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Owen's POV.

Quando lasciai i marines, ero convinto di aver visto di tutto. Ero convinto che non avrei mai vissuto esperienze simili, che non avrei mai più assistito a così tanta violenza.

Anche quando ero entrato nello staff di Jurassic World, ero convinto che niente mi avrebbe più sorpreso.

Pensai la stessa cosa quando riuscii a creare un legame quasi naturale con quattro creature preistoriche pronte a divorarmi da un momento all'altro.

Mi sbagliavo.

In quegli ultimi due giorni, una bestia non terrena, un mostro creato dall'avidità umana, aveva sterminato quasi trenta militari perfettamente addestrati, decine di dinosauri, e terrorizzato un'isola intera. E nessuno era ancora riuscito a fermarlo. Avevamo liberato i Raptor, nella speranza che riuscissero a trovare l'Indominus e ucciderlo, ma anche lì le cose erano andate storte. I miei  Raptor finirono per ribellarsi a noi, a me, e sparire nella boscaglia.

E adesso ero qui, su una jeep in una foresta che sarebbe potuta essere facilmente l'ultimo luogo che avrei visto prima di morire. Al sedile di fianco al mio c'era Claire, che teneva gelosamente sulle gambe gli oggetti ritrovati nella girosfera. Nei suoi occhi potevo leggere paura, rimorso, rancore, ma, soprattutto, speranza. La speranza di ritrovare i ragazzi e portarli al sicuro. La speranza che tutto finisse il prima possibile. Quella luce nei suoi occhi era la sola cosa che mi faceva andare avanti.

- sono sicuro che stanno bene. -

Dissi per rassicurarla. Lei si limitò ad annuire. Seguivamo le tracce dei ragazzi da un po', ormai. Arrivammo in un posto che conoscevo, ma dove non ero mai stato di persona: il vecchio hotel. Ciò che trovammo, però, fu solo il resto di un focolare. Ma almeno sapevamo che erano vivi.

- manca una jeep. Devono averla presa loro. -

Disse Claire, appena arrivammo al garage. Non seppi dire se il suo tono tendesse più alla felicità o alla paura.

Sentimmo un cellulare squillare, il suo. Rispose di fretta, tremando. Cercai di sentire la breve conversazione, ma fallii.

- era il Signor Masrani. Problemi alla voliera. -

Mi informò, non appena riagganciò il telefono.

- la voliera non è lontana da qui... -

Pensai ad alta voce. Ci guardammo negli occhi per pochi secondi, immobili. Sentii il respiro morirmi in gola quando, insieme, giungemmo ad una spaventosa conclusione.

- i ragazzi. -


Justin's POV.

Tutto quello a cui riuscivo a pensare era che dovevo portarla in salvo, a tutti i costi.

Anche se non sapevo dove stavo andando, anche se non avevo idea di quanto ancora la macchina avrebbe retto, continuai a guidare tra la boscaglia, sperando di trovare qualcosa.

- qui dentro non ci sono cartine, o mappe, niente di niente. -

Taylor sbuffò, richiudendo il piccolo sportello sul cruscotto. Il vento che entrava dal tettuccio apribile le scompigliava i capelli.

- rilassati. Ce la faremo. -

Dissi io. Non avevamo visto animali da un po', e la cosa mi rendeva più che felice.

Taylor sospirò pesantemente e si affacciò dal finestrino dell'auto. Mi presi la libertà di guardarla di sfuggita, di tanto in tanto, e inevitabilmente sorrisi. Non avevo smesso di pensare alla sera prima neanche per un minuto. Mi aveva esplicitamente chiesto di baciarla. Un po' mi sentivo stupido per averle negato quel bacio, ma lei lo aveva fatto a me per anni, e il minimo che potevo fare per vendicarmi era stuzzicarla per almeno un paio di giorni.

Dopo non molto Taylor sobbalzò, sporgendosi di più dal finestrino, con lo sguardo dritto davanti a sé. Rallentai.

