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[•rev]
JUSTIN

Mi trovavo sul divano di casa mia con Jake a bere una birra.

«com'é andata la chiacchierata con Alex?» chiese.

«Bene, normale» Dissi, alzando le spalle. «Quando mi ha detto qualcosa di lei non ha lasciato trapelare nulla. Mi ha detto solo che vive con suo padre e che sua madre è morta» Dissi bevendo.

«Io ho la sensazione che Charlotte non ci abbia detto tutto su questa missione, quando ne ha parlato è stata fin troppo vaga. E poi, se Lex e suo padre vanno d'accordo, perché dobbiamo proteggerla?» Borbottò.

«Non lo so ma credo che ci dirà tutto, prima o poi» Mormorai.
Non feci quasi in tempo di finire la frase che il mio telefono iniziò  a suonare.

«Parli del diavolo..» Risi e accettai la chiamata.

«Boss?» Sbottai.

«Cosa sai?» Mormorò.

«Niente. Abbiamo preso un caffè insieme e abbiamo parlato ma non mi ha detto niente di utile» Mormorai.

«Okay. Qualsiasi cosa chiamami. Venerdì sera andrete alla festa dell'Università, non è vero?» chiese con tono severo.

Si, lei non chiede. Lei ordina. Ogni domanda è un ordine.

«Si. Ci si sente» Riattaccai.

«Bro, inizia a decidere cosa indossare venerdì sera. Si va ad una festa» Alzai gli occhi al cielo.

ALEXANDRA

Stavo preparando la cena. Involtini di carne e insalata.

Da quando mamma è andata via, papà ha dovuto imparare a fare tutte le faccende di casa come le faceva lei. A 12 anni decisi di aiutarlo, iniziando a pulire la mia camera e poi pian piano tutte le altre stanze. A 16 anni iniziai a cucinare, dato che lui cucinava ogni sera carne o uova, data la sua scarsa bravura.

«Ciao Alex» Mormorò.

«Ciao» Risposi.

Ero arrabbiata con lui. Questo pomeriggio dovevamo passarlo insieme, anche a giocare a ping pong andava bene, ma ovviamente no perché è subentrata un'emergenza di lavoro importantissima da risolvere.

Ci siamo sempre detti che la famiglia doveva andare prima di tutto ma appena qualcosa non andava la famiglia andava persino all'ultimo posto tra le sue cose da fare.

«So che sei arrabbiata con me e mi dispiace tanto ma dovevo risolvere una cosa di lavoro» Disse.

Annuii mettendo la carne nei piatti per poi metterli in tavola.

«La famiglia prima di tutto, bimba» Borbottai, imitandolo.

Alzò gli occhi al cielo. «Ho sbagliato e ti chiedo scusa ma rimedierò in qualche modo» Mormorò, portando la forchetta alla bocca.

Sospirai e annuii. Non avevo voglia di discutere per l'ennesima volta.

«Ascolta, dovrò andare via per un paio di giorni. Non so realmente quanto ma non sarà più di due settimane» disse.

Posai le posate sul piatto e presi un bicchiere d'acqua.

«Ok» Mormorai leggermente dispiaciuta.

«Solo non mi va di lasciarti qua da sola. Puoi chiedere a Kenny se può ospitarti per qualche giorno?» Mormorò.

«Posso stare qui da sola, so cavarmela» Dissi mordendomi il labbro.

«So benissimo che sai cavartela ma saperti assieme a qualcuno, tipo Kenny, mi fa stare più tranquillo. La conosci da molto tempo, siete molto amiche e a me, per quelle poche volte che l'ho vista, è sembrata una ragazza parecchio affidabile» disse.

𝘾𝙄𝘼 - 𝘾𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡 𝙄𝙣𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞𝙜𝙚𝙣𝙘𝙚 𝘼𝙜𝙚𝙣𝙘𝙮 ➳ 𝙟𝙗Where stories live. Discover now