II: Don't look at him, he's dangerous

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Lucy

Passai una serata molto tranquilla, in compagnia della mia famiglia. Dopo cena io e i miei fratelli guardammo un film in camera mia, e ci addormentammo, come era nostro solito fare, nel mio letto. Avevamo un grande e profondo legame, erano le persone più importanti della mia vita ed ero grata a Dio per avermeli donati.

Nonostante fossi la minore tra i tre, mi sentivo in dovere di proteggerli da tutto e tutti. Mio fratello ci trattava come diamanti, e mia sorella era come una seconda mamma per noi, essendo la maggiore.

Mi risvegliai la mattina dopo alle 11:30, sudata ed appiccicosa per colpa della compagnia che avevo avuto durante la notte. Dormire abbracciati per tutta la notte, in agosto, non era stata una buona idea per certi aspetti. Mia sorella si era già alzata, probabilmente per studiare la pila di libri che l'università di giurisprudenza le caricava sulle spalle, mentre mio fratello stava ancora dormendo, come suo solito.

Lo guardai per un po', rendendomi conto di quanto potesse sembrare tranquillo in quel momento. Sting aveva già degli amici a Magnolia, amici conosciuti su giochi online, con cui si teneva in contatto fin da bambino, e, grazie a loro, sembrava star riacquistando la sua spensieratezza.

Sorrisi, alzandomi poi delicatamente, attenta a non svegliarlo. Avevo un bisogno estremo di farmi una doccia.

Camminai in punta di piedi sul parquet, prendendo il cambio dal mio armadio: optai per qualcosa di estremamente comodo, avrei dovuto restare a casa per quel pomeriggio. Una maglia e dei pantaloncini sportivi erano più che sufficienti.

Aprii la porta, presi il telefono e mi avviai verso il bagno, sempre stando attenta a non svegliare Sting.

Accesi l'acqua calda della doccia, lasciando che un leggero vapore si propagasse per la stanza.

Accesi la musica, e, nel mentre che aspettavo che l'acqua diventasse calda, guardai i vari messaggi ricevuti la sera prima.

Non avevo fatto in tempo a rispondere per colpa di quell'idiota di mio fratello che aveva avuto la brillante idea di guardare il film intitolato "Non aprire quella porta".

Al sol ricordo, rabbrividii.

Scorsi, sul display, molti messaggi da parte dei miei vecchi amici, un senso di leggera nostalgia invase il mio corpo.

Sospirai, decidendo che più tardi avrei risposto a tutti, però la mia priorità era Levy.

Scrissi un messaggio veloce, dove le chiedevo a che ora ci saremmo trovate e il luogo dell'incontro per andare alla festa, poi bloccai il telefono, posandolo sul lavandino.

Mi guardai distrattamente allo specchio, prima di notare, alle mie spalle, il vetro completamente appannato della doccia, segno che l'acqua era appena diventata calda.

Mi spogliai dal pigiama e da ogni indumento, entrando poi nella doccia, lasciando che l'acqua calda m'investisse completamente, propagando per tutto il mio corpo una sensazione di piacere.

Soffocai un sospiro di sollievo, mentre avvolgevo la mia pelle con il mio bagnoschiuma alla vaniglia, godendomi la morbida schiuma.

Mi lavai energicamente i capelli, canticchiando la canzone che stavo ascoltando, sciacquandoli poi dallo shampoo. Una volta finito di lavarmi uscii dalla doccia, avvolsi il mio corpo con un asciugamano, quasi incapace di contenere le mie curve, e mi asciugai per bene.

Era strano, ma avevo un'incredibile allegria a scorrermi nelle vene, forse per merito di quel party tanto atteso.

Legai i capelli ancora bagnati in una crocchia, indossai l'intimo e la maglia extra large che avevo, in precedenza, rubato a Sting.

|nalu| HurricaneWhere stories live. Discover now