Capitolo 23

307 46 45
                                    

"Luke! Luke!" Il suono di quelle parole si infrangevano come onde sugli scogli. Luke si girò ma non vide nessuno e niente.
"Luke! Luke! So che puoi sentirmi! Dai devi svegliarti, tra un pò staccheranno la spina! Io credo in te, forza Luke! Svegliati!"
Ancora quella voce. Una voce che sentiva da qualche tempo, non sapeva definire da quando perché lì, dov'era lui, si perdeva la cognizione del tempo. Era fastidiosa ma non per il timbro, Luke la definiva fastidiosa perché la sentiva ma non la vedeva.
Quella voce lo incoraggiava e lo scoraggiava allo stesso tempo. Da quello che diceva quella voce, abbastanza famigliare, era passato già un altro mese ma lui non se n'era accorto, da tempo non si accorgeva più di niente.

La stanza dove si trovava era completamente nera escludendo quello spiraglio lucente intoccabile. Riusciva a vedere quella luce solo se sforzava. Pulsava. Pulsava di una luce bianca. Luke si era chiesto più volte, se quello era il passaggio dal regno dei vivi a quello dei morti o era la porta della sua salvezza.
Si era chiesto spesso se dietro quella specie di porta si poteva trovare Kate e tutti quelli che lo avevano lasciato sulla terra. Aveva paura ma non si sarebbe arreso, mai.
Indossava un camice bianco, ricordava vagamente qualcosa durante l'operazione, prima di cadere in quel sonno profondo, sul filo tra la vita e la morte.

"Luke!" Il ragazzo si girò ma per la millesima volta non vide niente.

"Luke ti prego, so che puoi vedermi devi crederci, ti prego, ti devo parlare." Disse ancora quella voce. Fu in quel momento che Luke capì che stava per accadere qualcosa di anormale in un posto altrettanto strano.
Luke si sforzò: assottigliò gli occhi, strinse denti e pugni, si concentrò. Fu allora che la vide.

Una ragazza della sua stessa età: Kate, sua cugina. Era vestita dai suoi abiti preferiti ed era a piedi nudi sul pavimento congelato, però non sembrava avere freddo. Luke si avvicinò facendo qualche passo in avanti, ma subito la cugina lo fermò con una mano.

"Sono venuta qui per parlarti: non puoi e non devi arrenderti. Sei forte, per l'amor del cielo! Che ne è stato di quel bambino coraggioso?!" Sbottò lei mettendosi le mani sui fianchi.
Luke a quella visione sorrise. Non era cambiata.

"Non sono più quello di una volta Kate." Rispose lui. Faceva uno strano effetto parlare con persone morte ma si diceva che in quei stati di in convalescenza succedeva sempre qualcosa di strano.

"Luke senti non ho molto tempo, dovevo solo dirti di non arrenderti, il mio assassino è ancora lì fuori pronti a far saltare in aria chiunque intralci i suoi piani e tu...tu ne sei la prova..." disse con aria quasi malinconica ma con un velo di rabbia.

"Vuoi dire che sei stata uccisa? Chi è stato? Ti prego dimmelo!" Luke si agitava perché la cugina iniziava a scomparire come nebbia.

"Luke il mio tempo è terminato! Ritorna al tuo mondo e lo scoprirai da te, io sarò con te! Addio!" L'ultima parola la urlò per farsi sentire dal ragazzo che adesso era in piedi davanti al nulla.

Luke deciso come non mai prese una rincorsa, e si lanciò sulla porta che andò in frantumi una volta per tutte.
Luke si ritrovò sulla soglia. Prima di oltrepassarla però, si girò indietro e abbracciò con uno sguardo quello che per quasi due mesi era stata la sua dimora. Sorrise.
Poi proprio quando fu a metà tra la vita e la morte la sentì di nuovo. La sua voce. La voce di Kate.

"Ricorda non tutte le persone sono come sembrano...Fai attenzione Luke...ci rivedremo un giorno, ma per adesso ritorna a vivere anche per me." Luke sorrise inconsapevole che tra un paio di secondi tutto sarebbe finito. Con un sorriso muto salutò Kate, la sua unica amica in quel luogo sperduto.

The Return Of NightmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora