Nine.

18.8K 429 185
                                    

MAIA.

«Allora? Ti stai divertendo a Los Angeles?» chiede Amber dall'altra parte del telefono.
«No. Assolutamente no.»
«Non ti credo. Ti trovi nella villa di due strafighi e tu non ti diverti?» mi canzona.
«Si da il caso che uno degli strafighi sia mio cugino e l'altro è un cretino che si porta a letto ragazze ubriache»
«Io ci farei un pensierino» se solo sapessi, cara Amber.
«Come vá in Italia?» cambio discorso.
«Benissimo! Tra poco devo uscire a cena con un ragazzo... Dovresti sentire il suo accento!» dice eccitata ed io ridacchio.
«Poi fai una registrazione della sua voce e me la mandi. Adesso devo andare, sai, devo ancora pranzare»
«Buon pranzo» ride lei.
«Buona cena» ricambio e chiudo la telefonata.

Luke ha bussato un paio di volte alla mia porta, dicendo di volermi parlare faccia a faccia ma io l'ho gentilmente mandato a fanculo e lui mi ha minacciato dicendo di chiamare i miei genitori. Che bambino. Forse ancora non ha capito che ho diciotto anni e che dei miei genitori non me ne frega niente, dato che a loro non frega niente di me.

Luke bussa nuovamente alla porta, e giuro che questa volta un pugno non glielo toglie nessuno.

«Hemmings, ti ho già detto di non rompere la minc...» mi blocco non appena apro la porta e vedo la figura slanciata dello stupratore di ragazze ubriache.

«É pronto il pranzo» dice con un sorrisetto.

«E vai a mangiare» sto per chiudergli la porta in faccia, ma lui la blocca col piede. «togli quel fottuto piede o te lo amputo»

«E dài, per quanto starai arrabbiata con me?»

«E me lo chiedi pure? Tu non esisti per me.» faccio nuovamente per chiudere ma lui mi precede ed entra in camera, chiudendo la porta a chiave «Se mi vuoi nuovamente stuprare, sappi che questa volta sono sobria e pronta a staccarti le palle a...» blocca il mio sproloquio mettendo la sua mano davanti alla mia bocca. Gliela lecco e lui la toglie schifato per poi pulirsi sulla maglietta.

«Chiariamo una cosa: tu ieri sera mi hai baciato, mi hai detto di voler andare in paradiso, e non hai obiettato quando siamo usciti da quel locale diretti in una camera d'hotel» ancora devo capire se è seriamente stupido o si finge tale. Opterei per la prima.

«Ero fottutamente ubriaca!» alzo la voce e lui aggrotta le folte sopracciglia. É vero, ricordo di aver detto qualche cretinata sul fatto di andar in paradiso e che volevo vendicarmi di John, ma era solo e completamente colpa dell'alcol.

«Anche io quando sono ubriaco vado a letto con le ragazze, ma ciò non significa che me ne penta» calmati Maia. Non picchiarlo.

«Calum» lo guardo.

«Maia» mi guarda.

«Vattene a fare in culo» dico con tutta la tranquillità di questo mondo e indico la porta della camera.

«Ma...» fa per obiettare ma io lo spingo via ed apro la porta che aveva chiuso a chiave. Che poi mi domando: che senso aveva chiuderla a chiave?

«Non vuoi nemmeno mangiare?» chiede prima di uscire ma io chiudo la porta con un tonfo e mi lascio scivolare per terra. E adesso cosa mangio?

«Dove pensi di andare?» la voce di Luke tuona dalla sala pranzo.

«Vuoi che resti rinchiusa a casa a morire di fame? I miei non ne sarebbero contenti» dico, raggiungendo lui e Calum seduti al tavolo. Con disgusto, noto che anche quella... Nikita sia seduta con loro e che mi stia guardando con astio.

«Puoi mangiare con noi, lo sai» sospira.

