Epilogue.

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Quattro anni dopo.

MAIA.

Il caldo cocente di luglio non mi mancava affatto qui a Los Angeles e sicuramente non mi mancava la gente con la puzza sotto al naso, ma Amber desiderava questo viaggio da più o meno quattro anni, e quale regalo migliore sarebbe stato se non portarla qui per il suo ventiduesimo compleanno?

«Amo Los Angeles. L'ho già detto? Perché io la amo!» continua a ripetere la mia amica.

«L'avrai ripetuto una sessantina di volte da quando siamo atterrate all'aeroporto» alzo scherzosamente gli occhi al cielo e lei ridacchia.

«Ma se andassimo a trovare tuo cugino?» ammicca.

«È in Australia, si sta riprendendo dalla sua ennesima rottura con una sua ennesima ragazza»

«Oh peccato, mi sarebbe piaciuto conoscerlo»

«Non ti perdi niente di che» ridacchio e lei mi imita.

Entriamo in una delle gelaterie al centro di Los Angeles e prendiamo posto in un tavolino.
È molto affollato, segno che non solo io sto letteralmente morendo di caldo.

«C'è molta gente strana qui a Los Angeles.» constata Amber guardandosi attorno.

«Possono permetterselo»

«Non vedo l'ora di laurearmi e diventare una giornalista di fama internazionale. Sai quanti soldi farei? E potrei essere strana quanto voglio!» rido a questo suo pensiero, ma poi vengo interrotta dalla cameriera che è venuta a prendere le nostre ordinazioni.

«Cosa desiderate?» ci chiede lei, e mentre Amber ordina il sul gelato al cocco, io scruto questa ragazza che ho davanti.
Unghie finte, extension sui capelli biondi tinti, labbra rifatte... mi sembra di averla già vista.

«Tu cosa vuoi?» la cameriera mi rivolge l'attenzione e quando i suoi occhi si posano su di me, le appare sul volto un'espressione quasi di vergogna.

«Tu sei Nikita!» esclamo, arrivando finalmente alla conclusione. Allora anche lei lavora come tutti gli altri esseri viventi!

«Tu... cosa ci fai qui?» la sua voce è stridula.

«Vacanza» alzo le spalle e le faccio un sorrisetto.

«Non...non dovresti essere qui» si guarda attorno terrorizzata.

«Senti, portami un gelato al cioccolato e non dirò niente alla polizia riguardo questa tua vicinanza nei miei confronti» faccio un ghigno e lei annuisce ripetutamente e scompare dietro al bancone.

«Ma lei era...»

«Nicole, sí, e a quanto pare la sua condanna non è ancora finita» rido maleficamente e la mia amica scuote la testa.

«Sei una persona cattiva!» dice scherzando.

«Nah»

Quando il nostro ordine è pronto, vado al bancone per ritirarlo e faccio un altro sorriso a Nicole, giusto per sembrare più stronza del solito.
Quando mi giro per tornare al tavolo, sbatto su una figura, rovesciando così il mio gelato per terra.

«Ma sta attenta a dove guardi!»

«Ma sta attento tu!» alzo lo sguardo sull'individuo e d'un tratto mi sento mancare il respiro. Non ci credo.

«Ma-Maia...»

«Calum...» non riesco a capacitarmi del fatto che questo ragazzo sia proprio di fronte a me, dopo tanto tempo.

«Maia! Oddio non credo ai miei occhi!» Ashton scansa Calum e mi abbraccia, baciandomi poi sulla guancia.

«Ciao Ashton» gli sorrido, cercando di non pensare alla presenza di Calum. Ashton ha i capelli più lunghi adesso e posso confermare che il suo fisico è molto più palestrato.

«Allora? Così bloccate la fila!» esclama stizzita Nicole, e quando nota chi sono le persone davanti a lei, sbarra gli occhi con un'espressione ancora più terrorizzata di prima.

«È un incubo?» piagnucola e sparisce dietro la cucina e facendo uscire un'altra cameriera, pronta a prendere le ordinazioni di Ashton.

«Ma lei non era Nicole?» domanda Calum sbigottito.

«Già» rispondo con un sospiro e torno a guardarlo, facendo incrociare i miei occhi con i suoi. Lui non è cambiato fisicamente, sembra il solito ragazzino di sempre.

«Non ci vediamo da molto...» comincia lui.

«Quattro anni, precisamente»

«Wow, di già? Come vola il tempo» ridacchia nervosamente.

«Il tempo vola e le persone cambiano. Tu sei cambiato, Calum?» in cuor mio so che non è cambiato neanche di una virgola.

«Non lo so... ti va di scoprirlo davanti una tazzina di caffè?» alza le sopracciglia.

«Mh... è un appuntamento?»

«Forse...»

«Non saprei, non accetto appuntamenti dai finti cinesi come te» faccio un sorrisetto furbo e lui scoppia a ridere.

«Tu non sei cambiata per niente!»


HOLA GUYS!

Okay, non so da cosa cominciare.

Questo è l'epilogo e non sarei mai arrivata qui se non fosse stato per voi, il vostro supporto e i vostri commenti che mi hanno fatto ridere e tirare su di morale.

Questa storia era nata per divertimento, e mai mi sarei aspettata di essere coinvolta così tanto nei personaggi, che sono tutti parte di me.

Ho deciso di aggiornare oggi perché è così che voglio concludere il mio 2016, finendo questa storia.

Non so davvero come ringraziarvi per tutto, siete degli amori

Per quanto riguarda il sequel, confermatemi la vostra opinione, ma non posso promettervi niente dato che con l'università è un po' difficile aggiornare costantemente e in più sto scrivendo altre due storie, (tra cui 'Break the Rules') quindi vedrò cosa posso fare.

Ancora grazie per tutto e vi auguro un felice 2017

Just sex ||Calum HoodWhere stories live. Discover now