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I miei due cari amici avevano preso bene quella cosa dell'Ale, per loro dovevo incoraggiarla ma a me rimaneva il tarlo che così facendo mi tagliavo fuori da quella che mi faceva ribollire sul serio. Era dura sapere come comportarmi, come facevo facevo, sbagliavo.

La principale preoccupazione era di non perdere il contatto con Caterina, ma da quel punto di vista con il passare dei giorni semplicemente non era successo. Alesia aveva un rapporto con Caterina che andava molto oltre quello che io vedevo nei minuti in cui facevamo il percorso da casa a scuola e viceversa. Sì parlavano tantissimo, si mandavano quei famosi vocali da mezz'ora l'uno che pensavo fossero tipici delle ragazzine di 12 anni che si mettevano a cantare i loro pezzi preferiti facendosi i viaggi sui fighi di tiktok.

Alesia era molto coinvolta per non dire moltissimo, non avevamo proprio iniziato a fare ufficialmente coppia perché non ero stato proprio chiarissimo tipo "ti amo stiamo assieme forever" ma andava bene, in fondo era il primo rapporto serio che stava maturando.

Anche per me.

Ebbene sì tutto quello che era successo prima di quel momento erano state solo robette: con le ragazze avevo fatto delle gran cose di mano e qualche pompino con quelle più cagne, ma tutte mi avevano detto che ancora non si sentivano di pronte per fare nient'altro. Sarà stato che fino a quel momento, per essere onesti, ero sempre andato sul morbido, intortando ragazze che se andava bene avevano appena iniziato le superiori se andava male ancora facevano le scuole medie: prontissime quando era ora di mandarti le foto delle tette ma a conti fatti ancora incapaci di qualcosa di serio faccia a faccia, erano quelle che benedivano applicazioni come Snapchat o siti di Cam anonime e avevano come peggior nemico gli screenshot.

«Sono contenta per voi, Alesia si merita un tipo come te».

Non leggevo nelle sue parole nessun tipo di significato nascosto se non soddisfazione per due amici che si erano ritrovati fatti l'uno per l'altra.

«Io sono contento alla fine di essere stato utile a te, e alla fine di aver conosciuto lei. E spero che presto la fortuna che abbiamo avuto noi magari capiti pure a te»

Le era passata un'ombra nello sguardo. Chiaramente.

«Non ho fretta, te lo posso assicurare».

Aveva l'idea di dirlo seria e non come frase fatta per togliersi dall'imbarazzo di un discorso, in effetti in quel periodo non aveva lanciato segnali a me ma in generale non aveva lanciato segnali a nessuno. Sembrava che la pessima esperienza da cui stava uscendo le avesse lasciato una sorta di distacco dal genere maschile che le aveva provocato così tanti guai. Quando ci ripensavo mi veniva un gran nervoso perché, a ben pensarci, l'idea del gruppo era stata mia e se non l'avessi avuta tutto quel casino non sarebbe successo.

Avevamo iniziato a mettere su Instagram qualche foto, qualche storia, lisce, senza robe strane, sinceramente non ne avevo voglia di fare lo sceneggiatore, non eravamo i Ferragnez, non dovevo fare il vlog della nostra vita da morosi. Se volevamo beccarci solo noi due andavamo (e vi giuro che mai mai mai MAI avrei pensato di dirlo) in biblioteca, dove studiava nonostante stesse finendo l'anno, perchè a casa sua tutti urlavano, e ripensando a come mi aveva trattato le prime volte, non avevo il minimo dubbio. Non era nemmeno un brutto posto alla fine, solo che c'erano troppi libri, sarebbe stato meglio qualche schermo collegato free a netflix.

Era un sacco strano averci a che fare, si scaldava per molte cose ma avevo imparato che era un cane che non mordeva.

«Oh Dani, noi aspettiamo eh».

Mattia la buttava lì ogni tanto.

«Non è soda come la Cate ma è un bel tipo, mi sa di una da battaglia».

«A te ti scoccia aver rotto con la Cate per quella cosa, vero?».

«Certo che mi scoccia, cazzo, primo perchè era soda e non ho fatto in tempo a farci niente di veramente divertente, e secondo perchè mio cugino l'ho scoperto lì che è un idiota patentato. Anzi, dovrei fargliela pagare molto di più»

Il primo punto era forse addirittura scontato perchè lo conoscevo e sapevo che il ragionamento era quello, ma al secondo punto avevo avuto la speranza che nominasse i guai che aveva creato alla Cate e le conseguenze psicologiche di tutto quello. Falsa illusione ovviamente.

Riassumendo: i miei amici non avevano ben capito la valanga di guai che avevano avviato, sempre i miei amici insistevano per vedere le tette della mia morosa, la mia morosa era per me una specie di ripiego, la tipa che puntavo era sempre sul punto di finire depressa, e io aprivo libri a caso in biblioteca con la borsa del calcio tra le gambe.

Le cose belle, però, a volte fanno presto ad arrivare. Mia mamma già da un mese aveva iniziato ad andare a fare quella combinazione di camminata e aperitivo che la faceva stare via sempre almeno tre ore, e quando smettevamo di "studiare" tra i libri io e l'Ale andavamo a casa, ed era pazzesco.

Ripensavo un sacco al tempo che avevo perso con tutte le altre tipe per scroccare foto e poi stare ore a riguardarle, farmi i film e masturbarmi dopo averle commentate con Pyrex o Mattia. Forse, anzi sicuramente, dei tre ero il più coglione, quello che per più tempo era vissuto accontentandosi di trattare le pulsioni come un videogame: condivisione online, gruppi di commento, sensazione di essere fighi perchè ti riesce un "giochino".

Alesia era una chiacchierona, una "caciarona" come avrebbe detto il babbo di Pyrex, era entusiasta, era fresca e non aveva la fissa di mettersi davanti a tutto quello che succedeva. Fisicamente le si poteva dare sei e mezzo con un bel sette pieno alle tette, ma il suo atteggiamento nei confronti di quello che stavamo facendo era da dieci. Era stata lei a smontare la scaletta delle mie priorità ed a rimontarla in un ordine più corretto, come quando riesci a guardarti una serie dalla prima puntata e tutto va al suo posto.

Iniziavo a divertirmi, non so nemmeno spiegarlo bene, perchè forse non do il giusto peso alla cosa, ma iniziavo veramente a divertirmi, tanto che, improvvisamente, avevo realizzato che non mi masturbavo più come un pazzo appena vedevo passare la Cate che stendeva i costumi, e continuando sulla strada delle sensazioni nuove, a questo mio nuovo atteggiamento verso la vicina di casa non avevo saputo dare né un connotato completamente positivo né completamente negativo.

Il fatto di farci delle foto, giuro, era venuto così, senza secondi fini e probabilmente ero stato io a far partire il gioco ma lei mi era venuta dietro immediatamente. Mi piaceva l'idea, per la prima volta, di avere foto intime che una tipa non mi aveva mandato per placare le mie voglie, ma che avevamo fatto insieme. Stupide, inopportune e insensate quanto volete, ma nostre.


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