Capitolo 10

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Altri due giorni erano passati, lentamente e con agonia ma erano passati.
A Londra, il tempo era sempre grigio e scuro, la pioggia cadeva interrottamente come per ricordare la morte di tutti i ragazzi uccisi a sangue freddo per vendetta e odio. Il giorno precedente, sotto la pioggia, tantissime persone si erano unite per dire NO a queste tragedie, NO alla perdita di famigliari e amici, NO al dolore, NO alle lacrime.
Un NO che vale più di mille parole, più di mille sguardi e pensieri, un NO disperato proveniva da quella gente stanca di combattere, che sperava che quello fosse un incubo, dove non avevano realmente perso le loro persone più care, le loro vite, le loro ancore, il loro spiraglio di luce in un mondo dove gli unici colori erano o il bianco o il nero.
Le persone che avevano fatto ciò dovevano pagare, facile a dirsi ma piuttosto difficile a farsi. Quelle persone si muovevano nell'ombra senza lasciare tracce, quelle persone che si confondevano così facilmente tra la folla, quelle persone avevano solo un nome, un nome che aveva distrutto famiglie su famiglie: la mafia.

Ultimamente quest'ultima, aveva causato non pochi problemi alla polizia, in un anno, oltre a spacciare, infatti avevano fatto fuori due ragazzi, un numero piccolo, certo! Ma sempre allarmante.

La gente, quella sera si era spostata verso il centro di Londra, passando davanti al vialetto della casa di Serena, dove il silenzio era disarmante. Quando sentirono la protesta si affacciarono alla finestra, niente di più.

"Con questa protesta non li fermeranno di certo!" La voce malinconica di Luke era rieccheggiata nella stanza. L'unica frase che uscì dalla sua bocca in quei due giorni fu quella. A Serena le dispiaceva così come a Rosaline ma non non avevano detto niente a Luke perché lui odiava la pietà, lui voleva solo ritornare indietro e non immischiarsi per niente con quegli uomini ma purtroppo dietro non si tornava ed era consapevole che sul latte ormai versato non si rimuginava eppure continuava a farlo, quasi come un'ossessione, quasi come se sentisse il bisogno di darsi la colpa. Perché la colpa era solo sua. Si faceva pena, lui era lì a deprimersi e a pensare cosa fosse successo se non avesse preso quella strada mentre le due ragazze si facevano la testa tanto cercando di capire il collegamento tra la cugina e Jack.
Alla fine non ci erano riuscite e dopo due giorni liberi ritornarono all'università.

Quella mattina un vociferare di voci riempiva il cortile. Il principale argomento? La morte di Kate Brown, ovvio.
Le voci si fermarono di colpo. Come se qualcuno avesse messo 'stop' a quel fastidioso chiacchiericcio. Una testa rossa, seguita da una nera e l'altra mora, si fece spazio in mezzo alla folla. Luke.
Il ragazzo lanciava occhiate a chi osava solo fare un cenno alla persona accanto facendola pietrificare sul posto.

"Io vado dentro ci vediamo dopo"

"Ok, ciao Luk!" Risposero all'unisono.

***
"Prof, posso andare in bagno?"

"Sì signorina Wright."

Serena si alzò e uscì dalla quella prigione per dirigersi in bagno.
Nel mentre il cellulare gli vibrò.

Da Francesco:

'È da tanto che non ti sento è successo qualcosa?'

A Francesco:

'Ti fai sentire solo adesso? Bel fratello che sei eh!?'

Sinceramente era arrabbiata con lui, non si era fatti sentire per niente.

Non rispose. Serena si diresse in bagno.

***
E così anche un'altra giornata di scuola era finita e insieme a essa anche tutte quelle voci su Kate.

"Ragazzi, io vado a correre a dopo."
Serena si era messa un pantalone di tuta e un top sportivo, sentiva il bisogno del vento che le sferzava la pelle. Molte amavano fare una doccia, l'acqua rilassava, certo ma Serena amava correre, era un come se correndo le barriere che la tenevano incollata sulla Terra si distruggevano e lei poteva fuggire dalla propria vita perché ormai da tempo, lei era schiava della propria vita.