«Con uno stupido, una cagna e uno stupratore? No, grazie» esco da casa e mi incammino per le strade di una città a me sconosciuta. Prendo il cellulare e cerco il fast food più vicino. Tre isolati da qui. Perfetto, adesso devo anche camminare sotto questo caldo straziante.
Quando il cellulare mi segna che sono a metà strada, il suono di un clacson mi fa sobbalzare. Porca miseria, ho perso dieci anni di vita.

«Ehi!» grida una voce e sono tentata di continuare per la mia strada, ma la voce mi richiama nuovamente. Sto per dirgli che sono munita di spray al peleroncino e che nessuno mi fermerà dall'usarlo, ma quando mi volto, noto che è l'amico riccioluto di mio cugino che mi sta chiamando.

«Ehi...tu» faccio un cenno con la mano.

«Ashton» dice lui. Non capisco cosa vuole dire «Mi chiamo Ashton» ride. Ah, ecco.

«Okay...» riprendo a camminare ma lui mi segue a lentezza lumaca con la macchina. Se passa qualche altra auto, lo tampona.

«Dove vai?» domanda.

«Non ti interessa»

«Posso darti un passaggio»

«Non lo voglio»

«Questa strada è famosa per i numerosi stupratori, lo sai?»

«Ci ho fatto l'abitudine» scrollo le spalle.

«Ma è pericoloso» ma non si arrende mai questo?

«Se salgo, prometti di finirla?» chiedo con un tono di disperazione.

«Lo giuro!» esclama e apre la portiera del passeggero per farmi salire. Una volta a bordo, noto Mr Capelli Blu seduto sui sedili posteriori intento a giocare con un Nintendo DS. Esistono ancora quegli affari?

«Come mai in giro da sola?» domanda indagatorio Ashton.

«Andavo a cibarmi. Voi invece? Perché state in giro alle due del pomeriggio?» Ashton si agita sul sedile e ride nervosamente.

«Io...noi...stavamo andando a fare surf! Sí, surf!»

«E dove sono le tavole?» i bambino di due anni sanno mentire meglio.

«Oh arciderbolina! Ecco cosa abbiamo dimenticato! Mike, perché non mi hai ricordato?»

«Stà zitto. Questo è il giorno in cui Michael Clifford catturerà un Fennekin selvaggio»

«Ti ha mandato Luke, vero?» incrocio le braccia al petto ed Ashton si agita ulteriormente.

«No! Ma che dici» una risatina «okay, ci ha chiesto lui di seguirti» ammette ed io mi sbatto una mano in fronte. Perché?

«Che cazzo di bambino»

«Ehy! Non si impreca» mi sgrida Ashton ma io lo trafiggo con lo sguardo e aggiunge: «ma tu puoi farlo, naturalmente»

«Perché l'ha fatto?»

«Pensava saresti andata all'aeroporto e preso il primo volo per casa» spiega. In effetti, mi ha dato un buon suggerimento. Peccato i miei mi abbiano tolto tutte le chiavi di riserva.

«No! Cazzo, porco spino in procinto di accoppiarsi come un maiale in calore! Non puoi spegnerti adesso, bastardo!» grida Michael per poi lanciare il Nintendo fuori dal finestrino della macchina.

«Non imprecare!» grida di rimando Ashton.

«Ferma la macchina! Il mio Nintendo, oh Dio! Cosa ho fatto?» il riccio frena improvvisamente e Michael si catapulta giù dalla macchina.

«Dove sono capitata?» domando, rivolgendomi ai Dei dell'Olimpo.

VOGLIO GIOCARE AL MIO NINTENDO E CATTURARE TANTI POKÉMON!
PERCHÉ TI SEI ROTTO, BRUTTO CATTIVO? PERCHÉ!?

Okay, finito il mio sclero, vi saluto.

ADIOSSSS

Instagram: ludosanzo

Just sex ||Calum HoodWo Geschichten leben. Entdecke jetzt