You're beautiful but too proud

2.1K 135 6
                                    

[•rev]

ALEXANDRA

Mi svegliai tranquillamente, nonostante fossi in ritardo ma non mi importava. Quel giorno non sarei andata in università, poiché le lezioni che avevo non erano importanti e avevo già convinto Justin a stare con me.

Anche se comunque non ci vuole molto a convincerlo dato che praticamente dove vado io c'è lui.

Misi dei jeans scuri e un maglione grigio che arrivava fino alla vita del jeans.

Presi la solita borsa e scesi di sotto.
Andai in cucina ma sorprendentemente non vi trovai mio padre. Lessi il post-it attaccato sul frigorifero
"Lavoro.. Buona giornata, bimba.
Papi"

Sorrisi e uscii di casa, sedendomi sugli scalini del portico e aspettando Justin che doveva passarmi a prendere.
Odiavo da morire aspettare gli altri, sopratutto se fuori e al freddo.

Quando arrivò, suonò il clacson avvertendomi. Mi alzai e mi diressi alla macchina, quando salii lo guardai seria.

«La puntualità non dovrebbe essere obbligatoria per un agente segreto?» Ridacchiai mettendo la cintura.

«Sì, ma non è il mio forte» Sorrise per poi baciarmi la guancia. «Buongiorno, comunque» Mormorò.

Per ricambiare mi limitai a sorridere. «Dove andiamo?» Chiesi.

«Non lo so, hai organizzato tutto tu» fece spallucce e sorridendo.

Giusto. Dove andare non era un dettaglio a cui avevo pensato. «Oh, beh.. Un posto tranquillo» Dissi guardandolo.

«Ti va di andare al lago?» Sorrise.

«Va bene» Dissi per poi chiudere leggermente gli occhi e poggiare la testa al sedile.

Durante il tragitto cantammo ogni canzone che passava alla radio ed io avevo scoperto quanto bella fosse la voce di Justin, ne rimasi sconvolta.
Dopo circa mezz'ora arrivammo al Soap Lake. Posteggiamo la macchina lì vicino per poi scendere e iniziare quella che doveva essere una passeggiata rilassante. Per una volta volevo dimenticare tutto, volevo non pensare a mia madre, a mio padre, a Stacey e anche a Kenny.

Misi le mani in tasca e guardai il lago.
«Sediamoci» Disse il ragazzo, abbassandosi e poggiandosi ad un albero distendendo le gambe sul prato verde.

Mi sedetti vicino a lui, mettendo le gambe incrociate e continuando a guardare il lago.

«Ti rilassa, non è così?» Chiese in un sussurro.

«Solitamente sì» Sussurrai.

«Oggi no?»

Scossi la testa. Perché smettere di pensare mi veniva così difficile? Volevo staccare un attimo la spina e sentirmi di nuovo vuota. Senza problemi, senza dubbi.

«Ti va di parlare?» Chiese ancora il ragazzo guardandomi.

«No» sorrisi. «Parliamo troppo di me» constatai.

«E di cos'altro dovremmo parlare?» Sorrise alzando un sopracciglio.

«Di te» Dissi fermamente guardandolo.

Da quando l'ho conosciuto il 90% delle volte abbiamo parlato di me e mai di lui. Sapevo troppo poco.

«Parlami di quello che vuoi» Sorrisi.

«Va tutto bene nella mia vita, non so che dire» Ammise.

«Stai dicendo che la tua vita è tutta rose e fiori?» Sbottai incredula.

𝘾𝙄𝘼 - 𝘾𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡 𝙄𝙣𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞𝙜𝙚𝙣𝙘𝙚 𝘼𝙜𝙚𝙣𝙘𝙮 ➳ 𝙟𝙗Where stories live. Discover now