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Faceva particolarmente caldo per essere agli inizi di novembre. Il sole mi aveva svegliato,ero nella stessa posizione in cui mi ero addormentato, con la tele accesa, la birra per terra e i vestiti della palestra. La porta di Niall era spalancata. Non era tornato a casa a dormire, chissà dove cazzo si era cacciato quel deficiente.
Presi il telefono e lo chiamai. Dopo qualche squillo mi rispose una voce femminile.
"Pronto? T sei tu?"-dissi prendendo dei vestiti.
"Liam,ciao Sono Emy! T sta facendo la doccia"-disse la voce dall'altra parte.
"Ehy,senti dov'è quel coglione di mio cugino?"
Aveva dormito da loro, Emily mi spiegò che si era ubriacato e aveva bussato alla loro porta accompagnato da Jack,altrettanto brilli, per dichiararsi a T e poi era svenuto davanti alla loro porta.
Scossi la testa e sospirai. Lei aggiunse qualcosa-"Grazie della buonanotte di ieri sera".
Schiusi leggermente le labbra e sussultai-"T te lo ha detto?"
"Si"
"Oky..emm ci sentiamo dopo Emily?"-la mia voce leggermente incerta.
"Si"-rispose lei sicura.
Chiusi la chiamata e mi infilai sotto l'acqua fredda per togliere l'eccitazione del suo si deciso e sincero. Voleva vedermi.

