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Quando ero arrivato a casa mi ero beccato la solita pippona per il cinque e mezzo, e perchè avevo fatto finta di niente uscendo tutto il pomeriggio al posto che studiare. Aveva ricominciato con la storia che forse dovevo prendere ripetizioni perchè non voleva di nuovo fare l'estate con la questione del debito scolastico. Le avevo promesso di studiare e recuperare in orale, poi me ne ero andato per i cazzi miei in camera a prendere la roba per fare la doccia. In bagno ero rimasto sotto l'acqua un miliardo di anni, fuori Spotify andava. Ero uscito e mi ero guardato allo specchio, interrogandomi: perchè mai dovevo litigare per un voto? La vita era bella, anche se ti finivano i giga.

Ricordo che mi sembrava di avere la stessa identica faccia e la stessa posa di quando avevo fatto il primo selfie da specchio del bagno. Avevo scattato, ero andato a cercare quello vecchio nelle vecchie immagini di Instagram e avevo scoperto che ormai in realtà ero piuttosto diverso, e anche la faccia che mi sembrava di avere sputata era in realtà diversa. Questo mi aveva lasciato divertito e stranito, avevo postato un collage con le due facce e il sondaggio sulla preferita. Ero andato in camera, avevo guardato fuori, in un flash avevo visto la Cate sorridere alla finestra guardando il cellulare, mi era venuto il riflesso incondizionato di guardare il mio, ma non ci avevo visto un bel niente se non un paio di anonimi cuoricini.

Non ero pronto veramente a fare ciò che serve,
devi comprendere chi sei quando non sai chi essere (Sabbie d'oro)

Vocale a Mattia: "Ti metti online, dai, che ci facciamo un Fortnite. Non ho voglia di mettermi a studiare adesso"

Dopo un tempo infinito era arrivata la risposta. "Mi butto adesso nella vasca e ci vediamo tra un'ora, forse"

"Buttati nel canale che ci fai un piacere a tutti"


Sabato 20 gennaio 2018

La faccia scocciata che si vedeva lontano un chilometro.

«Devo beccare una oggi presto, tardiamolo 'sto calcetto»

«Si certo, nove tardano perchè te devi vedere una. Dai coglione. Poi te la vedi dopo, o ha il coprifuoco alle cinque di pomeriggio?»

«Ovvio che no»

«Mi stavo preoccupando. Finisce che ti arrestano se vai con le duemilacinque»

«Te non hai di sti problemi, vai solo con una duemilauno, la tua mano destra»

Colpito nell'orgoglio l'avevo buttata in caciara sulla masturbazione, poi avevamo finito quelle ore inutili chiusi li dentro. Mi stupivo come l'Alberghiero da diverse persone che conoscevo fosse classificato come "scuola nuova" quando in realtà stesse cadendo a pezzi, scrostato, sbeccato, ammuffito, puzzolente di anni di soffritti. Quando in cucina facevano il soffritto sembrava di stare in un condominio di cingalesi, altro che eccellenza nella ristorazione.

Al calcetto avevo giocato da dio, sembravo CR7 ma più in forma del solito, era stato un riflesso incondizionato: la Cate che saltava nelle reti, come gli undicenni, e che ogni tanto ci buttava uno sguardo. Persino il turno in porta, sembravo Alisson. Poi però quando eravamo usciti si era messa a parlare con Mattia, e quando dico parlare è riduttivo: spiccionavano, e mi faceva strano. Un attimo prima era una bamboccia al parco giochi, un attimo dopo si faceva intortare.

Non solo si faceva intortare, ma dal mio migliore amico.

"(Dille qualcosa per fare colpo! Dille qualcosa per fare colpo!) Mandami la foto delle tette" era il meme con la foto di loro due che parlavano, che gli aveva subito spedito Pyrex, diligentissimo nel rubare scatti in giro e trasformarli in meme. Ed avevo setacciato i due profili trovando il like di lei a quella storia assurda delle onde sulle cozze fatta da Mattia prima del footvolley.

Avevo messo assieme i pezzi e mi ero sentito salire qualcosa, come se lui mi avesse dovuto avvisare prima di provarci, una sorta di gelosia.

Ma avevo lasciato stare, io con lei non avevo nulla a che fare: era la protagonista di una fantasticheria, una ragazza ancora completamente fuori dai giochi e se ne sarebbe accorto anche Mattia, mi dicevo.

A casa avevo aperto la cartella della Caselli e mi ero dedicato a me stesso, mi serviva.

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