[Capitolo 26]

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Mara's pov

La sveglia suona alle 6.30 come al solito e, sbuffando mi alzo dal letto per raggiungere il bagno e immergermi nell'acqua calda. 

Esco dalla vasca con gli occhi ancora chiusi a causa del troppo sonno. Ieri sera sono rientrata dal cinema molto tardi, ecco perchè. 

Indosso un paio di jeans semplici e una felpa nera non molto pesante, spazzolo i miei capelli ancora bagnati e corro in camera per mettere le mie adorate vans nere. Mi trucco un pochino e poi scendo in cucina, nella dispensa, per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. 

Prendo il cellulare, metto il giubbotto ed esco di casa dopo aver afferrato il mio zaino. 

-

Al suono della campanella,i miei compagni entrano in classe seguiti dalla professoressa di matematica che inizia a trattare il nuovo argomento. Devo ammettere che la matematica, alla prima ora è un pò noiosa, visto che metà classe dorme e la professoressa sembra parlare da sola. 

Prendo appunti e infilo il quaderno nello zaino.

L'ora successiva passa in fretta e rilascio un respiro di sollievo non appena sento la campanella che segna l'intervallo. 20 minuti di libertà. 

Vedo che Roberta è ancora vicino al suo banco così la raggiungo e usciamo dalla classe insieme, dopo aver parlato un pò.

Cerco di individuare David con lo sguardo e sorrido non appena lo noto ridere con alcuni suoi amici. 

C'e' anche Justin. 

Non l'avevo mai notato prima in questa scuola.

Ci dirigiamo verso di loro e saluto David con un bacio a stampo prima che lui mi prenda la mano nella sua, fregandosene altamente degli sguardi puntati sulle nostre mani intrecciate.

''Andiamo in cortile?'' mi chiede.

''Ho ancora'' dico guardando il mio orologio al polso ''10 minuti, quindi credo sia possibile'' dico e ci dirigiamo tutti e quattro in cortile. 

In un modo o nell'altro la campanella suona e rovina il nostro momento di risate. Sbuffo, e dopo aver salutato David con un bacio, rientro in classe con Roberta. 

-

E mi ritrovo ancora una volta a fissare un punto impreciso nel vuoto. Quando sono uscita da scuola, ho mangiato e subito dopo mi sono buttata sul divano. Mirko è partito all'estero per due settimane con Luna e la sua famiglia, i miei genitori se la stanno spassando a Madrid e io, sono sul letto da sola, con le cuffie nelle orecchie, ad ascoltare per quella che sarà la millesima volta, What do you mean-Justin Bieber. 

La solitudine, in un modo o nell'altro, non è mai stata assente nella mia vita. 

Sono la classica ragazza che ama stare sola, ma non vuole sentirsi sola. Ecco. 

La riproduzione della canzone viene interrotta dalla vibrazione del mio cellulare. Un messaggio. 

Lo apro: ''Amore, ho appena finito di studiare. Stasera ti porto a cena,passo a prenderti tra poco''

Digito ''A dopo'' e lascio il cellulare sul letto per andare verso l'armadio. 

Non ho intenzione di presentarmi con dei semplici jeans e una felpa. 

Così,dopo aver rovistato tra i miei vestiti, decido finalmente di indossare un vestito bianco con la scollatura a V, che arriva fino a metà coscia, dei collant color carne quasi invisibili, e infilo le mie vans nere. 

Ho sempre pensato che le scarpe semplici fossero un abbinamento orribile con un vestito elegante, ma a quanto pare mi sbagliavo. 

Mi trucco un pò, applicando il rossetto rosso sulle mie labbra, l'eyeliner nero e il mascara anch'esso nero. 

Mi guardo un'ultima volta allo specchio e sento il campanello suonare, così mi precipito giù ad aprire. E' lui. 

Lo abbraccio immediatamente e poi chiedo ''Come sto?''

''Sei bellissima''dice ''come sempre'' aggiunge poi. 

''Grazie'' dico leggermente in imbarazzo.

Si, è il mio fidanzato,e mi sento comunque così. 

''Andiamo?'' chiede sorridendo. 

''Certo'' sussurro. 

Chiudo la porta alle mie spalle ed entro in auto con lui.


Il segreto che mi ha uccisa (In Revisione)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