso ma non è serio.

 «Osi coprire ciò che è mio?» spazza via il lenzuolo con la mano. «Meriti di essere punita Mrs Truston».

Non mi viene dato il tempo di ribattere che il suo corpo si sposta velocemente sopra il mio. Le sue mani mi stringono sui fianchi e poi mi tortura solleticando la pelle.  

 «Erik, ti prego no».

Non si ferma, le sue dita scivolano in corrispondenza delle costole e gratta leggermente. Sono incinta non posso contorcermi in questo modo, farò male al bambino.

 «Mi dica Mrs Truston» riporta il suo viso sul mio.    

 «Farà ancora una cosa del genere?» chiede accigliato. Faccio finta di pensarci mentre i suoi occhi bruciano di desiderio.

 «Sei tu che mi imbarazzi» dichiaro. Credo di non averlo mai detto, ma è così. Lui mi rende vulnerabile, mi sento scoperta. Per quanto io ci provi, non riesco a controllarmi, non riesco a dare una spiegazione a ciò che mi succede quando sono accanto a lui.

 «Dove siamo con la testa?» chiede riportandomi sul pianeta terra. Devo essere rimasta imbambolata troppo a lungo.

 «A te» dico.

 «E perché preferisci i pensieri di me che me in carne e ossa?»

Ha un espressione buffa. La tentazione di ridergli in faccia è molto forte ma cerco di trattenermi.

 «In effetti» dico appoggiando il dito sul suo mento pronunciato. «Erik nei miei pensieri è meno burbero e più dolce» picchietto il dito contro la sua pelle.   

 «Più accomodante».

 «Non esiste. Ti dimostrerò che l'originale è meglio» dichiara convinto. «Vediamo se Erik immaginario mi batte su questo» sussurra avvicinandosi alle mie labbra. Le sfiora, le lecca per poi baciarle. Mi bacia con foga, da togliere il fiato.

Il rumore del campanello rovina il tutto ma lui non si ferma, continua a baciarmi ignorandolo.

 «Erik hanno suonato» la mia voce è soffocata dai suoi baci. Non ha nessuna intenzione di fermarsi, ma io si. Cerco di spingerlo via ma il suo corpo è troppo pesante. Allora provo a serrare le labbra «hanno suonato» ripeto seria.

Stufo per la mia resistenza, si alza di scatto borbottando parole incomprensibili. Infila la tuta dei pantaloni e una volta arrivato alla porta si volta verso di me, io gli sorrido colpevole per averlo ammirato.

BELLO MA DANNATO PassioneWhere stories live. Discover now