Capitolo 21

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D. uscì velocemente dal capannone, calandosi il cappuccio della felpa sul volto ancora nascosto dal passamontagna. Aveva raggiunto la sua macchina e dopo esserci entrato, partì veloce per la villa.

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Agonizzante a terra c'era Luke. Per fortuna, se si può chiamare così, Luke non era stato preso al petto, ma sulla spalla. Il dolore era atroce, certo, ma doveva chiamare qualcuno, o sarebbe morto lì. Sul posto. Con fatica prese dalla sua tasca posteriore il cellulare e compose il numero.

"Pronto?! Qui-" Luke non fece finire di parlare la persona dell'era parte.

"U-un' a-ambulanza a-al-" Luke non terminò la frase che chiuse gli occhi privo di sensi.

"Pronto! Pronto! Chi parla?" Ma nessuno parlò più.

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"E adesso parliamo di cronaca, parliamo della sparatoria avvenuta a Londra qualche ora fa. Gli agenti, per privacy non vogliono svelare i nomi dei tre ragazzi che adesso si trovano in ospedale. Anche qui, gli agenti sono stati molto attenti a non lasciar trapelare informazioni...vi aggiorneremo appena i nostri collaboratori riescono a scoprire qualcosa. Adesso passiamo alla borsa valori..."

Serena sentì una voce indistinta da qualche parte. Infastidita da quella voce aprì lentamente gli occhi.

Li spalancò tutto d'un colpo e nello stesso mentre alzò la testa. Quasi urlò dal dolore. La testa era tutto un dolore. Piano piano riuscì a vedere cosa aveva davanti gli occhi.

In quella stanza il colore prevalente era il bianco, Serena si guardò i vestiti e capì subito di essere in ospedale. Cercò di ricordare cosa era successo e come un lampo di genio le venne i mente. La sensazione che aveva avvertito, la lettera di Kate, Luke, il sangue di Luke, Rosaline accasciarsi a terra e infine lei.
Subito fu presa dal panico: cosa era successo a Luke? Iniziò a urlare per richiamare l'attenzione di qualcuno. La sua preghiera fu ascoltata, perché dopo pochi secondi degli infermieri si precipotarono nella stanza 103.

"Signorina si è svegliata!" Gridò un'infermiera non contenendo la sua gioia. Un signore sulla quarantina la guardò male, e si portò su gli occhiali mantenendo un'aria professionale. Si avvicinò a Serena per misurarle la pressione ma lei ritirò il polso di sguardo.

"Dove si trova il ragazzo, e la ragazza che erano con me?" Chiese la piccola Wright in preda al panico.

"Signorina adesso si calmi, la ragazza si è svegliata un quarto d'ora fa e adesso è seduta vicino al ragazzo che..." Il dottore non finì la frase. Questo voleva significare solo una cosa. Era morto.

"No, lei non mi può fare questo, Luke non può essere morto!" Urlò.

Il dottore le sorrise compassionevole mentre la ragazza lo voleva bruciare vivo.

"Non è morto..." Disse il dottore. "Come? E allora quella faccia?" Il quarantenne fece segno all'infermiera di spiegarle. Poi uscì dalla stanza.

La ragazza aveva la divisa dell'ospedale, i capelli biondi legati in un chignon tenuto fermo con una matita. Serena la guardò a lungo, le sembrava famigliare...

"Il tuo amico" incominciò "è in terapia intensiva, la tua amica ha parlato solo per vedere Luke."

"Che significa terapia intensiva? " Serena lo sapeva ma ne voleva essere sicura.

"La terapia intensiva è quando qualcuno, è ancora sotto pericolo, e deve essere per forza sottocrontollo. In poche parole è in rianimazione, se entro questa sera non reagisce agli stimoli non ci sarà più niente da fare, mi dispiace."

Serena con le lacrime agli occhi sorrise. Un sorriso sarcastico.

"Chissà quanti ne avrai visti morire tu, di persone, non fare finta con me, non serve, avrò sulla coscienza anche Luke e questo non me lo potrò mai perdonare." Disse iniziando a piangere.

"Hey, Hey, non piangere guarda che si riprenderà." Rispose davvero preoccupata.

Poi se ne andò a causa di una chiamata d'emergenza. Se ne andò senza guardarsi indietro, dando modo a Serena di seguirla. Se ne andò seguita dalla mora.

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Rosaline era seduta sul letto, zitta da quanto si era svegliata. Aveva gli occhi rossi, non si era vista allo specchio ma ne era sicura. Da quanto le avevano detto, che il ragazzo che amava era in terapia intensiva era crollata. Adesso capiva cosa si sentiva Serena quando aveva perso Jack. Il medico gli aveva subito detto che il ragazzo aveva possibilità di salvarsi, perché a causa dell'emorragia aveva perso troppo sangue.

Il tempo si era fermato da quel momento. Le lacrime erano cadute da solo, il labbro inferiore tremava, i capelli erano scompigliati. Un effetto disastroso, che dava a vedere tutta la sofferenza.

Sentì un forte chiasso fuori la sua stanza e incuriosita si avvicinò allo stipite.

Dall'angolo adiacente spuntata una testa mossa e mora. Serena.

Entrambe non sentirono quasi niente della conversazione tra l'infermiera e il dottore. Solo una frase. Una frase disastrosa per entrambe.

"Il ragazzo ha avuto un attacco cardiaco, ma si è salvato per un pelo, adesso lo stanno portando in camera perché è fuori pericolo..."

Salvo. Luke era salvo.

Spazio Autrice.

E così il rosso non è morto, io mi sono tolta dai guai e siamo apposto così, No?

Bene non ho niente da dirvi❤✋...quindi vi saluto , spero che il capitolo vi sia piaciuto e se è così lasciata voti e tanti commenti come nei capitoli precedenti.

P.s spero che la storia non stia diventando noiosa :)

A presto
-lucy387❤

The Return Of NightmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora