Twenty-four.

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CALUM.

Il caffè la mattina è ormai diventato una religione da quando vivo con Luke.
Non riuscirei più a viverne senza. Senza il caffè, ovvio.

«Ti sei svegliato prima di me? Oggi piove» esordisce il biondo con la voce impastata dal sonno.

«Facciamo che nevica, ti ho preparato il caffè» sorrido orgoglioso di me stesso. Non lo preparo quasi mai...

«Oh...»

«Cosa?»

«Niente... Dammi quel caffè!» ecco, Luke diventa irascibile se non beve la sua quantità giornaliera di caffeina.
Gli porgo la tazzina e lui appoggia le labbra con titubanza. Non appena il caffè è nella sua bocca, Luke fa una faccia disgustata e mi sputa il caffè in faccia.
Adesso lo uccido. Adesso. Lo. Uccido.

«LUKE MA CHE CAZZO FAI!?» gli sbraito contro, asciugandomi il suo sputo con un tovagliolo.

«Io che cazzo faccio? Hai messo il sale nel caffè!» esclama disgustato. Ah. Vabbè, non è colpa mia se i contenitori del sale e dello zucchero sono uguali!

«Ma non c'era bisogno di sputarmi in faccia! Dio, che schifo»

«Ma perché dovete gridare alle dieci del mattino?» bofonchia Maia con il suo solito tono di voce imbronciato. Mi giro verso di lei e il cuore comincia a battermi forte. Ha addosso una maglietta che le sta troppo grande ma che le copre a malapena il sedere. Se Luke non fosse stato suo cugino, penso che l'avrei portata di forza in camera sua e non l'avrei fatta uscire mai più da lì dentro. Ma purtroppo non posso.

«I-io... Buongiorno...Maia» balbetto. Cazzo, svegliati, Hood!

«Lo era.» alza gli occhi al cielo e prende una tazza di caffè, ma io con un gesto molto veloce gliela strappo di mano e una piccola quantità di caffè le finisce sulla maglietta. Oh porca miseria.

«Scusa! Scusascusascusascusa!» prendo un tovagliolo e lo strofino sulla sua maglietta. All'altezza del seno.

«Oh Dio» dice scocciato Luke e se ne va nel salotto.

«Calum»

«Maia»

«Se non togli quelle mani dalle mie tette, giuro che te le stacco e le do in pasto agli squali» mi stacco immediatamente da lei, rosso in viso.

«Scusa io....»

«Smettila di chiedere scusa! Dio quanto sei strano! E poi, perché mi ha tolto la tazza dalla mano?» le sue labbra si muovono i  maniera così sensuale mentre parla...

«Sei bellissima» dico senza riflettere. Spalanco gli occhi. Cazzo. Cosa mi sta succedendo?

«Che?» domanda con voce acuta, lo sguardo incredulo.

«Niente» dico velocemente. Devo andarmene. Ora.

Non appena esco dalla cucina sento Maia gridare.

«C'è sale nel caffè!?»

MAIA.

Calum è davvero tanto strano.
Quel "sei bellissima" è insolito da parte sua.
Ma che gli salta per la testa? Non può fare così, rovinerebbe tutto.
O forse sono solo io a farmi questi film mentali e magari ho anche sentito male; avrà detto "sei buffissima". Ma che ci troverebbe di buffo in me?
Devo parlargli.
Arrivo di fronte la porta di camera sua e busso due volte. Calum mi appare davanti con una t-shirt che mette in risalto i muscoli dei suoi bicipiti e del suo petto. La mia testa va in tilt e non ricordo più il perché mi trovo qui.

«Ehm...ehm...»

«Maia, scusami per prima è che...» comincia a parlare ma io non lo ascolto, intenta a fissare le sue labbra muoversi. Le voglio su di me.
Mi avvicino a lui e finalmente lo bacio. La sua bocca sa di menta e nicotina, un mix mortale per me.
Le mie mani sono sui suoi pettorali mentre il suo braccio mi avvolge la vita. Per un attimo riesco a sentirmi al sicuro, protetta da qualcuno che non mi lascerà mai. Ma questi sono solo dei pensieri.

Calum mi fa stendere sul suo letto e con le sue forti mani tira giù le mie mutandine. Si mette in ginocchio e fa appoggiare i miei piedi sulle sue spalle. Dapprima mi bacia le caviglie per poi piegarsi in avanti e leccarmi delicatamente la mia intimità bagnata. Mugulo quando la sua lingua mi entra dentro e comincia a muoversi con velocità e prepotenza. Mi aggrappo ai suoi capelli quando con il pollice comincia a fare dei movimenti circolari sul clitoride, mentre con l'altra mano gioca con il mio seno destro. Dopo poco, vengo sulla sua lingua e con fatica riesco a trattenere i gemiti.
Chiudo gli occhi e cerco di recuperare il fiato.
Cazzo, questo ragazzo mi destabilizza.
Sento le labbra di Calum sulle mie e sorrido istintivamente.

«Ti ho migliorato almeno un po' la giornata?» ghigna.

«Un pochino...» mi mordo il labbro inferiore. Tanto. Me l'ha migliorata tanto.

SCUSATEMI!

Chiedo venia!
Non aggiorno da secoli, porca miseria.
Ma tra il trasferimento, la ricerca di una casa e l'inizio dell'università mi è stato impossibile scrivere.
Oggi è il primo giorno libero che ho e quindi eccomi qui, con un capitolo orribile e con una smut più schifosa del solito. Okay.

Penso che il venerdì sarà il giorno in cui aggiorneró.

Questa foto mi ha fatto venire l'ispirazione per scrivere

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Questa foto mi ha fatto venire l'ispirazione per scrivere. Aiuto.
(Sinceramente mi fa venire ispirazione per altre cose...)

Just sex ||Calum HoodWhere stories live. Discover now