[Capitolo 22]

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Mara's pov

Sono passati 15 giorni, e oggi, inizia la scuola.
Mi alzo intorno alle 6.30 e vado a fare un bagno caldo. Mi asciugo e mi vesto indossando dei jeans a sigaretta e una maglietta non molto pesante. Lascio i miei capelli cosí, naturali, che ricadono sulle mie spalle.
Torno in camera, prendo il cellulare con lo zaino e scendo in cucina per fare colazione.
Bevo un cappuccino e mangio qualche biscotto integrale.

Esco di casa e mi dirigo verso la scuola con le cuffie nelle orecchie. Mentre è in corso la riproduzione della traccia "Roma Bangkok".
Ho una voglia matta di cantare a squarciagola, e potrei anche farlo, volendo. Perchè si vive una volta sola, ma non voglio, sentirmi osservata, o meglio, essere uccisa dagli sguardi atroci dei paesani.

Impiego 10 minuti per arrivare a scuola e, subito dopo, suona la campanella che segna l'inizio di 5 ore di lezione.

Beh, oggi è il primo giorno, quindi non studiamo, credo, o almeno lo spero.

Mi precipito nella mia classe, la 4^B e occupo un banco quasi in fondo alla classe.

Entrano diversi professori e ognuno si presenta con il solito "Salve ragazzi, io sono il vostro nuovo insegnante di musica, matematica..." e bla bla bla.

Insomma una noia mortale. Penso lo sappiate persino meglio di me. Beh, c'è stata una presentazione che mi ha colpito. La presentazione della nuova professoressa di scienze che è anche una psicologa. Si è presentata in modo molto garbato e mi sta giá simpatica.

"Non vedetemi soltanto come la professoressa di scienze, perchè non è cosí che voglio essere vista" sorride e poi continua "Consideratemi come un'amica o anche, perchè no, una sorella maggiore. Io sono qui a vostra disposizione" detto ció finì il suo discorso.

L'intera classe era sorpresa dalle sue parole, anche se i suoi occhi, avevano una tempesta dentro, raccontavano la vittoria di chi ha lottato per molto tempo. E vi assicuro che gli occhi, si quelli, non mentono mai.

Le ore passarono in fretta e ancora stavo pensando a quella professoressa, mi aveva colpito fino in fondo.
Nel mio viso vi era un briciolo di speranza, forse ancora in me, vi era un briciolo di speranza.

Forse devo lottare per ció che voglio, e quando lo ottengo, devo lottare ancora per tenerlo. Perchè alla fine, vale davvero la pena soffrire.

La campanella delle 13 segna, finalmente, la fine di 5 ore di lezione, o meglio, presentazione.

Metto le cuffie nelle orecchie, come al solito, e faccio partire "L'amore esiste" di Francesca Michielin.

Mentre cammino con lo sguardo fisso alla mia sinistra, dove posso osservare il mare, che è una meraviglia. Vado a sbattere contro qualcuno.

Alzo lo sguardo come per chiedere scusa ma appena realizzo chi è, sul mio viso compare una smorfia di disgusto.

"Ancora tu?" dico sbuffando mentre stoppo la musica e tolgo le cuffie.

"Non ci credo! La prima voltá é una casualitá, la seconda è una coincidenza, e la terza, bhe è destino" dice sorridendo.

#SpazioAutrice

Sono riuscita ad aggiornare oggi yehh,nonostante ci abbia messo 20 minuti a scrivere il capitolo!

Buonanotte cari lettori/scrittori.

Il segreto che mi ha uccisa (In Revisione)Where stories live. Discover now