VII: hope that you fall in love and it hurts so bad

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Gajeel
Passò esattamente una settimana dal mio incontro con quella stramba ragazza. Non l'avevo mai notata per i corridoi, e non per la sua scarsa altezza, ma perché ero sempre rimasto nel mio circolo ristretto di amici, continuando a guardare solo in  una sola, misera, direzione.

Levy era simpatica, era piacevole stare con lei nonostante la sua aria da strafottente e la sua lingua biforcuta. L'avevo capito subito: era una ragazza che tendeva a  nascondersi dietro un muro di rimpianti e una finta corazza. Non mi aveva mai guardato negli occhi, era sempre rimasta con lo sguardo altrove, mai puntato sul mio viso e questo mi aveva insospettito molto.

Era a questo, era a lei, che stavo pensando mentre i miei amici mi parlavano della stagione di Football che avremmo dovuto giocare a breve. Il senso dell'udito aveva smesso di funzionare nell'esatto istante in cui mi ero appoggiato agli armadietti di quel corridoio affollato. Continuavo a far vagare lo sguardo su tutte le persone che mi passavano davanti, giocherellando con le chiavi della mia amata moto che avevo riottenuto quella mattina stessa.

Gerard, Natsu, Laxus e Gray stavano ancora animatamente parlando, quando, all'improvviso, le sue voci scomparvero. Era stata una risata ad attirare la mia attenzione, una risata così sconosciuta ma allo stesso tempo così familiare, che mi fece rizzare la schiena.

Schiusi le labbra, puntando lo sguardo su quella ragazza dai capelli turchini tenuti legati in una crocchia orribile, con almeno cinque libri stretti al petto e un enorme sorriso dipinto sul volto. Camminava in mezzo alle sue amiche, e non si accorse di me fino a quando, a gran voce, senza riflettere, la chiamai.

<<Levy>>

I miei amici smisero all'istante di parlare, facendo saettare lo sguardo su quel gruppo di ragazzine e Levy voltò di scatto la testa verso di me.

Quando mi vide, sgranò gli occhi, fermando la sua avanzata. Regalò un'occhiata timida alle sue amiche, e poi mi sorrise leggermente, alzando, a disagio, la piccola mano per salutarmi.

Natsu serrò la mascella, passandosi una mano, frustrato, tra i capelli.

<<Hey>> mi salutò, con un filo di voce.

Riuscii a sentirla nonostante il gran baccano che infestava quel corridoio, e non potei fare a meno di sorriderle.

<<Ho ripreso la mia moto>> la informai, mostrandole le chiavi.

Lei ridacchiò leggermente, sotto lo sguardo stranito delle sue amiche: Lucy, mi pare, e quella strana, Juvia.

<<Che cosa le avevi fatto?>> mi chiese, non sapendo probabilmente cosa rispondermi.

Guardai i miei amici, non riuscendo a trattenermi dal ridere. Natsu mi regalò un'occhiata a dir poco agghiacciante, che mi costrinse a distogliere velocemente lo sguardo.

<<Chiedi a loro>> dissi, tornando a sorriderle.

Natsu si appoggiò violentemente contro gli armadietti alla mia schiena, attirando l'attenzione di tutti.

<<Non penso siano affari suoi>> sbottò, con astio.

Vidi la bionda irrigidirsi, ma nessuno, fortunatamente, fece caso alle sue parole.

<<Dare troppo gas a quella moto può farle perdere la marmitta>> disse, divertito, Laxus, ricordando il momento in cui aveva fatto smettere la mia motocicletta di funzionare.

Gray iniziò a maneggiare velocemente con il suo cellulare, ignorando le occhiate che la turchina gli inviava, mentre Gerard scoppiò a ridere con Levy.

|nalu| HurricaneWhere stories live. Discover now