Capitolo 4

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PER CHI VUOLE DELLA PUBBLICITÀ O ALTRO BASTA CHIEDERE ;), INOLTRE LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE INFONDO, GRAZIE SE LO FATE. ❤❤

La macchina correva velocemente tra le strade di Londra, la sirena della polizia emetteva un fischio fastidioso che faceva girare la maggior parte dei passanti, ma nessuno gli dava più di tanta importanza.

La ragazza, ormai, si era calmata e ora guardava il paesaggio che Londra le forniva: persone che parlavano al telefono, chi camminava velocemente forse per il ritardo, chi invece passeggiava con calma, bambini che giocavano, urlavano, piangevano, chi passeggiava con amici e sorrideva o rideva, ma una cosa che catturò l'attenzione della ragazza fu un gruppo di amici che ridevano, tra essi una ragazza sui 15 anni sorrideva anche lei, ma nessuno si accorgeva che era un sorriso finto, tirato.
Quella ragazza era proprio la copia identica di Serena: si teneva tutto dentro, non faceva trasparire niente.

O almeno così pareva a Serena, non era mai stato una brava a intuire lo stato d'animo di qualcuno, ma quel sorriso era identico al suo.

A ridestarla da quei pensieri fu la macchina che si era fermata davanti al vialetto della nuova casa di Serena, a seguire molte altre macchine di Polizia si fermarono e appena Serena aprì la porta di casa un massa di poliziotti si spinse dentro facendo quasi cadere la ragazza.

Ormai erano passate più di quattro ore dall'ultima chiamata di Rosaline e Serena era sempre più preoccupata.

La corazza che si era creata piano piano si stava sgretolando e non poteva farci nulla perché se fare avanti e indietro in una stanza rischiando di diventare pazza facendosi mille film mentali era una soluzione, il problema era risolto.

L'ansia la stava mangiando viva, in quelle quattro ore Mark e il padre cercarono di farla calmare dicendogli 'non ti preoccupare, la troveremo' o ' si sarà sentita male e ora sarà in ospedale, il telefono sicuramente gli sarà caduto' su questa frase Serena, cercava sempre di protestare, ma non ce la faceva era troppo pensierosa sul da farsi. Alla fine decise doveva andare, ma senza far sapere niente a nessuno, neanche a Mark, infondo era uno sbirro.

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2 ORE PRIMA, CENTRALE DI POLIZIA DI LONDRA.

"Quindi lei mi sta dicendo che la signorina Black, scomparsa dopo che le ho riferito la notizia del fratello?"

"Commissario, Rosaline mi ha chiamata chiedendomi aiuto almeno mezz'ora fa ed io sono ancora qui a convincerla che l'hanno rapita!" disse la mora tra i denti. Se c'era una cosa che lei odiava, era sicuramente quando le persone cercavano, in tutti i modi, di contraddirla.

"Signorina Wright, noi non siamo sicuri che la sua amica sia stata rapita, può darsi che si è sentita male o che so io." Serena si stava trattenendo da non urlargli contro, ma era al limite.

"Commissario, vede" chiuse un attimo gli occhi per calmarsi "se forse per me non sarei corsa qui a chiederle il suo aiuto, solo che per colpa di Qualcuno" girò verso Mark "ora mi ritrovo qui seduta su una sedia, sapendo che una mia amica potrebbe essere in pericolo."
Ecco il suo autocontrollo era andato a farsi una vacanza alle Hawaii.

"In primo luogo, signorina Wright si calmi e se lei la pensa in questo modo metteremo sotto sorveglianza casa sua e il suo cellulare, d'accordo?" Rispose il commissario irritato dal comportamento della ragazza.

" , ma prima potrei andare in bagno?" E prima che il commissario parlasse, Mark prese parola.

"Certo, ti accompagno io!" Il padre gli scoccò un' occhiataccia per il tono così confidenziale, ma lui non ci fece caso.

The Return Of NightmareWhere stories live. Discover now