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Come avevo supposto, Niall diventó rosso in volto appena la vide e gli occhi gli si trasformarono praticamente in due enormi cuori.
"Che c'è?" -disse lei fissandolo.
"Sei..."-non riuscì  a completare la frase e poco dopo agiunse -" wow".
Io mi misi a ridere ma lui sembro non accorgersene.
"Bhe grazie"-sorrise lei-" e non hai ancora visto la schiena"- fece un occhiolino e sparì in bagno.
Io stavo ancora ridendo per la sua faccia, ancora leggermente sconvolta e piena di stupore.
"Non ridere..voglio vederti quando vedrai il vestito di Emily"- fece capolino dal bagno la dolce figura di Tris. Devo ammettere che era davvero molto attraente e ammettiamolo, il balcone messo in esposizione dalla scollatura a cuore del vestito la faceva sembrare una vera e top model,presente nei sogni di ogni uomo.
Non  chiedetevi perché so certe cose sull'abbigliamento femminile, è  una storia lunga e non ho voglia di raccontarla.
In quel momento notai che Niall era vestito bene.
Pensai di andare a cambiarmi per mettere anche io una camicia.
"Si cugino, dovresti cambiarti"-rise lui.
"WTF! Niall non leggermi nel pensiero"-a questa affermazione rise ancora di più. La sua risata contagiosa prese anche me e T.
Appena finimmo di ridere mi andai a cambiare e insieme agli skinny jeans neri misi una camicia bianca e la mia giacca di pelle.

Arrivati alla Δκ scesi dalla mustang e mi diressi velocemente in casa, in cerca di lei.
"Liam! Che piacere vederti!"- urlò  qualcuno. Mi voltai e mi ritrovai davanti Jack Jack.
"Ehy J"- gli tirai una pacca affettuosa sulla spalla-"come te la passi?"
"Oh bene"-poi si voltò in cerca di qualcuno-" Liam puoi andare a vedere se trovi mia sorella? È  salita in una stanza perché le girava la testa ma non l'ho vista più  scendere"
Annuii serio e iniziai a spintonare gente già  ubriaca e gente ancora sobria. Il mio sguardo era puntato sulle scale. Dopo qualche altro spintone mi ritrovai, finalmente al primo gradino. Salii  di corsa, nonostante gente fosse ferma in mezzo alle palle. "Spostati cazzo"- urlai a uno. Questi appena si girò verso di me notò quanto fossi serio e incazzato e si avvicinò  subito al muro, lasciando lo spazio a me.
Nella mia testa c'erano pensieri del tipo ' se qualcuno ti tocca gli stacco le mani e le gliele metto al posto delle palle' e altri molto simili.
Arrivato al secondo piano iniziai ad urlare il suo nome.
"Emily! Emily dove sei?!"
Una porta infondo al corridoio che avevo appena imboccato si aprì. Mi fermai all'istante e fissai la figura di una ragazza che si sporgeva dall'interno della stanza all'esterno. Avrei riconosciuto quei lineamenti e quei ricci ovunque.
"Liam"- disse lei spaventata.
Io iniziai a correre fino alla stanza e appena arrivai lei mi abbracciò  e iniziò a piangere.
"Entriamo piccola"- le dissi accarezzandole la schiena per consolarla.
Appena entrai vidi quello che avrei  preferito non vedere. O'Donnel. Quel pezzo di stronzo era steso a terra, privo di sensi.
"Ci ha provato di nuovo?"-dissi visibilmente incazzato.
Lei annuii sul mio petto e si strinse di più a me.
"Siediti. Lo porto fuori da questa stanza"
Fece come ordinato e mi fissò  mentre trascinavo fuori dalla porta il corpo inerme del suo aggressore.
Tornai in camera e chiusi la porta alle mie spalle.
"Ti ha fatto male?"-mi sedetti vicino a lei sul letto morbido. Lei scosse la testa ma non aprì bocca. Si appoggiò sulla mia spalla e sospirò. Si era calmata, anche se sul suo volto angelico scendeva ancora qualche lacrima.
"Ci sono qui io"-sussurrai baciandole la testa. Lei sospirò  di nuovo. La strinsi di più a me e sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia gamba. In quel momento un brivido salì lungo la mia schiena ma cercai di respingere qualunque impulso perverso ci fosse nel mio corpo o nella mia mente.
Non so da quanto fossimo lì in silenzio, ma ad un certo punto, dopo un altro lungo sospiro da parte di lei, la sua voce lieve riempí  la stanza.
"Grazie"-sussurrò alzando la testa per guardarmi negli occhi. Le nostre labbra erano a una distanza pericolosa e fu ancora più  difficile trattenermi.
Le sorrisi e lei fece lo stesso passandosi una mano sotto l'occhio, asciugando l'ultima lacrima che le scendeva sul viso.
"Sai"- continuò-"speravo tu fossi qui..non..non ci sarei riuscita se la prima volta ed ora non ci fossi stato tu"
"Non ci saresti riuscita?"
"A rivivere sulla mia pelle quei momenti"
Rimasi di stucco da quelle parole. Rivivere? Aveva già vissuto una cosa del genere? Era...era..
"Intendi che tu hai.."
"Si..quando ero piccola..mio..mio"
"Ehi non devi per forza parlarmene"-le dissi dolce mentre le passavo il pollice sul volto per asciugare un'altra lacrima.
"No..devo..devo dirlo a qualcuno..credo.."- si fermò un attimo e sospirò nuovamente-"credo che mi faccia bene"
Le sorrisi e le accarezzai la schiena.
"Mio padre..Roger..quando ero piccola..lui.."-iniziò a singhiozzare. Le baciai i capelli. Mi faceva male vederla così.
"Lui picchiava mia madre"-disse sottovoce-"quel bastardo la picchiava"
"Mi dispiace piccola"-la tirai vicino a me. La sua testa sul mio petto e le sue braccia attorno alla mia vita.
"È un drogato del cazzo. Ha provato...a violentarmi.. se..se non fosse stato lì Jack Jack ci sarebbe riuscito"
Il suo respiro caldo sul mio petto, ora bagnato dalle sue lacrime. E pensare che quell'uomo mi sembrava simpatico. Ho dato una mano a far male al mio angelo. Eppure sembrava che Roger volesse bene a sua figlia.
Senza accorgermene strinsi ancora di più lei a me. Appoggiai la guancia sul suo capo.
"E.."-non sapevo se chiederle di sua madre.
"È morta di tumore... per quello mi sono trasferita da bambina. Mio padre voleva ricominciare,  essere migliore.. ora...ora lo sta dimostrando. Ha smesso con..e mi ha chiesto scusa.."
Non parlai. La lasciai sfogare. Era tutto quello che potevo fare.

