Night 4.. Fear?

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[•rev]

ALEXANDRA

Mi svegliai controvoglia quella mattina. Sentivo il mondo contro, avevo un brutto presentimento ma lasciai stare fin dall'inizio. Sono fin troppo paranoica.

Mi alzai e andai in bagno a lavarmi e a vestirmi. Coprii le occhiaie con del correttore e poi scesi di sotto dove mio padre stava già preparando la colazione.

«Buongiorno» Sorrisi prendendo un toast con la marmellata.

«Buongiorno, bimba» Rispose. «Dormito bene?»

«Sì! Tu?» Bofonchiai mentre mangiavo il toast.

«mhmh» mugugnò unendo le labbra in una linea sottile e incurvandole verso l'alto.

Bevvi del succo di frutta, baciai la guancia di mio padre e andai via.
La giornata era fredda, nonostante ci fosse un po' di sole ad illuminare le strade di Washington.

Arrivata in università, parcheggiai la macchina. Non sapevo esattamente dove andare, poiché non sapevo se Justin fosse già arrivato e con Kenny non avevo ancora risolto.

«Hai una macchina più bella della mia!» Ridacchiò qualcuno alle mie spalle.

Mi voltai e sorrisi divertita. «Sei invidioso, Jake?» Chiesi, chiudendo la macchina.

Fece una piccola smorfia. «Aspetta che mi compri una Ferrari, come quella di Justin. Vedremo chi sarà invidioso» Disse per poi farmi la linguaccia.

«La mia Mercedes batte tutto e tutti» Ridacchiai camminando assieme a lui verso l'entrata.

«Dove sei stata ieri con Justin?» Chiese, inserendo le mani nelle tasche dei suoi jeans.

«In giro» Mi limitai a dire.

«C'è una bella intesa tra di voi. Già vi immagino sposati con sei figli» Sorrise mettendo un braccio attorno alla mia spalla e guardando un punto indefinito del cielo, come se stesse immaginando davvero ciò che ha appena detto.

Corrucciai la fronte. «Guardi troppa TV» affermai scuotendo la testa. «E poi sei figli sono tanti» ridacchiai.

«ci sarà lo zio Jake a occuparsene» si vantò.

«oh beh, allora sono certa che cresceranno a meraviglia» scherzai.

Quando girammo lo sguardo davanti a noi, trovammo Kenny intenta a guardarci torva.

«Hey» Mormorai.

«Ciao, Ken» Sorrise Jake, baciandole la guancia.

La ragazza sorrise falsamente. Ce l'aveva ancora con me ed io ero indecisa tra farne una ragione o chiederle scusa.

Pochi secondi dopo arrivò anche Justin e aspettammo l'inizio delle lezioni insieme.

Mi voltai verso Kenny prendendo un respiro profondo. Lo sapevate che chiedere scusa non è per niente facile?

«Senti, fino a quando vuoi fare questo gioco del non parlarmi più?» chiesi.

La ragazza si voltò verso di me e mi guardò con un sopracciglio alzato. «Non so, pensavo fino a quando non torni in te» disse acida.

«Sono sempre io, Kenny!» Alzai gli occhi al cielo, perché non si poteva avere una giornata no senza essere assaliti?

«oh, ma dai.. Ci dicevamo sempre tutto e da un po' di tempo tu non mi dici più niente e così mi fai pensare che sia colpa mia!» Quasi urlò.

𝘾𝙄𝘼 - 𝘾𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙡 𝙄𝙣𝙩𝙚𝙡𝙡𝙞𝙜𝙚𝙣𝙘𝙚 𝘼𝙜𝙚𝙣𝙘𝙮 ➳ 𝙟𝙗Where stories live. Discover now