- cosa c'è? -

Domandai. Taylor rimase a fissare tra gli alberi, e la stessa cosa feci io. Svoltai il prima possibile per arrivare ad uno spazio più aperto.

- è la voliera. -

Mormorò lei. Eravamo ora in cima ad un'altura, e a qualche decina di metri da noi c'era un'enorme cupola di vetro. Se quella era lì, allora eravamo vicini al parco.

Ma per qualche strano motivo, non riuscivo a tranquillizzarmi.

- qualcosa non va. -

Dissi io. L'auto era ormai ferma, così spensi il motore. Entrambi tenemmo lo sguardo fisso sulla voliera. C'era troppo movimento. Poi lo sentimmo, forte e chiaro: il motore di un elicottero, che sfrecciò sulle nostre teste a tutta velocità. Taylor, immediatamente, si alzò in piedi, sporgendosi fuori dalla macchina e urlando, muovendo le braccia in aria. Ma fu completamente ignorata.

- Tay, sta giù. -

Le dissi, prendendole la mano. Lei non mi diede retta. L'elicottero girò un paio di volte intorno alla voliera, e solo in quel momento notai gli alberi intorno ad essa agitarsi e spezzarsi come fossero niente. Dal velivolo partì una raffica di proiettili, proprio tra gli alberi, e allora Taylor si mise di nuovo a sedere. Strisciò sul sedile, più vicina a me, senza fiatare. Potrei giurare che il mio cuore si fermò, quando dalla boscaglia apparve la stessa creatura che il giorno prima ci aveva dato la caccia. Quasi per istinto, avvolsi un braccio intorno al busto di Taylor, anche se quel mostro era lontano da noi. Tenni il fiato sospeso mentre i proiettili si scagliavano contro quell'essere, senza scalfirlo minimamente. L'animale sembrava impazzito. Anche se le armi non lo ferivano, non sembravano andargli a genio. Lo guardammo distruggere qualsiasi cosa gli si trovasse intorno: alberi, cespugli, la voliera.

Anche da lassù, fummo entrambi colpiti dallo stridente suono dei vetri che andavano in pezzi. Immediatamente, uno stormo di enormi uccelli lasciò la gabbia, avventandosi immediatamente sull'elicottero. Sentii Taylor sussultare, quando questo si schiantò a terra.

- metti in moto. -

Disse tremando. Io obbedii, ma l'auto decise diversamente. Il motore borbottò, senza dare segni di voler ripartire. Ero troppo impegnato a imprecare per accorgermi che lo stormo che aveva distrutto l'elicottero, era ora diretto verso di noi. Sentii solo Taylor urlare, e l'auto accendersi sotto di me. Spinsi il piede sull'acceleratore, senza neanche guardare dove andavo. Spinsi Taylor sul fondo dell'auto e mi accovacciai anche io. Non mi interessava di non vedere la strada: dovevamo svanire.

Tutto quello che sentivo erano le urla di Taylor, alternate occasionalmente dallo stridere degli uccelli che volavano sopra le nostre teste e che tendevano i loro maledetti becchi contro di noi. Alzai la testa. Una schiera di alberi era davanti a noi. Ne schivai uno, ed un altro, ed un altro. Ma quelle bestiacce erano ancora alle nostre calcagna. Dovevo salvarla. Dovevo salvare entrambi.

- attento! -

Fu l'ultima cosa che sentii. Taylor afferrò la mia maglia e mi trascinò di nuovo sul fondo dell'auto, evitando che uno dei dinosauri mi afferrasse. Persi il controllo. E l'auto si schiantò.


[A/N]

Quando ho realizzato che non aggiorno da 21 giorni mi sono sentita tremendamente in colpa, oh mio Dio, perdonatemi.

In più ho già voglia di piangere per quello che succederà nel prossimo capitolo, ma niente spoiler ewe


- Ronnie


jurassic world. ✩ jdb & tasWhere stories live. Discover now