Misi gli occhiali da sole,anche se era pieno inverno c'era un bagliore accecante. Le lezioni finirono rapidamente e trovai il tempo di proporre a Emy una serata amichevole.
"Non hai palestra?"-disse tappandosi la bocca con le mani poco dopo.
"Come lo sai?"-alzai un sopracciglio ammiccando con un lieve sorriso-"mi pedini?"
"No io...io..non ti pedino"-si imbronció e strinse le mani al petto. Io scoppiai a ridere. La adoravo quando era arrabbiata, era ancora più dolce e, essendo una testa dura, era ancora più divertente ed eccitante farle cambiare idea. Era una sfida.
"Andiamo in palestra allora"-risi-"non che tu ne abbia bisogno"-le sussurrai malizioso.
Mi tirò uno schiaffo sulla spalla e distolse lo sguardo.
Le presi la mano e mi fissò. I suoi occhi verdi erano perfetti,sembravano due smeraldi. Mi ero perso in quegli occhi grandi, come quelli di un bambino che deve essere salvato dal male, il problema che quegli occhi il male lo avevano davanti. Lei non sapeva che avevo dei lavori in nero, illegali, per alcuni. Nessun boss, nessuna gang, niente di tutto questo, ma, oltre agli incontri illegali, c'era anche uno spaccio d'erda in cui io ero finito per caso. Avevo pestato di botte un tipo e ,per farmi "perdonare" di quello che avevo fatto, dovevo fare il lavoro sporco al suo posto.
La tirai con la forza dentro la soglia della palestra e la portai agli spogliatoi per farla cambiare. Le avrei insegnato a tirare qualche pugno.
Uscì dalla porta con un top nero e dei pantaloni lunghi della tuta neri con delle righe bianche. Sgranai gli occhi. In quel momento più di qualunque altro avrei voluto infilarmi nelle sue mutande.
"Che vuoi?"-disse lei seccata dal mio sguardo.
"Sei danatamente sexy"-risposi-"non puoi vestirti così anche a scuola?"-scherzai.
Si corrucció leggermente e poi mi fissò, ancora quegli occhi. Disse qualcosa.
"Come scusa?"-ero distratto da quei smeraldi.
"Facciamo qualcosa o resteremo qui per tutto il tempo? Ho voglia di tirare qualche pugno all'aria"
"Nono niente aria, sarò io il tuo sacco"-risi.
La fasciai le mani e le misi i guantoni, le spiegai la guardia e come difendersi. Aveva già imparato al primo pugno. Un destro secco sulla mia mano col guantone di allenamento. Roteai il braccio per il rinculo.
"Mica male per una caccoletta"-risi, ma fui zittito da un altro destro e da un sinistro in seguenza.
Andammo avanti così per una mezz'oretta.
"Ora guarda"-dissi fasciando i polsi e mettendo i guanti. Il mio gancio migliore: destro da sotto sul fianco. Tirai un pugno al sacco che oscilló per parecchio.
Mi voltai e i suoi occhi erano sgranati ,pieni di paura.
"Tranquilla piccola, non ti farò mai così male"-sorrisi-"Vieni qui"-le dissi porgendole il guantone.
Si avvicinò quando il sacco smise di oscillare. Ci si posizionó davanti e io mi misi dietro di lei.
"Ora ti farò fare la stessa cosa,ti guideró nei movimenti"-le sussurrai all'orecchio.
La sua schiena si appoggiò al mio petto nudo e sudato. Stavo morendo dalla voglia di levarle di dosso quel top e quei pantaloni.
Dovevo calmarmi.
I nostri corpi si allineavano perfettamente.Le spiegai come colpivo il sacco e dove. Il suo braccio si distese insieme al mio e lo piegammo nello stesso momento. Il suo findoschiena a pochi centimetri dal mio corpo.
"Ora respira piccola"-soffiai sul suo collo-"respira a fondo e poi colpisci".
Fece un paio di respiri e tirò un pugno al sacco. Io mi staccai e quando lei si voltò risi leggermente per la sua espressione dolorante.
"Tranquilla caccoletta farà sempre male le prime volte. Riprova, ma becca più in basso. Qui"-mi spostai e toccai col guantone un punto del sacco.
Lei ci riprovó. Un altra espressione dolorante.Io tolsi i guanti. Le guardai i piedi e salii fino alla vita. Mi misi dietro di lei e le afferai i fianchi e la misi dritta. I nostri corpi si toccarono.Il mio battito aumentò leggermente. Mi stava facendo morire. "Il piede avanti"-glielo spinsi davanti col mio facendo toccare ancora di più i nostri corpi. Di lì a poco sarei rimasto senza fiato e con un erezione imbarazzante in palestra.
"Continua a provare io vado in bagno"-dissi precipitandomi in bagno per calmarmi.
Sciacquai la faccia una decina di volte prima di aver riacquistato il pieno controllo dei miei ormoni.
Quando entrò qualcuno mi voltai di scatto. Mickey mi stava cercando.
"Sbrigati! Di là Greg la sta..come si può dire..importunando"-gesticoló.
Si scostó mentre corsi fuori dal bagno. Non doveva permettersi di toccarla. Appena entrai nella palestra la rabbia e il disgusto mi salirono fino alla gola. Avanzai velocemente verso Greg che stava flirtando con Emy, visibilmente disgustata. Qualche minuto prima che arrivassi vicino a loro, lui le appoggiò la mano sulla schiena. Lei si scostó a disagio, sorridendo per non ferirlo. Mi si infiammó la pelle dalla rabbia. Come cazzo si permetteva di toccarla. Accellerai e ,appena fui abbastanza vicino a quel verme, feci partire un pugno dritto sul suo naso. Greg indietreggió e mi guardò.
"Come cazzo ti permetti di starle vicino! Come cazzo ti permetti di toccarla!"- gli urlai contro incazzato.
"Amico calmati stavamo solo parlando"- agitó le mani davanti a sé, leggermente impaurito.
Mi buttai addosso a lui e lo tempestai di pugni sul volto e sullo stomaco.
"Liam!Liam amico calmati!"-urlò qualcuno.
Una mano gracile e delicata mi toccò la spalla. Mi voltai di scatto fermando tutta la furia quando gli occhi da bambina di Emily mi si piazzarono davanti. Mi prese il volto tra le mani.
"Liam smettila, ti prego, mi fai paura"-disse cauta e terrorizzata allo stesso tempo. Mi alzai dal corpo fermo di Greg.
"Scusami"-abbassai lo sguardo. Era riuscita a fermarmi, come quel ragazzo. Aveva appena visto tutto quello che avrei preferito non vedesse, aveva appena fatto da spettatrice al male. I miei occhi erano chiusi.
"Scusami sono un mostro"-la strinsi a me-"non avrei mai voluto che tu vedessi tutto questo"- singhiozzai. Non avevo mai pianto in pubblico.
Le sue mani si posarono sulla mia schiena e mi accarezzó.
"Non importa,calmo. Torniamo a casa, ci siamo allenati abbastanza."-disse calma, il suo respiro mi scaldava la clavicola. Ci cambiammo e usciammo dalla palestra. Facemmo il tragitto in silenzio e la riportai alla camera.
"Buonanotte Liam"-mi guardò dolcemente. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo.
"Ehy, guardami...non smetterò di parlarti perché mi hai difeso da un tipo massacrandolo di botte"-rise.
"Buonanotte piccola"- la abbraccia e ricevetti un bacio innocente sulla guancia-"Buonanotte".

*SPAZIO JAMES *
HELLO GUYS!
Questo è l'ultimo capitolo con l'immagine!! Non perché io non ne abbia ma perché voglio che sia come leggere un libro ihih ^.^
Lo *spazio james* lo metterò in qualche capitolo più avanti ma anche questo non sarà sempre presente^.^
Siamo a 10 capitoli ed è ancora l'inizio della storia,spero vi piaccia :)
Oggi ho voglia di mettere le faccine hahah ^.^ ;) :) :p

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