"Hey, tu non sei Serena Wright?" Serena si fermò dalla sua corsa e si voltò.

"Oh ciao...Michael giusto? " avvampò di colpo non ricordandosi il suo nome.
'Dov'è è finita la Serena fredda e menefreghista?' Sì domandò, perché insomma arrossire non era da lei.

"Sì, in persona!" Ironizzò "La piccola Wright cosa ci fa tutta sola da queste parti, in periferia, dove circola di tutto ma di certo non brava gente!?" Finì usando la frase a mo' di rimprovero.

Serena si guardò in torno: era vero; si era allontanata dal centro arrivando alla periferia. Ora capito cosa significava per Serena correre?
La ragazza era senza parole, cioè gli era successo altre volte,ma non si era mai allontanata così tanto e mai avvicinata così tanto ai quartieri periferici dove la maggior parte di quelle vie erano popolate da brutti ceffi. Eppure li c'era una discoteca abbastanza famosa e forse proprio lì si stava dirigendo Michel.

"Sai Moore, potrei farti la stessa domanda." Disse la mora come se la cose non gli importasse mentre il ragazzo alzava le spalle.

"Stavo andando in discoteca con Peter, il mio amico." Disse, facendo un cenno al ragazzo alla sua destra che fino adesso se ne era stato zitto tanto che Serena non si era accorta della.sua presenza.

"Oh, ehm... Non mi era accorta che eri in compagnia " disse poi si rivolse all'amico di Micheal, allungò la mano "Serena" "Peter" rispose con calma e disinvoltura la quale stava facendo innervosire Serena che però sorrideva o almeno cercava di farlo e stringendo la mano a quest'ultima.

Quelle due voci non le erano nuove, le aveva sentite da qualche parte eppure non ricordava dove...

"Ragazzi io devo andare si sta facendo tardi, ci vediamo in giro, ciao!"

"Ciao." Risposero in coro i ragazzi con un ghigno appena visibile.

***
Non fece neanche a tempo ad mettere le chiavi nella serratura che la porta si aprì e da dietro di essa una Rosaline bianca in viso.

"Cos'è successo?" Chiese subito la ragazza mora.

"È arrivata una l - lettera."

"Fammela vedere, adesso! E Luke?"

"Luke è uscito qualche ora fa prima che arrivasse la posta."

Serena sospirò perché già sapeva - in parte - in cosa consisteva la lettera.

La carta era elegante, la calligrafia ordinata,se non fosse per quello che stava succedendo potevano dire che una cartolina di qualche parente.

Ma non era così,la verità era tutta un'altra e gran parte era ancora da scoprire.

Spazio Autrice

Ciao a tutti/e,❤
Personalmente questo capitolo mi piace un sacco,non so il perché. Ma bando alle ciance e come avevo già anticipato è comparso un nuovo personaggio: Peter (amo questo personaggio, anche se ancora non so bene che cosa farà).
Spero che la parte emotiva del capitolo mi sia uscita bene perché io in descrizioni ed emozioni scritte non sono il massimo. Grazie mille a @FioreDargento grazie mille davvero per i consigli emotivi, ringrazio inoltre @Atir88 e @sognandolarealta per i consigli generali, ringrazio ancora il mio amico che mi ha 'aiutata' con il nuovo personaggio ( prima o poi dirò il tuo nome ;)) e infine ringrazio tutti voi che mi date forza e sostegno; scusate gli errori cercherò di rimediare.

Spazio Pubblicità

-Sei la mia droga- di @CeleCelestina

- A Beautiful Dream- di @DonyRora

- Concorso di thebestfriend01 - di @lisahappy249 (ho trovato solo questa).
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate l'enorme ritardo ma tra impegni vari...comunque cosa pensate ci sarà scritto nella lettera? Votate e commentate.
A PRESTO

-Lucy387❤❤❤

The Return Of NightmareDonde viven las historias. Descúbrelo ahora