3.

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I suoi occhi li ho notati subito. Sono azzurri. Non sono occhi freddi, incapaci di trasmettere qualsiasi emozione. Gli occhi di Shane sono intensi, comunicativi e penetranti.

Sono distratto ed impiego qualche secondo a realizzare che qualcuno sta parlando con me. 
"Hai detto qualcosa?" mi volto verso la mia amica. 
"Ti ho chiesto a cosa stai pensando."
"Oh, niente"

Jess mi squadra, in attesa che io dica qualcos'altro.
"Niente d'importante, davvero"

"Che ti prende oggi?" chiede, appoggiandomi una mano sul braccio.

"Niente" ripeto.

"Ethan, devi stare tranquillo. So che stai affrontando un periodo difficile, ma non devi avere paura. Sei più forte di quanto tu non creda. Okay?"
Le accenno un sorriso, giusto per farle capire che ho apprezzato le sue parole. 

"Senti, possiamo uscire prima oggi?" le chiedo poi. Non me la sento di passare una giornata intera tra queste mura, non so quanto posso sopportarlo ancora.

Mi guarda confusa. Sembra delusa o disapprovante. Sospira.

"Per favore..." la supplico, guardandola dritta negli occhi e cercando di trasmetterle quello che sento.

Provo una sensazione strana ora. So per certo che lei sta cercando di comprendermi e compatirmi. Sono sicuro anche che adesso mi accompagnerà a casa e farà esattamente ciò che le chiedo. Lo so perché è quello che ha sempre fatto, perché sa come rapportarsi a me e perché sa che non mi allontanerò mai, che ho bisogno di lei.

Eppure, quando ho incontrato lo sguardo di Shane prima, mi sono sentito come se lui avesse già capito tutto, come se fosse state capace di leggere attraverso i miei occhi. Mi assale una voglia improvvisa di raccontare tutto ad uno sconosciuto, di confessargli i miei segreti più profondi, i pensieri più ignobili, tutte le mie paure. Per liberarmi di essi e scaricarli a qualcuno in grado di sostenerli, perché questa è l'impressione che mi ha trasmesso, quello che credo di essere riuscito ad inquadrare di lui.

Non mi era mai successa una cosa del genere.

Tra la folla di studenti raggruppati nel cortile che precede l'uscita, noto il suo ciuffo biondo. Le mie mani cominciano a sudare e una nuova agitazione scorre tra le mie vene. 

Stavolta ci passa accanto ignorandoci completamente. Rimango qualche secondo a fissare la sua figura allontanarsi. Serro i pugni ed i denti e mi volto verso Jess, la quale sembra non essersi accorta di nulla.

Scarico la mia amica bruscamente, incamminandomi solo  verso casa. 

La situazione anche qui non è tra quello che preferisco. Mia madre è perennemente attaccata al telefono, per lavoro dice lei. Col suo compagno ho un rapporto, se così può essere definito, davvero pessimo. Ora dorme sul divano russando come un porco.

Mi precipito nella mia stanza e mi butto sul letto, attaccando la musica dalle cuffiette.

Mia mamma invade la camera dopo pochi minuti. "Ciao, tesoro. Com'è andata?" chiede, ma si capisce che è concentrata su altro. Ha ancora il telefono tra le mani, come se avesse lasciato una chiamata in sospeso.

"Bene" rispondo freddo, nemmeno si è accorta che sono tornato in anticipo.

Lei torna in fretta ai suoi impegni ed io mi rintano nel vortice dei miei pensieri.

If They Knew The Pain  [#wattys 2018]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora