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Era la seconda volta che lo faceva. Se avesse continuato così sarei morto probabilmente.

Nelle due ore che mi rimasero con lei non accennai a chiederle per quale motivo avesse avuto quel comportamento al Pitty, mi limito a starle il più  vicino possibile sapendo che poi avremmo dovuto salutarci per due mesi. Lei sorrideva ad ogni nostro contatto. Qualche volta i suoi occhi si velavano di lacrime, contrastando il suo splendidi sorriso. "Mi mancherai"-ripeteva. Ogni volta il mio cuore batteva più  forte e la mia voglia di poggiare le mie labbra sulle sue aumentava ogni secondo.
La stringevo a me e le accarezzavo la testa, consolandola e rassicurandola. Era fragile tra le mie braccia.
"Ti proteggeró sempre"-le dicevo.
Lei si calmava ma rimaneva comunque stretta a me. Credo perché volesse starmi vicino quanto io volessi stare vicino a lei. Alle 3.30 chiamó suo fratello e dopo la conversazione mi fissò con un sorriso pieno di dolore.
"Tutto ok?"
"Emm si.."-disse asciugandosi una lacrima.
Aveva un tono malinconico e gli occhi ancora una volta velati di dolore.
"Dai prendi le tue cose EJ, dobbiamo andare"-dissi andandole incontro e abbracciandola.
Lei annuì ma non uscì  nessuno suono dalle sue labbra. Stava cercando di trattenere tutto il dolore che stava provando.
'Sono davvero forti le donne' pensai stringendola ancora di più.
La liberai dal mio abbraccio e lei sparì  in camera mia per prendere il borsone.
Qualche minuto dopo tornò in sala  con il borsone sulla spalla e due bagagli a mano più  piccoli.
"Aspettami  qui arrivo subito"- dissi correndo in camera. Presi la maglia che le avevo prestato la notte prima e me la infilai in tasca.
Tornai sorridendo in sala e mi offrii di prenderle il borsone.

Il viaggio fu piuttosto silenzioso fino a quando non decisi di chiederglielo.
"Perché  ti sei comportata così  al Pay's?"
Lei mi guardò e non rispose.
"Non che mi abbia dato fastidio"-aggiunsi.
Si voltò  verso il finestrino e rimase in un silenzio ghiacciante.
La guardai e aprii la bocca per dirle di lasciare stare, ma la sua voce arrivó al mio orecchio come un sussulto, come se me la fossi inventata.
"Come?"
"Perché lo chiedi"-si girò verso di me guardandomi male.
"Curiosità"
"Ok.."-sospirò pesantemente-"..per..per far ingelosire Lip."
'Potrebbe essere vero. Però Payne ha dovuto pensarci. Rifletti c'è sotto qualcosa.'
"Tutto qui?"-chiesi incoraggiante.
Le sue guance si tinsero di rosso-"mi piace stare con te".
"Ok"
Si girò nuovamente verso il finestrino sospirando.
"Anche a me piace stare con te EJ"-dissi. Lei mi sorrise e tornò fissare il mondo che scorreva veloce dietro al vetro.
Qualche momento dopo si addormentò e mi venne un sorriso spontaneo nel vederla così  rilassata.

'Mi piace stare con te'.
La sua frase mi risuonava nella mente mentre parcheggiavo la macchina che mio cugino mi aveva prestato.
Lei dormiva ancora, appoggiata al finestrino.
"EJ"-sussurrai toccandole il braccio-"EJ svegliati, siamo arrivati"
I suoi occhi si aprirono e sbatté le palpebre un paio di volte per per adattarsi alla luce.
I suoi grandi occhi verdi mi fissarono e le comparve un lieve sorriso sulle labbra. Era bellissima.
Risposi al sorriso e sbloccai le portiere.
"Mi dispiace essermi addormentata"-disse dopo aver bagnato le labbra con la lingua.
"Ma va, non importa"-scesi dalla macchina sorridendole convincente.
Mi seguì  all'esterno della Mustang e si strinse nelle braccia per il freddo.
Presi la valigia e le passai la borsa.
Ci incamminammo verso l'entrata dell'aeroporto e durante il tragitto le uniche parole che disse lei furono "che freddo" e "pesa questa borsa".
Ero preoccupato di doverla lasciare per quel breve periodo, ma leggevo nei suoi occhi che lei era più preoccupata di me.

"Cerca JJ, deve essere qui da qualche parte"
Mi guardai intorno in mezzo alla gente che, come la ragazza al mio fianco, doveva partire per le vacanze di Natale.  Vidi molti ragazzi della Forest e molti altri delle scuole di Orlando che avevo battuto.
"Eccolo!"-urlò lei prendrndomi per mano e trascinandomi fuori  dalla calca. Appena riuscii a respirare di nuovo senza nessuno intorno, notai il piccolo biondino alzarsi e venirci incontro con la sua valigia.
"Ehi ci avere messo un'infinità"-disse appena fummo riuniti,poi si bloccò vedendo le nostre mani ancora unite-"voi..voi due.."
Indicò in basso e sua sorella si ricordo che mi stava tenendo per mano-"oh..noi..noi.."-mi fissò implorando di aiutarla.
"No Jack tranquillo"-dissi con in sorriso. Sciolgiemmo quel contatto e lei abbracciò il biondino rassicurandolo.
"Ehi non mi dispiace, cioè se non me lo avete detto mi incazzo al quanto ma per il resto sono felice. Sa come proteggerti.. Di sicuro è  meglio di Fighetto"
"Non chiamarlo così"
Lo guardai interrogativo, non capendo il loro discorso.
"Quella cazzo di checca che mia sorella vede a volte"
"Jack smettila!"-alzò la voce, poi si rivolse a me -" Sean"
"O'Donnel?"
"Si"
"Oh... Bhe in tal caso scusa ma devo dire che tuo fratello ha ragione"
Lei mi fulminó e si girò  dall'altra parte.
Le toccai un braccio ma mi scacció come se fossi una mosca.
"Non sul fatto che sia una checca o un fighetto, ma che io sia meglio di lui"
"Tu che cazzo ne sai?"-disse acida.
"Eravamo amici prima..tempo fa..bhe in realtà  migliori amici.."
Una fitta di dolore mi prese il cure, già corroso dalla partenza dell'unica ragazza che avessi mai amato.
"E poi? Che..che è  successo?"-la voce di lei era più  dolce, curiosa e insistente.
"E poi mi ha tradito. Mi ha usato e buttato"
"Oh.."
"Già oh.."-schiarii la voce e il mio volto prima serio tornò a sorridere, ora in un sorriso doloroso -
"Ehy non preoccuparti. È passato"-dissi vedendo il volto di EJ intristito.
Mi abbracciò e sussurrò un lieve mi dispiace poi si staccò e mi sorrise.
Risposi al suo sorriso.
"Piccioncini scusate hanno annunciato il nostro volo"
Lo fissammo. EJ gli tirò uno schiaffo sul braccio e un urlo ,poco virile, uscì dalle labbra di Jack.
Risi per la scena e, dopo essermi calmato, la presi per mano e la trascinai al punto in cui sarebbero dovuti andare per salire sull'aereo.

"Questa è per te"-le porsi la maglia dopo che ebbe fatto dopo il check in e aver imbarcato la valigia.
"Grazie"-sorrise. Era stupita e io ne ero felice. Sperai la mettesse su tutte le volte  per andare a dormire.
"Mi mancherai"-mi disse.
"Mi mancherai anche tu piccola"
Mi fissò stupita per quel dolce aggettivo. In realtà  non so dove trovai il coraggio di dirle una cosa del genere, ma finsi di sembrare sicuro di me. Non sapevo la sua reazione e questo un po mi spaventava.
Per tutta risposta si avvicinò a me e mi diede un bacio, quasi impercettibile, sull'angolo della bocca.
Sorrise, leggermente rossa in volto, e  si allontanò per salire sull'aereo che l'avrebbe portata lontano da me. Mentre si incamminava si voltò un paio di volte.
Io ero ancora fermo nel punto in cui mi aveva lasciato. La guardavo allontanarsi, immobile e con il cuore in frantumi. Quel bacio, innocente e dolce, mi aveva distrutto definitivamente. Mi salutó con la mano. Risposi al suo saluto e la vidi che si asciugava una lacrima. Quando scomparve sussurrai un "torna presto" e mi voltai per tornare al parcheggio. Sentii gli occhi inumidirsi e iniziai a correre verso la macchina per nascondere il mio dolore.

BOXE |LIAM PAYNE|Where stories live. Discover now