Quando guardai l'orologio erano le undici. Lei si era calmata. Mi aveva ringraziato per averla ascoltata. Ora si stava mettendo apposto il trucco in bagno. Io ero sul letto e stavo guardando il telefono.
T mi aveva cercato. Mi aveva chiesto come stava e dove eravamo. Risposi solo alla prima domanda.
Appena bloccai il telefono lei uscì e mi guardò con un sorriso. Non mi ero accorto di che vestito avesse su e della pericolosa scollatura sulla schiena.
"Wow"
"Che c'è?"
"Sei..wow"
Lei rise arrossendo leggermente-"grazie".
Si avvicinò al letto e tese la mano, in attesa che io l'afferrassi.
Appena le mie dita furono sulle sue mi tirò verso di sé, facendomi alzare.
"Andiamo, ti ho fatto perdere parte della festa"
Quella sera non volle ballare con nessun'altro all'infuori di me. Bevemmo parecchio, ma ricordo ogni sua movenza ,ogni sua parola, ogni suo gesto. Non la lasciai dormire in confraternita, timoroso le succedesse qualcosa.
Al mio appartamento, decise di dormire con me invece di scegliere il divano. Un po' perché le dissi che il divano non era comodo e un po'  perché si era appropriata della mia stanza vuota.

*SPAZIOJAMES *
HEY THERE! Sono tornata. Ve lo avevo promesso. Scusate per tutto sto tempo..sapete come va la vita.
Siamo a 2,9K yeiiiii grazie a todos!
See yaaa ^3^

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